Made in USA, gli altri sono stupidi.........un caso simpatico ma non l'unico.

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maxproject
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Made in USA, gli altri sono stupidi.........un caso simpatico ma non l'unico.

Messaggio da maxproject »

Di quando in quando effettuiamo acquisti da produttori di tutto il mondo, per verificare qualità, servizio, tolleranze costruttive , insomma sondiamo il mercato come è normale fare per molte aziende.
La parte più ostica è far capire ai nostri colleghi americani alcuni concetti "normali" ma che sembrano talmente astrusi che sono per loro incomprensibili.
Ci è capitato di acquistare da un produttore molto conosciuto circa 650 dollari di materiale sfuso.
Paghiamo anticipatamente con bonifico bancario nel giugno dell'anno scorso.
Per motivi incomprensibili il collo arriva in Italia e viene ritornato al mittente (pensiamo a qualche errore documentale, ma fino ad oggi non si è capito), a febbraio dopo un po' di solleciti e una dozzine di telefonate alla dogana nessuno sa nulla di questo collo. Provvediamo allora a contattare direttamente la Direzione delle Dogane e in tempo reale abbiamo l'informazione che il collo era ritornato in USA con volo della Lufthansa ecc. ecc. (non avevamo il tracking ovviamente).
Avvertiamo il fornitore, chiedendo se il collo era già presso di loro. Il collo è fermo in aereoporto e ci resta per un mese.
Finalmente il fornitore riceve lo scatolone e ci chiede cosa fare. Noi rispondiamo: rispediscilo sempre con servizio postale, tanto è merce di scarso valore e non abbiamo urgenza. Siamo ad aprile. Il fornitore dice che lui non spedirà se non paghiamo nuovamente le spese di spedizione (64 dollari), gli rispondiamo okei no problem devi solo farci una fattura per giustificare contabilmente l'operazione, e qui casca l'asino o meglio la fila di asini.
Spieghiamo in inglese super corretto che noi paghiamo senza discutere basta che ci anticipi via mail una fattura con indicato spese di spedizione.........dopo circa 9 mail il fornitore non ha ancora capito cosa deve fare, a scanso di equivoci facciamo tradurre ogni mail da una persona qualificata così che non ci siano fraintendimenti, ma la fattura è praticamente impossibile averla, o un qualsiasi documento che giustifichi al nostro ufficio revisore le motivazioni del pagamento...........

come è andata a finire?
Ve lo diciamo la prossima volta...........

Maxproject

Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
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maxproject
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Made in USA, gli altri sono stupidi.........un caso simpatico ma non l'unico.

Messaggio da maxproject »

Scocciato dalla lunga serie di mail, il fornitore ci risponde: ci sono altri fornitori, non vogliamo trattare con voi. Benissimo, gli rispondiamo allora di restituirci i nostri soldi.

Ovviamente, di colpo, tutto tace, nessuno risponde alle nostre mail e messaggi con i dettagli del pagamento, insomma "speriamo che questi Italiani scemi lascino perdere così ci teniamo i dollari".

Non è nello stile NortheK lasciar correre. Ci rivolgiamo a Better Business Bureau per risolvere prima in via informale e poi legale la questione. Apriamo dunque una procedura di infrazione per le vendite via internet. Scopriamo che il venditore ha già avuto altre noie in passato, comunque - magicamente dopo pochi giorni veniamo contattati con la richiesta degli estremi (vi risparmiamo tutta la trafila e gli intermezzi) per il pagamento che oltretutto già hanno da tempo.Rimandiamo il tutto in più versioni con più dati, la risposta è che la nostra banca (una delle maggiori in Europa) non risulta avere la filiale dove noi diciamo (ovviamente la filiale c'è, ci lavoriamo da 20 anni e non è nemmeno piccolina), dopo ulteriori mail di spiegazione - sembrava di essere alla scuola dei rimbambiti - su come si leggono i codici per i bonifici bancari internazionali riusciamo ad avere il riaccredito dei nostri soldi, tolti ovviamente i 64 dollari!

Su BBB c'è tutta la storia ovviamente, che qui abbiamo sintetizzato saltando alcuni passaggi, ma il succo è - per i nostri astrofili italiani che trovano sempre da dire ai connazionali e non risparmiano lodi sperticate a tutti gli altri - che a parte la stupidità nel non comprendere che era sufficiente una fattura con scritto "spese di trasporto" e rimandare il pacco, questi signori per 64 dollari si sono fatti segnalare su BBB (che offre anche sostegno legale gratuito e segue veramente bene ogni pratica, curandosi loro di chiedere se tutto procede nel modo migliore....e a costo zero), hanno cercato di non rimborsare i NOSTRI soldi, hanno corso il rischio di essere derisi sui forum di mezza europa e ovviamente, di subire una causa legale come era nostro diritto promuovere.

Il problema con gli USA è un problema per le transazioni tra aziende (e non tra privato e azienda che paga con la sua carta e tanti saluti), faticano molto a comprendere i presupposti che aziende come NortheK considerano inderogabili: la assoluta e rigorosa applicazione delle regole contabili e amministrative, che tradotto in Italia significa un marasma di rotture di scatole e lentezze burocratiche che comunque in caso di verifica "non lasciano correre". Con i nostri sub fornitori abbiamo stabilito dei protocolli ben precisi e ora tutto si svolge in modo estremamente preciso, corretto e non discutibile anche nei dettagli. Altri nostri colleghi non si curano di questo aspetto......in caso di verifica potrebbero incorrere in pesanti sanzioni ma nelle strutture molto piccole questo tema è poco considerato.

Maxproject

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skymap
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Messaggio da skymap »

La dogana per caso è il buco nero di Lonate Pozzolo ?

Quel posto è la quintessenza della burocrazia ottusa di questo paese. Non ho mai sentito qualcuno che per acquisti extra comunitari (sia lavoro che diletto) non abbia avuto problemi di consegne, colli ritornati al mittente, dispersi, accantonati per mesi in qualche angolo, rimpallati tra una scrivania e l'altra...
Una roba da quarto mondo.

Cerchiamo di vivere in modo tale che quando moriremo perfino il becchino sia triste.
Mark Twain

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Si ovviamente la dogana è quella. Molti problemi sono da ascrivere ai dipendenti che non hanno una qualifica sufficiente a svolgere il loro lavoro (per cui, ad esempio, di fronte ad una fattura molto esplicativa, chiedono a noi la voce doganale, se non gliela dai ritornano il pacco al mittente, basterebbe leggere la fattura e applicare la voce doganale più adeguata senza telefonarci), altri casi sono da imputare ai corrieri incaricati di consegnare il collo che a volte segnalano come non presente il destinatario (per fatti loro e pensiamo questo sia il nostro caso) e riportano indietro lo scatolone, altri ancora ad errate indicazioni del mittente che non riporta i dati in modo corretto. Ad esempio un importante fornitore non ha indicato il numero di partita iva nella fattura (anzi più precisamente lo ha messo a fianco della città come fosse un cap), in UPS/Italia, non hanno avuto nemmeno la decenza di capire che era un partita iva.
Dopo innumerevoli richieste della bolletta doganale (indispensabile alle aziende per fini contabili) si è andati oltre il termine. Risultato: la fattura non si è potuto caricarla nei costi, l'IVA è stata totalmente persa e parliamo di cifre molto importanti.
Un altro caso è che ad oggi siamo a richiedere in forma scritta e telefonica una bolletta doganale che non ci viene recapitata. Ovviamente loro rischiano zero, noi una pesante sanzione dalle ispezioni della dogana, nonchè il pagamento per la seconda volta di tutta l'IVA + le relative more.
Come sempre in Italia è l'utente che ha torto e che non può difendersi, deve solo subire norme e sanzioni inventate da cervellotici burocrati che probabilmente non sanno nemmeno cosa è il mondo del lavoro.
Nel caso riportato, a parte la causa del ritorno, vogliamo sottolineare come anche nomi importanti siano subito pronti a sporcarsi le mani per qualche centinaio di dollari. Scommettiamo che se andiamo a trovarli lavorano in un capanno?

Maxproject

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Messaggio da maxproject »

Questo comunque è uno dei tanti motivi che ci spingono a NON stringere troppi accordi con paese extra UE e a verticalizzare la produzione. Troppo inaffidabili i produttori medesimi e troppo rischiosa la gestione mercantile di volumi piccoli.

Maxproject

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