Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

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maxproject
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da maxproject »

Un piccolo riporto, che racchiude in sè un fatto reale, e che spazza via in un colpo solo molti pensieri che girano nel web, cacciati in testa a forza ma respinti dalla pratica.

Diamo per scontato che Andrea Maniero sia una persona seria e che quindi scrive quello che è l'effettiva risultanza d'uso (se qualcuno pensa che sia prezzolato o lo faccia per piaggeria, peggio per chi è in malafede, ma una prova pratica dimostrerà che non sono stupidate......).

A ** demolizione ** dello storto che va bene lo stesso e a ** demolizione ** di chi sostiene che i micrometri sono un costo inutile:

"La collimazione, dato l'alto grado di precisione richiesto in ambito Hi-res e offerto dalla meccanica, richiede un seeing piuttosto ottimale in quanto 600/800x sono utilizzabili per questo tipo di operazione, ed una volta effettuata tramite il sistema AxyS (una crociera a tre razze in acciaio di generosa superficie con spessore limitato a 1 mm, che non utilizza il classico tira /spingi, ma bensì un albero in acciaio cromato su boccola in tecnopolimero autolubrificante e viti in acciaio inox su boccola in bronzo per la collimazione, il tutto bloccato poi da viti in acciaio inox con terminale in polimero a blocco manuale che ne fanno di tutto l'insieme una vera minicella per secondari) questa viene garantita per lunghissimi tempi anche a fronte delle normali sollecitazioni come monta/smonta del tubo, cambiamenti repentini di posizione del telescopio da una parte all'altra del meridiano o piccoli urti accidentali."

"Una nota a parte meriterebbero i micrometri, accessori meccanici di precisione, sconosciuti alla maggior parte degli astrofili me compreso, che seppur costosi offrono un must alle performances sopratutto nelle riprese in alta risoluzione dove ho potuto verificare di persona che un errore di collimazione di solo 1/20 di mm significa un'importante perdita di incisività nell'immagine finale. In effetti verificato un errore di tale portata sul primario una volta regolati i micrometri ho testato lo strumento sulla superficie lunare, e il telescopio ha subito restituito immagini incise con crateri ed ombre ben scolpiti, dettagli questi che in alcune immagini riprese tempo prima presentavano una specie di doppio bordo che imputavo erroneamente al seeing. Da qui il sospetto quasi certo, che moltissimi astrofili non si rendono conto che la causa da ricercare nelle loro immagini affette da doppio bordo non sia nel seeing scarso ma anche in un problema di assi ottici."

Naturalmente non aspettavamo il riscontro di Andrea, tuttavia Andrea può considerarsi un astrofilo medio di ottime competenze e con uso assiduo strumentale, lo strumento ha subito test per molti mesi in ogni condizione ambientale, e i risultati oramai si conoscono.

Se 1/20 di mm è una misura significativa nella collimazione di un Cassegrain, quanto potrà essere collimato uno strumento più o meno aperto con una vite M8? Noi lo sappiamo, ma non possiamo mostrarvelo......

Maxproject

Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Vorremmo aggiungere , ad esempio, che in alta risoluzione in cui si va alla ricerca del massimo concedibile dallo strumento, il centesimo di tolleranza che c'è nel draw tube della FT 2000 (la migliore messa a fuoco presente sul mercato, 2", sotto i 400 euro di costo), da fastidio.

Questo lo si evince usando ad esempio in imaging a f 30-40 o oltre e con un buon seeing. Naturalmente un bravo astrofilo setta lo strumento e i suoi raccordi in modo da usare pochissimo l'estrazione del draw, con delle prove "a priori" in modo da restare sempre centrato e in asse. Questi sono argomenti reali sul campo, a *** demolizione *** che anche la messa a fuoco va bene una GSO da 80 euro e poi magari si vogliono postare immagini sostenendo che sono al limite strumentale (di cosa? di una casseruola).

Con quali argomenti si possono sostere alcune tesi? Perchè si devono sostenere? E perchè si tacciono i problemi d'uso?

NortheK nella massima onestà intellettuale ha appena scritto una cosa che un qualsiasi costruttore non avrebbe mai scritto, ma lo abbiamo scritto consapevoli che i lettori sanno ben discernere da un fatto tecnico (ineludibile) da una sparata a pallini. Non vuoi il gioco di un centesimo sull'asse? Bene spendiamo 1500 euro per una messa a fuoco oppure, come nel DK da 350 montiamone una più performante a pignone e cremagliera elicoidale ma dal costo di 700 euro + motore, cioè circa 1300 euro.

Maxproject

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Messaggio da maxproject »

Questo lunghissimo Thread che ha riscosso anche un grandissimo successo (vediamo il numero di letture.......), ha evidentemente messo il dito nella piaga. Quanto malfunzionamento strumentale è da imputare al mantenimento degli assi ottici e meccanici? Noi crediamo almeno il 90% delle problematiche strumentali.

Un elenco a mente fredda può essere:

a) difficoltà a collimare;
b) scollimazione DURANTE L'USO;
c) scollimazione DURANTE GLI SPOSTAMENTI (grave, non lieve che nei telescopi a specchio è prassi);
d) intubazione storta che costringe a lavorare con il sistema asimmetrico;
e) conseguenza di (d) paraluce interno non ottimizzato ed interferente con il fascio ottico se non realizzato con la giusta cura;
f) dondolamento del primario se su cannotto autoportante e scorrevole sul medesimo;
g) planarità della culatta con relativa posizione inclinata della messa a fuoco;
h) tubo cedevole o storto con (nei newton) impossibilità di tenere in asse la messa a fuoco;
i) cella del doppietto o tripletto non collimabile (in alcuni rifrattori);
l) secondario difficilmente centrabile rispetto all'asse assoluto dello strumento (ottico e meccanico);
m) ...................................


p.s.: il numero di letture, e la grande diffusione di telescopi traballero sta anche a spiegare perchè alcuni si sentano in dovere di confutare quanto qui scritto....

Maxproject


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Edited by maxproject on Jan 7, 2013 at 01:03 PM

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Messaggio da maxproject »

Abbiamo scritto "confutare" era più corretto scrivere "tentare di confutare" perchè poi, il castello di carte casca puntualmente.

Avete mai chiesto ad un fruitore di un telescopio di indubbia qualità come si trova, e poi ci avete mai guardato dentro, e subito dopo avete utilizzato un mass market anche un po' più grande?

Fate questo esperimento e constaterete di persona chi ha il buon senso e chi ha tempo da perdere.

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Messaggio da maxproject »

Invece cambiando bersaglio, stiamo disegnando i vari componenti del MAXTAR 300 il nostro telescopio deep sky 300 f 5.

Questo strumento è ovviamente fornito di un riduttore spianatore di grandi dimensioni (100 mm) che deve essere montato in un apposito barilotto.

Il tema che si sta affrontanto è proprio questo: come realizzare una meccanica che sia intrinsecamente centrata e che richieda solo pochi ritocchi per la taratura finale. Da questo centraggio dipendono le performances molto spinte del telescopio (campo corretto fino a 60 mm di diametro).

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Messaggio da maxproject »

Perchè in uno strumento come il MAXTAR 300 diventa determinante il costo finale del manufatto. Oggi il mercato strabocca di offerte per tutte le tasche e le esigenze. E se da un lato abbiamo il GS0 250 RC a circa 2000 euro o meno, dall'altra abbiamo il CCA di Takahashi a 21000 euro circa funzionante. Poi in mezzo ci sta di tutto dagli Officina Stellare ai nuovi RC Tec a 14-16000 euro (sempre per un 300 mm).

Ogni strumento ha i suoi pregi e i suoi difetti, dati sia gli uni che gli altri dalle scelte progettuali, dai limiti di spesa o target price (per il cliente), dal fatto che il proprio marchio sia affermato o meno, dalla necessità di vendere un numero elevato di pezzi.

Il progetto Maxtar entra dunque in un mercato saturo e molto variegato, e in questo mercato è necessario avere delle prerogative prestazionali (qualità o performances o tutte e due) ben specialistiche come abbiamo realizzato con la serie 250 , e dove la scelta diventa molto facilitata per l'utente.

Il prezzo d'acquisto è un fattore fondamentale, l'abilità è coniugarlo alla qualità ed efficienza del prodotto.

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Edited by maxproject on Jan 13, 2013 at 09:28 PM

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Messaggio da maxproject »

Non è difficile, navigando nel web, trovare un po' di simpatici personaggi che irridono a questa nostra impostazione mentale. Noi sosteniamo (e fino a prova contraria siamo liberi di farlo) che un telescopio è un bene tecnico, durevole e che il cambia a ricambia con il fashion non ha niente a che vedere con un prodotto di questo tipo. E' evidentemente un pensiero contro corrente che non può piacere a tutti, ma che piace molto a chi ha un livello di esperienza medio alto e ha subito "patimenti" adeguati dal mercato. In questo contesto ci concentriamo sulla realizzazione "fatta bene" non meravigliosa, fantastica ecc., ma "fatta bene" dei nostri prodotti (sempre migliorabili all'infinito).

Quando - quasi 5 anni fa - analizzammo i prodotti del mercato emerse con prepotenza il tema che - quasi MAI - le meccaniche erano all'altezza delle ottiche che montavano, e questo anche in strumenti COSTOSI e RINOMATI (alcuni, non tutti).

Non pensiamo di essere molto intelligenti ma siamo arrivati alla conclusione, corroborata da continui test, che l'ottica e la meccanica viaggiano di pari passo, senza deroghe e discussioni sull'argomento. Il solo buon senso dà la conferma di questo, la malafede cerca di confutarlo.

In un tubo ottico il tema principale è il mantenimento degli assi ottici e meccanici, la facilità della collimazione, il mantenimento della medesima.

E' un concetto difficile?????? Ci sembra lapalissiano oltre che elementare.

Si sono spesi molto (alcuni) per dimostrare che questa non è una condizione indispensabile e che quanto noi asseriamo sono solo fandonie da piccola bottega artigiana. Vero che si sono sempre usati telescopi brutti e malfatti, oltre che a delle eccellenze, vero anche che questo non avalla linee di pensiero distorte e scassate che suscitano più di una perplessità (e non solo a noi).

La battaglia è continua e concentrata verso il nostro pensiero (quanti link volete? 1-100-1000?), raramente da operatori del settore che sapendo dove sta la verità ben se ne guardano da ficcarci dentro il naso, sanno cosa vendono, conoscono il post vendita, piuttosto da dilettanti e amatori che si sentono lesi nella loro maestà. Legittimo anche questo. Ma la domanda è: perchè? Le risposte sono molte e tutte diverse, non estranea l'ipotesi che alcuni assunti siano spinti in modo adeguato da colleghi che si vedono, obtorto collo, costretti a confrontarsi con metodi costruttivi e progetti, che in ITALIA non sono mai stati visti per il mercato amatoriale.

E se NortheK non ci fosse? Anche questa è una domanda interessante.........

Come vedete da un assunto tecnico elementare si possono estrapolare concetti molto diversi, le cui dinamiche sfuggono all'amatore e che devono far pensare i nostri lettori.

Maxproject

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Messaggio da massimoboe »

Inutile RICORDARE a chi fa finta di non saperlo, che un telescopio si definisce FATTO BENE quando le sue prestazioni sono COSTANTEMENTE riproducibili e con interventi di aggiustamenti MINIMI se non nulli.

QUESTE sono le prerogative NORMALI per strumenti tecnici. Ottenere un risultato ogni tanto e quando va bene è lo spartiacque tra il giocattolo e lo strumento tecnico.

Il fatto di mantenere gli assi ottici e meccanici è il presupposto su cui costruire uno STRUMENTO TECNICO. Il resto è roba da bar sport.

Massimo

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Messaggio da maxproject »

Il draw tube di una messa a fuoco è uno dei tanti elementi che consentono il mantenimento dell'asse ottico.
Frequentemente, a seconda delle tipologia di messa a fuoco e di schema ottico, osserviamo delle deformazioni sul campo ripreso, anche piuttosto importanti.
Oltre a flessioni e deformazioni sul piano in cui la medesima messa a fuoco è stata fissata, anche il movimento avanti e indietro, non perfettamente rettilineo, porta a dei problemi che molto semplicemente si traducono in perdita di definizione in alta risolzione o in immagini stellari deformate in alcuni punti ben precisi e in modo asimmetrico.
E' importante iniziare a considerare anche questo elemento.
Un draw tube o una messa a fuoco a deviazione zero non esiste (perchè meccanicamente non può esistere), varia l'entita di questo spostamento da ininfluente a molto grave.
Su questo argomento è importante fare un pochino di chiarezza , perchè a volte un buon telescopio inizia a sottoperformare proprio per questa problematica.
Maxproject

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Messaggio da maxproject »

Partendo dal principio che in meccanica il "gioco zero" non esiste, è fondamentale capire quanto e quando è indispensabile portare ai valori più bassi il "gioco" o la traslazione sul suo asse che ha il draw tube dentro la messa a fuoco, in fase di scorrimento.
Per draw tube intendiamo anche il gioco tra il centroide di una piastra in movimento assiale rispetto al centroide del cono di luce, quindi anche in assenza di un tubo fisicamente visibile e misurabile, ma anche immaginario, tanto sui centri del cono e del mezzo traslante bisogna sempre lavorare.
Resta che il fuori asse nelle messe a fuoco è , oltre che ineliminabile, molto ondivago e di varia valenza.
Ne consegue che avremo diverse cause che modificano il risultato dal progetto originale, in cui abbiamo magari previsto una tolleranza molto ristretta e perfettamente adeguata al sensore in uso.
Principalmente:
A) effetto leva del carico posto sulla messa a fuoco;
b) peso della medesima rispetto alla base in cui è applicata;
c) indeformabilità della base o dell'attacco della messa a fuoco;
d) effetto di deformazione anche in caso di variazione del baricentro, soprattutto in presenza di carichi importanti;
e) necessità di fuocheggiare brevemente o brevissimamente e non per corse molto lunghe;
f) comportamento della massa metallica con il variare delle temperature stagionali.

Quando avremo analizzato questi elementi, potremo sperimentare la messa a fuoco e stabilire se la sua "intolleranza" è per noi intollerabile o sopportabile.

Il problema di dover contenere il peso è "un problema pesante".

Maxproject

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