Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

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maxproject
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da maxproject »

Diciamo che il sistema conico è ancora un sistema molto valido (il belga con il suo sistema 64 aveva concepito una serie di raccorderie e messe a fuoco di altissima funzionalità meccanica, ma già molto costose 20 anni fa), il problema è di fondo uno solo: accertarsi che il cliente non comperi porcherie nei vari cataloghi, per far questo bisogna proporre una serie di raccorderie adeguate allo strumento che si vende.

Speriamo presto di poter dare anche questa opzione ai nostri clienti.

Maxproject

Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
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daniela
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da daniela »

E' un sistema validissimo e anche meno soggetto all'usura.

I raccordi ben fatti sono costosi? Certo. Si vuole mangiare del nervoso con un setup da svariati K, se non decine di K, per aver spilorciato sui raccordi? Prego! Io non ho dubbi che, poche settimane e innumerevoli bestemmie dopo, si cambia idea.

Daniela

"L'essenza della liberta' e' la matematica"

skymap
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da skymap »

Io ho riscontrato un problema sui crayford cinesi, più rognoso del collarino che a volte disassa.

Le tre brugole che servono a regolare la rotazione del corpo rispetto al raccordo SC se vengono strette troppo impediscono la rotazione, troppo poco invece tende a "scivolare" leggermente da un lato disassando il tutto. Cosa di qualche decimo di mm ma tanto basta... L'ho capito dopo aver trovato stelle ovali e adesso ogni volta che attacco il diagonale o il ccd faccio una regolatina.
Probabilmente la scanalatura dove premono le viti è un pò garibaldina e le tolleranze eccessive.

Belle verniciature, manopole molto curate, qualcuno addirittura mette il lettore digitale di estrazione e poi casca l'asino sulla meccanica carabattola. Si elimina lo shift dello specchio e si passa ad altri problemi...


Cerchiamo di vivere in modo tale che quando moriremo perfino il becchino sia triste.
Mark Twain

Edited by skymap on Sep 7, 2011 at 04:51 PM

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Naturale, perchè quello che conta è che esteticamente sia valido, poi che tecnicamente sia un giocattolo non importa, se no non venderebbero...............

Se ci si concentrasse sul tema e sulla tecnica primo si risparmierebbero molti soldi, secondo si acquisterebbe solo quello che serve, terzo finirebbe il giro poco virtuoso delle fregature.

Ma gli sponsor popolari spingono in direzioni opposte. Ovvio il conflitto di interesse è lampante e chiaro...........

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Quanto costa un calibro cinese con precisione di 1/100 e lettore digitale? 20 euro.
Quanto costa il lettore digitale della messa a fuoco import con precisione di 1/100 (del lettore non della meccanica......) : 20 euro.
Poi se tutto il resto è sbilenco non importa, basta che si possa credere di essere precisi.

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Per rispondere in modo più corposo a Matteo, il quale si domanda perchè alcuni produttori inciampino volontariamente in alcuni dettagli, possiamo dire che la cosa è voluta.
Chiariamo subito che un produttore di mass market è tutto meno che disorganizzato o stupido, sa molto bene cosa fa e a chi vende la merce.
Prima di ogni cosa - lo abbiamo già spiegato - si pone il target price del telescopio, cioè dice: questo telescopio al cliente deve costare 1000. Inutile fare elucubrazioni da scienziati: tutta la costruzione starà dentro i costi a cui si somma la remunerazione cercata fino ad arrivare a 1000, non 1001 e non 999. Questi sono i processi industriali che guidano una costruzione.
Nel caso dei telescopi, ci sono costi incomprimibili (es. i blank di vetro, i cui costi NON sono trattabili), le materie prime e alcune lavorazioni (es. il costo macchina già tirato all'osso).
Resta dunque come ultima spiaggia "segare" alcune tolleranze per aumentare le velocità e (volontariamente) stimolare il ricambio strumentale.
Si perchè il compra e rivendi è ben pilotato, si potrebbe avere lo stesso telescopio allo stesso prezzo ma fatto molto meglio, ma poi come faccio a sostenere il giro commerciale se non si arriva a rapide dismissioni in mercati piccolissimi come quello astronomico?
Questi sono alcuni spunti che già possono far capire, a priori, come il prodotto di una certa marca così è e così sarà sempre.
E' un pochino il discorso fatto in un forum in cui si parlava di cupole e dove alla fine si afferma che una cupola da bricolage o arrabattata alla bella meglio costa 3000 e una veramente garantita 15000......(piu' o meno ma è per dare un esempio). Utenze diverse, prezzi diversi, prestazioni diverse.
Di mezzo ci va soprattutto il mantenimento degli assi ottici e meccanici, perchè - guarda caso - è anche l'argomento meno conosciuto dagli astrofili. Notate come ultimamente nei forum sia molto diradato l'argomento delle correzioni ottiche: forse si sono accorti che serve fino ad un certo punto leggendo in NortheK?

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Messaggio da maxproject »

Una nota dolente nel mantenimento degli assi meccanici è la messa a fuoco. In questo forum e altrove, compreso nelle monografie, ne abbiamo parlato in modo abbastanza esteso.
Sfugge a molti che in QUESTO punto specifico del telescopio vengono a crearsi i problemi di funzionamento.
Il sistema NortheK per i riflettori è autocentrante e studiato in modo da spostare il braccio di leva quanto più interno possibile, in previsione di setup pesanti o al limite della portata della messa a fuoco fornita.
Quindi abbiamo un sistema che, come già spiegato, cerca di lavorare con un centro meccanico impostato di default e di mantenerlo durante le osservazioni. Ma per avere questo piacevole accorgimento ci siamo scontrati con tanti problemi, spesso sconosciuti agli astrofili, e che non sono solo strutturali (flessioni e torsioni), ma anche legati alla qualità della subfornitura. Vi siete mai chiesti di quanto deve essere eccentrico il foro in un cassegrain rispetto al suo bordo? Quanto questa eccentricità rompa i cosiddetti nel sistema autocentrante e soprattutto nel modo di bloccare lateralmente lo specchio, è una sfida non facile per chi cerca di il perfezionamento di ogni dettaglio.
Qualcuno dice che non è determinante. Vero se poi si accettano i tanti compromessi che portano a risultati scadenti o alla comparsa sulla superficie ottica di deformate erroneamente imputabili a difetti di fabbricazione dello specchio.
Dalla prototipazione alla definizione della cella ST 25 e ST 35 abbiamo lavorato tantissimo in questo elemento di disturbo meccanico, abbiamo anche fornito a Oldham un protocollo qualità dimensionale a cui si deve attenere per poter passare un primo controllo di validazione meccanica.
Ma tutto questo ragionamento magari un po bislacco serve a portare l'attenzione sul grave, e ripetiamo, grave problema del centro ottico e meccanico delle messe a fuoco amatoriali.
Partendo da un presupposto teorico che ciascuna messa a fuoco a un fuori asse suo e di nascita, inevitabile, come possiamo fare per tenere questa deviazione sotto stretta sorveglianza e soprattutto che non si aggravi a causa di altri problemi?
Nei post precedenti avete letto di calcoletti che qualcuno si diverte a fare pensando di aver scoperto il modo di trasformare il piombo in oro, nella realtà abbiamo (ma non dovevamo farlo noi, chiunque lo sa) dimostrato che le cose non stanno così e che i numerini sono proprio numerini piccoli.
Se partiamo dal concetto, in parte errato, che gli errori si sommano a partire dalla prima vite del tubo fino al sensore di ripresa, ci rendiamo immediatamente conto di come sia molto complesso fornire un telescopio che sia rispondente in modo adeguato alla nostra filosofia aziendale. Ecco dunque che bisogna stilare una check list progettuale dove ogni singolo pezzo lavora per non introdurre fuori asse sistematici.
Poi, per ovvie ragioni di costo, possiamo mettere una messa a fuoco da 350 euro ci dovremo adattare a questo, ma selezionando tra le varie proposte di mercato e prendendo il modello che dimostra nel tempo la maggior affidabilità, o quantomeno un errore standard ripetuto e ripetibile.
Ne consegue che fino alla messa a fuoco possiamo prevedere bene i fuori asse, utilizzando una miriade di accorgimenti sia ingegneristici che "di comodo" e POI dovremo preoccuparci della parte finale del setup, ma è qui nel tratto tra la base del paraluce del primario e il fuoco sul sensore che giochiamo tutte le nostre carte.

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Messaggio da maxproject »

Parlando di paraluce in un telescopio a fuoco posteriore, vorremmo cogliere l'occasione anche per evidenziare un altro problema che ossessiona molti telescopi di questo genere.
Se noi facciamo (come la gran parte dei costruttori e per diametri fino a 350 mm, alcuni anche oltre) un cannotto autoportante, specchio conico, e paraluce che salta fuori, abbiamo realizzato un sistema economico e virtualmente perfetto. Perfetto per chi vende e non per chi compera. Si verificano strani fenomeni a volte uno ad uno a volte tutti insieme che compromettono telescopi costosi, possiamo stilarne un elenco, comunque in linea di massima il cannotto non ha mai la resistenza sufficiente a tenere in asse il primario, classici i paraluce che si abbassano dal loro centroide e classici i cannotti che impanciano la piastra posteriore del tubo.............ovvio tutto il peso è concentrato li e ti salvi solo se fai tutto fortemente rinforzato e ben calcolato, restano poi i problemi di differenziale termico in uno specchio conico, ecc.
Ci sono conosciuti telescopi con il paraluce primario che guarda in direzione della forza di gravità. Come si può collimare un telescopio così?
NON è vero che il semplice è amico del buon funzionamento, NON è vero che quel che non c'è non si rompe perchè se non c'è non fa nemmeno il suo lavoro, e la storia o l'analisi dei telescopi anche artigianali (lasciamo perdere i mass market) evidenzia in modo impietoso questo problema..............
Riflettete su questo. Il nostro cliente Roberto Milan ha realizzato un sistema a cannotto portante ma con una costruzione molto precisa e complessa, tanto che se avesse dovuto commissionarla a noi avrebbe speso gli stessi soldi di una ST 35.

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Secondo voi dove si scaricano le forze di un cannotto portante infilato dentro uno specchio (diciamo 35 cm per 35 mm che fanno quasi 8 kg), e quali dovrebbero essere gli accorgimenti per farlo funzionare? Ragionate, fatevi un disegno su di un foglio e ragionate..........c'è molto da dire su questo ma non ricorreremo a disegni di calcolo strutturale, quelli li lasciamo a chi vuole fare bella figura, noi la risposta la conosciamo bene, ma esercitatevi a provare.

P.s. non dimenticate le viti di collimazione.

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Qualcuno, seguendo il post precedente, potrebbe sostenere - correttamente - che ci sono un paio di costruttori che usano il sistema del cannotto con indubbi risultati positivi.

Vero. Guardate i listini e da soli vi rispondete. Per poter far funzionare questo sistema - che semplifica enormemente i tempi di assemblaggio e controllo - occorre non avere l'assillo dei costi e dei pesi, tanto che il costo finale è uguale ad un nostro sistema flottante autocentrante, questo giusto per fare chiarezza. Quindi non si confondano lamierati da 7500 euro con sistemi più complessi e realizzati secondo criteri di buona meccanica elementare.

Maxproject

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