Specchi e condensa

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Gupise
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Specchi e condensa

Messaggio da Gupise »

Devo dire che non avere lastra correttrice è una goduria, chi risiede in pianura padana capirà sicuramente questa mia gioia.

Com'è normale che sia però, dopo una notte all'aperto ed a basse temperature, appena riporto il telescopio al coperto, si appannano lo/gli specchi.

Ora vi chiedo, posso riporre lo strumento in ogni posizione oppure è meglio tenerlo orizzontale?

c'è il rischio che si formi condensa più spessa e che questa goccioli dal primario al secondario nel caso lo lasci con la culatta rivolta verso l'alto?

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massimoboe
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Messaggio da massimoboe »

Mirco, e cari lettori, esistono poche norme sulla corretta conservazione del tubo ottico.

La prima norma che va usata come prassi, qualunque marca e schema ottico a specchio, è quella di tenere il tubo sempre in verticale (specchio in su o specchio in giù). Conservarlo di prassi orizzontale porta in alcuni casi alla deformazione della conica, impercettibile visualmente (ma non è detto) evidente in riprese per la improvvisa comparsa di deformazioni che non si riescono più a correggere. Questo ovviamente può avvenire a distanza di molto tempo, non in un anno.

Per quanto riguarda i tubi NortheK, io consiglio sempre di tenerlo (se non è sulla montatura) con la culatta in alto appoggiato praticamente con il tappo sul pavimento.

Finita la sessione osservativa si mette il tappo, si posiziona il tubo in luogo sicuro e si accendono le ventole per una 10 -15 minuti, questo dovrebbe (bisogna fare qualche prova) asciugare completamente l'interno del tubo (togliere il tappo della messa a fuoco).

Le goccioline non sono un danno grave, se si possono evitare è meglio, piuttosto è più dannoso lo sporco in sospensione nell'umidità, soprattutto in inverno e in posti poco aerati come la pianura padana, queste particelle a volte possono anche portare alla corrosione della superficie alluminata (ma siamo in casi estremi, come il salino in vicinanza del mare).

Un altro piccolo accorgimento è quello di fissare un pacchetto di silicagel con dello scocht al tappo del telescopio in modo che assorba ulteriore umidità.

Max

Agli ingegneri piace risolvere i problemi. Se non ci sono problemi sottomano, gli ingegneri li creeranno.
Scott Adams, Il Principio di Dilbert, 1996

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carlo
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Messaggio da carlo »

Quando devo usare la telecamera fredda perché a lungo all'esterno o nel bagagliaio non riscaldato e poi vado a riprendere in luoghi caldi e umidi (piscina, sala convegni con molti partecipanti...) le lenti ( e non solo le esterne talvolta!) si appannano immediatamente per la condensa.
L'unico rimedio che ho potuto trovare utile è quello di portare all'interno la telecamera chiusa in una borsa leggera o avvolta da un telo e aspettare pazientemente che si porti a temperature più alte.

A naso, per il telescopio farei così: all'esterno (freddo) metterei i tappi con materiale assorbente, come gel, poi lo imbusterei per portarlo a casa, e solo dopo essersi scaldato lo toglierei dal sacco, così l'eventuale condensa si formerebbe all'esterno del sacco, non nello strumento. Utilissimi anche all'interno del sacco, insieme allo strumento, degli asciugamani di cotone ben secchi ( le asciugabiancheria e i ferri da stiro servono anche a quello).

Col rifrattore quando riporto in casa il tubo dopo l'osservazione, mi limito a mettere i tappi prima di varcare la soglia.

Quasi sempre, in inverno, l'umidità delle case è molto elevata, specie se si usano all'interno caminetti, stufe a gas o altre fonti di combustione, che generano come prodotto di reazione H2O e CO2 . A questo aggiungete la CO2 e H2O che emettiamo con la respirazione...

Ciao Carlo

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skymap
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Messaggio da skymap »

La prima norma che va usata come prassi, qualunque marca e schema ottico a specchio, è quella di tenere il tubo sempre in verticale (specchio in su o specchio in giù). Conservarlo di prassi orizzontale porta in alcuni casi alla deformazione della conica, impercettibile visualmente (ma non è detto) evidente in riprese per la improvvisa comparsa di deformazioni che non si riescono più a correggere. Questo ovviamente può avvenire a distanza di molto tempo, non in un anno.


Ciao, puoi chiarire meglio questa cosa della deformazione ?
Io tengo gli strumenti in orizzontale nei loro scatoloni di trasporto da sempre, per mancanza di spazio e per evitare di vederne uno rovesciato in terra a causa di urti involontari...



La stessa cosa fanno alcuni amici con rimessaggio casalingo, persino uno che ha la postazione fissa bassa a tetto piano ribaltabile lo mette in orizzontale est/ovest altrimenti non chiuderebbe la copertura.

Cerchiamo di vivere in modo tale che quando moriremo perfino il becchino sia triste.
Mark Twain

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Ciao Skymap,

ci sono stati molti casi di strumenti, soprattutto a specchio e fotografici (quindi con campi estesi e immagini ai bordi molto delicate) che in un lasso di tempo medio (2-4 anni), hanno iniziato a manifestare problemi di deformazione delle immagini stellari.

Ci scuserai se non facciamo i nomi, è comunque un fenomeno random e abbastanza generalizzato, più di quanto gli utenti notino.

Questo avviene per una costruzione della cella primaria secondo dei criteri di "indispensabile e leggero". Tipico è il caso del cannotto autoportante o delle celle semplificate al massimo.

Siamo dunque in presenza di una giustificazione del nostro progetto, che alcuni cercano da anni senza averlo mai capito, ma che è finalizzato a ridurre al massimo il problema.

In telescopi molto piccoli (sempre a specchio) il problema si pone in modo marginale (ma in un 150 f 3.....per esempio può essere devastante sul piano sensore), i visualisti non se ne accorgeranno mai, ma in deep sky chi ha una buona padronanza strumentale si trova ad un certo punto a dover affrontare delle deformazioni a cui non sa dare spiegazioni.

Tenere il tubo verticale ha un suo perchè ottico ma anche meccanico: ci sono delle componenti in alcuni telescopi (es. i NortheK) che eseguono con molta cura la loro funzione e un posizionamento errato per lungo tempo può deteriorarne le prestazioni. In altri possiamo pensare ai cannotti autoportanti che sono già al limite della resistenza e che lentamente ma inesorabilmente si stortano.......ma questo è il problema minore per il telescopio.

Se non siamo stati esaurienti siamo a disposizione.

Maxproject

Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
(G. Schiaparelli)

skymap
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Messaggio da skymap »

Allora se ho capito bene per un catadiottrico con traslazione del primario succede come nell'immagine ? ho esagerato per praticità di disegno.



Può servire spostare lo specchio a fondo corsa contro la culatta per minimizzare il braccio di sforzo ? perché mi viene da pensare anche agli scossoni durante il trasporto in auto, ci sono vie cittadine asfaltate a pluri rattoppo messe peggio di uno sterrato di montagna.

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

In linea molto teorica si, la parte meccanica è leggerina ma anche li specchi sono molto sottili e a struttura conica.

Diciamo che per visuale ci si arrangia, pero' sarebbe saggio che in fase di progetto il sistema del cannotto fosse più consistente, ma poi aumenterebbe il peso........

Noi siamo contrari alla messa a fuoco traslando il primario, il mirror shift è molto difficile da togliere, e i pesi vanno tenuti molto bassi.

Si spostando a fine corsa verso la culatta la situazione è più stabile soprattutto in diametri un pochino grandi (tipo il 230), pero' è la struttura che in se è poco stabile.

Maxproject

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Gupise
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Messaggio da Gupise »

fortunatamente lo tengo appoggiato con la culatta in alto, ho fatto anche uno sgabello da lasciare vicino la montatura, così da poterci poggiare lo strumento quando lo lascio montato. Inoltre è anche utile per il montaggio sul morsetto

Grazie per i suggerimenti comunque
Mirco