Chiedo scusa se non ho sulla punta delle dita la nomenclatura spettroscopica, come direi quasi tutti a parte alcuni specialisti. Per carita' non volevo mettere in dubbio la importanza storica di una classificazione che ha fatto, appunto, la storia della spettroscopia e anche della meccanica quantica, ma dare le lunghezze d'onda in queste notazioni e' un po' come dare le distanze in cubiti..... fornisce la medesima informazione che scriverli in metri ma e' comprensibile a un pubblico piu' ristretto. Tant'e' che mi sembra che anche tu scrivi il doppietto D a 589nm (l'unico che forse ci ricordiamo piu o meno tutti) invece della riga d a 587nm.... che e' invece una delle righe dell'elio.... di cui non avevo mai sentito parlare fino a che non mi sono informata su wikipedia alla voce "Abbe number" dove ci sono tutta una serie di righe spettrali che evidentemente sono usate per la calibrazione dei vetri in quanto emesse da apposite lampade e riproducibili con facilita', trovi il link qui http://en.wikipedia.org/wiki/Abbe_number Confesso di non avere capito qual e' la riga E, ti prego di confermare se si tratta di un errore di stampa e se intendevi la riga "e" quella del mercurio a 546 nm o se invece e' un'altra di spiegarci qual e'. Se ci metti le righe con la loro nomenclatura e la traduzione in nm o Angstrom te ne saremo tutti grati in quanto impareremo le righe spettrali che magari ci siamo dimenticati o forse non le abbiamo mai sapute soprattutto se sono un po' strane e inconsuete.... e contemporaneamente leggiamo la lunghezza d'onda e comprendiamo immediatamente di che si tratta



Scrivi che lo Steinheil e' lievemente superiore al Fraunhofer per uso planetario visuale e io su questo posso anche essere d'accordo (anche perche' c'e' una grossa variabilita' tra gli infiniti, o almeno numerosissimi! Steinheil e gli ancor piu numerosi Fraunhofer, e non ho gli elementi per entrare in maggiore dettaglio) pero' questo e' diverso dal sostenere che vale la pena di sostenere una spesa fortemente maggiore per uno Steinheil piuttosto che per un Fraunhofer, ottenendone in cambio un miglioramento marginale nella regione spettrale tra il rosso e il verde (si presume a prezzo di performances deludenti nel blu e violetto). Detto questo posso essere d'accordo che se li troviamo usati allo stesso prezzo possiamo trovare preferibile uno Steinheil ottimizzato Cde, anche se non scriverei che sia abissalmente piu' indicato; e verissime anche le considerazioni che fai su come distinguerli, con il colore spurio cobalto e non blu. Ma un attimo: allora che cosa c'entra la fluorite? perche' se io sono interessata alla regione spettrale tra il rosso e il verde, benissimo, faro' un acromatico (che spendo anche meno), non vedo perche' dovrei andare a scomodare la fluorite! che e' stata invece scomodata per gli strumenti di cui si parlava nel mio primo post, perche', pur non volendo / potendo proporre dei veri e propri apocromatici, un doppietto fluorite ha una buona correzione sull'intero visibile ed e' piu o meno utilizzabile anche nel violetto e vicino UV (che, per esempio, e' una regione di interesse per riprese solari, un settore in cui uno specchio non sarebbe "immediato" da utilizzare. O per Venere, un pianeta con dettagli grossi e del tutto alla portata di un 100mm).
Sullo spirito pionieristico non ti do' torto, ma non dimentichiamo che, a fronte di tanti osservatori che ci hanno insegnato tantissimo anche con strumentazione relativamente modesta, ci sono anche stati decine e decine di osservatori che hanno visto i canali su marte e altre amenita'. Allora insomma ok fare i pionieri e spingere le osservazioni al limite, ma qui mi sa che piu' d'uno si e' spinto oltre il limite e se non han visto gli omini verdi poco ci e' mancato, sarcasmo a parte hanno visto degli artefatti, non li hanno riconosciuti, non avevano uno schema concettuale in grado di separare artefatti e features. Non mi pare un esempio di rigore scientifico da seguire...
I Royal Astro non li conosco ma c'e' un astrofilo qui in italia che ne ha alcuni esemplari, e se non erro ha sia il 76/1200 che il 60/1200, non ho mai guardato in questi strumenti ma questo astrofilo preparatissimo (con tanta esperienza sia osservativa che strumentale) ne parla molto bene per cui mi fido di quanto mi ha detto. Pero' per quanto un 76mm, o a maggior ragione un 60mm, possa fare, non e' che si possa piu' che tanto spremere il sangue dalle rape, neanche se sono rape di ottima qualita' - cosa che non metto assolutamente in dubbio. Quanto agli Unitron 3" sappiamo tutti perfettamente che il loro interesse e' piu' che altro collezionistico e affettivo e che tanti astrofili statunitensi che da bambini desideravano invano questo prezioso strumento e non hanno potuto permetterselo, oggi giustamente vanno su ebay e si comprano il giocattolo e fanno bene! Ma questo esula dalle considerazioni tecniche su un telescopio inteso come strumento scientifico.
Daniela
"L'essenza della liberta' e' la matematica"