Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

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maxproject
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da maxproject »

Per esempio un argomento che non viene mai affrontato è l'ortogonalità dei sensori CCD.
Sappiamo chi più chi meno che questo problema affligge gran parte delle camere, anche costose, destinate al settore amatoriale.
Recentemente abbiamo preso in analisi alcuni grezzi di immagini realizzate con strumenti di focale consistente. Il problema della non ortogonalità è ben presente.
Non ortogonalità significa che il nostro cono di luce non finisce esattamente in modo simmetrico sul sensore e avremo cosi delle deformazioni e una infinità di altri problemi (FWHM mediamente più alto, vignettatura, ecc.).
A volte sono i "nasi" che sono storti o che hanno troppo gioco visto che si devono adeguare alle tante messe a fuoco disponibili sul mercato, a volte i sensori che sono proprio montati storti........Anche questo è un anello della catena, piaccia o no ma è così.

Maxproject

Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
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maxproject
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da maxproject »

Ma in ambito visuale, il mantenimento degli assi e della collimazione, quanto è importante?
Sappiamo già delle levate di scudi contro questo teorema, e sappiamo che ben pochi credono che un buon telescopio, a parità di schema, diametro e ottica, può ottenere miglioramenti sostanziali (e non appena percepibili).

Noi fino ad oggi abbiamo fatto le nostre sperimentazioni. Anche alcuni clienti le stanno facendo e presto ne vedrete i reports, disponibili poi a smontare gli specchi di accrocchi approssimati e a montarli in intubazioni decorose, per poi dimostrarlo.

Maxproject

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marios
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da marios »

Quote: Ma in ambito visuale, il mantenimento degli assi e della collimazione, quanto è importante?
Sappiamo già delle levate di scudi contro questo teorema, e sappiamo che ben pochi credono che un buon telescopio, a parità di schema, diametro e ottica, può ottenere miglioramenti sostanziali (e non appena percepibili).

Noi fino ad oggi abbiamo fatto le nostre sperimentazioni. Anche alcuni clienti le stanno facendo e presto ne vedrete i reports, disponibili poi a smontare gli specchi di accrocchi approssimati e a montarli in intubazioni decorose, per poi dimostrarlo.

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--- Original message by maxproject on May 11, 2011 10:24 PM
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maxproject
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da maxproject »

Potrebbe sembrare che non c'entra nulla con l'argomento in oggetto, ma bisogna comprendere bene che lo sforzo di capire quanto viene scritto da molti in più parti, non è corrispondente al vero, ma piuttosto la risultanza di presunte conoscenze, esperienze e un malcelato senso di pavoneggiarsi in pubblico (si sa gli astrofili hanno la loro testa), magari cercando di nascondere un tentativo di accreditarsi per poi condurre operazioni commerciali.
Fatto questo preambolo, veniamo al sodo. Leggiamo sempre da anni discussioni su rifrattori a fuoco lungo con diametri consistenti e su giudizi o impressioni personali che non sono purtroppo supportate da elementi tecnici di pregio.
Lo constatiamo dalle richieste che ci vengono fatte e dall'esito di molte avventure sbandierate e mai concluse, o concluse malamente e poi seppellite per essere dimenticate.
Vorremmo capire in che modo si pensa di realizzare una intubazione di 150 o 200 mm di diametro a lungo fuoco, mantenendo l'asse ottico ed evitando torsioni e flessioni, cercando di fare questo in economia, magari speculando pure sui materiali, basta che il vetro sia un blasone vero o presunto che ci ha dissanguati nell'acquisto (forse).
In un forum abbiamo letto che un nostro collega (APM) vendeva un rifrattore TMB 200 mm f 7 o giu di li a 5000 euro. Noi diciamo la nostra (e l'invendibilità di questo prodotto lo ha poi dimostrato nel tempo), ovvero che con 5000 euro volendoci attaccare l'IVA E 500 EURO di guadagno () un rifrattore di quel diametro non lo intubi proprio (usando un obiettivo economicissimo Made in China e pagato 4 noccioline), almeno intubato come strumento tecnico, poi se è destinato al mercato dei poco esperti è un altro discorso. Comunque questo è un fatto dimostrabile da quattro semplici conti, chi ci ha provato ci ha lasciato le dita, chiedete a questi produttori che citano, per esempio, sigle di vetri e definizioni ED/semi apo/ecc., il nome del fornitore dei dischi di vetro garantendone la provenienza ovvero che non ci dicano che è un XXX per poi scoprire che è il clone cinese, chiedete a questi produttori come hanno potuto realizzare simili strumenti onorando le spese, pagando le imposte, e guadagnandoci una pizza..........che spieghino loro.
Noi diamo dati oggettivi, con tubi smontati e misurati, e pure dettagli tecnici.........gli altri menano la lingua.

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Sempre girovagando nel web leggiamo (in un forum, manco a dirlo), di un astrofilo che presenta gli specchi conici di Royce (costruttore ottico di grande pregio in alcune configurazioni e in determinati rapporti focale), che per evitare la costruzione di una cella hanno un foro al centro con un fermo, perno o passante tipo cassegrain.

Ne abbiamo già parlato. Questa soluzione (con o senza paraluce) viene correntemente usata nei telescopi mass market (Schmidt Cassegrain, ecc) o anche in telescopi di pregio in luogo di celle a sostegni flottanti.

Lasciamo perdere i vari interventi in cui si dice che fino ad un certo diametro (sulla base di quali calcoli e quali prove al banco?) questo sistema va bene, noi diciamo la nostra, invitando chi non è d'accordo a dire la sua. Nel forum in oggetto abbiamo messo una nostra replica e altre non ne metteremo, il rischio di risentimento da parte di molti è sempre presente, per cui meglio scrivere qua.

Ci sono dei concetti che vanno espressi subito. Il primo: un astrofilo esperto in meccanica dice che "se funzionasse sai che fine farebbero le celle a 18 punti flottanti per specchi da 12""
certo che non poteva scrivere 10", essendo gli unici anche nei 12" che le fanno......il riferimento è chiaro, l'affermazione maldestra pure, perchè se ci fosse onestà intellettuale bisognerebbe rovesciare la domanda: perchè con questo elementare sistema ci sono dei costruttori che fanno celle a 9-18-27 punti flottanti? Chi dei due sbaglia? E perchè lo fanno?
Se non si sa si chiede, o la figura barbina è sempre dietro l'angolo. Il secondo: nessun costruttore di pregio usa questo metodo (di pregio tecnico e non di chiacchera da marketing), salvo casi eccezionali e ben documentabili in cui si estrapolano dal punto di vista tecnico le ulteriori variazioni per ovviare al problema concettuale del sistema.

Altri prendono come esempio la fascia di produzione bassissima pensando che questi abbiano trovato l'idea geniale del secolo. No hanno trovato il sistema più economico per un pubblico che NON è in grado di capirne le prerogative. Portandosi dietro i problemi e le angoscie durante l'uso dei telescopi medesimi.

Noi non usiamo questo metodo perchè:
a) il cannotto centrale va comunque fermato con ghiere ben serrate (alcuni vanno di colla e tanti saluti) che inevitabilmente deformano la parte centrale del vetro. Inoltre questo cannotto ha le sue dilatazioni con il dilemma "lo chiudo" o lo "tengo aperto" o "lo regolo". Non se ne fa niente. Si chiude e basta anche perchè la messa a fuoco di solito dipende dalla traslazione del primario (con tutti gli altri problemi.....);
b) se lo usassimo dovremmo fare delle modifiche strutturali che costerebbero di più di una cella a punti flottanti;
c) lo specchio conico, molto spesso nella parte centrale e esile ai bordi, ha differenziali di stabilizzazione termica non uniformi, e questa è una delle tante cause di seeing cattivo......;
e poi altro ancora che non riteniamo utile spiegare.

Ma chi lo usa tra i costruttori di pregio? Alcuni ci sono, fino a determinati diametri, pero' se l'astrofilo è attento vede che ricorrono ad uno stratagemma ben preciso che invalida l'economicità del sistema (e questi costruttori non hanno il problema del prezzo), quindi il suo utilizzo è strattamente legato alla facilità di montaggio e alla logistica piuttosto che ad un costo inferiore.

Altri intubatori lo usano normalmente, con risultati scarsi e scadenti per cui non li consideriamo operatori di fascia alta, talvolta mortificando la qualità delle ottiche medesime.

L'utilizzo del cannotto portante (e non fermato con la molla e la colla......) se proprio si vuole fare deve essere inscritto in un sistema meccanico ben preciso che gli consente di lavorare in modo adeguato, chi non lo fa lavorerà sempre con il telescopio scollimato o che non supera nemmeno uno star test al minimo sindacale degli ingrandimenti necessari.

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Comunque il mantenimento degli assi e della collimazione sono due obiettivi raggiungibili se si prendono in considerazione anche i pesi giusti. Quanti strumenti ultraleggeri vediamo non funzionare, semplicemente perchè le masse non consentono l'applicazione di meccaniche adeguate.
In altre parole, sognare ed illudersi che un 300 mm da 20 kg. rimanga collimato e in asse è appunto un'illusione, costerbbe molto riuscirci tanto da non giustificarne l'acquisto.
Per questo quando vedete pesi stranissimi o "meravigliosi" pensate sempre che c'è un rovescio della medaglia, così come nelle betoniere in ferro...............

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roby2008
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Messaggio da roby2008 »

Io ho un 300mm con una intubazione in truss stile "naked" ( un serrurier totalmente aperto ) che pesa ben 32 chilogrammi! Ma questi telescopi da 300mm che pesano solo 20 chili sono fatti di cartapesta, oppure sono supportati da una meccanica povera?



Edited by roby2008 on May 17, 2011 at 03:55 PM

skymap
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Messaggio da skymap »

Per quello che può valere una serata ad osservare qualcosa con un dobson naked da 16" monobarra... il sostegno del secondario, non propriamente una piuma, era piuttosto ballerino e c'erano flessioni. Molto trasportabile e abbastanza maneggevole per una persona sola, però poco fruibile imho.
Errore di progetto o eccessiva leggerezza ?

Chissà se è ancora in produzione...

Cerchiamo di vivere in modo tale che quando moriremo perfino il becchino sia triste.
Mark Twain

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Se devono costare poco, e se l'utenza non è in grado di capire cosa sta comperando, i tubi leggeri vanno benissimo. Salvo poi accorgersi "dopo" che queste genialate vanno bene quando le trasporti ma non per osservare il cielo.

Ad una spesa molto bassa corrisponde un peso basso e prestazioni ridotte all'osso. Non sempre è cosi' ma ........


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Messaggio da maxproject »

Ovviamente Roby non parlerei di meccanica povera, parlerei di lavori da hobbysta con la casacca del professionista.

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