Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

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maxproject
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da maxproject »

Non ha importanza chi è l'astrofilo, quanto mettere in evidenza come sia facile commettere errori anche in buona fede. Noi stessi lavoriamo da 3 anni alla serie 250 con il fine di ottimizzarla sotto tutti gli aspetti, e non pretendiamo sia perfetta.
Maxproject

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maxproject
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da maxproject »

Proprio da questi ultimi post possiamo prendere in esame il problema di come non sia banale realizzare un sistema ottico, meccanico senza approfondire tutti gli aspetti. Il fatto - ad esempio - di pensare di porre un doppietto abbastanza pesante tramite un filetto in un tubo di alluminio è un errore abbastanza grave.
Se il tubo è sottile, quando viene messo in macchina per la creazione del filetto, avremo il problema dello svergolamento e - ci si ricordi bene - il filetto non sarà sufficientemente preciso.
Questo comporta un secondo problema: siamo meccanicamente fortemente fuori asse. Questo in teoria può essere eliminato con la cella collimabile, ma se è vero è anche vero che siamo intrinsecamente in una costruzione mal progettata. Diventa infatti impossibile lavorare in modo corretto con i diaframmi (ammesso che siano calcolati correttamente) e con la controcella finale che supporta il fuocheggiatore.
A questo occorre aggiungere le condizioni in cui presentiamo il tubo in alluminio, con tutti i suoi problemi di ortogonalità, che il filetto si mangia.
Abbiamo già scritto che se si vuole realizzare qualcosa di veramente performante (ammesso che l'ottica giustifichi questa spesa) bisogna partire con le idee ben chiare e con le giuste conoscenze di meccanica.
maxproject


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Edited by maxproject on May 11, 2009 at 12:23 AM

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Per quanto sopra, ad esempio, nel piccolino di casa NortheK (il DP 100), ci siamo ben guardati dall'appoggiare il nostro obiettivo ad un misero anellino di alluminio incollato al carbonio.
E' stato necessario realizzare un pezzo monoblocco, pure consistente, molto preciso e in forma conica per dargli maggior resistenza a parità di peso, e su questo monoblocco si è lavorato col carbonio.
Si potevano ottenere i medesimi risultati riportanto un tubo rettificato in alluminio, ma avremmo pagato questo con una maggior dilatazione termica e soprattutto con un peso ben più alto per non aver flessioni (il carbonio è spesso un mm. per parte, in questo caso sarebbero necessari per avere medesime prestazioni 4 mm. di alluminio per parte).
Ottenere un bazooka di 1,4 mt molto ben curato e con un peso di molto inferiore ai 6 kg.,
considerando anelli di raccordo, messa a fuoco e cercatore 9x60, paraluce da 132 mm. x 200 in alluminio avvitabile, non è facile da fare sopratutto se si voglio risultati finali di alta qualità.
Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Possiamo immagine un rifrattore ben più grande costruito con i medesimi criteri?
Tempo fa abbiamo analizzato la costruzione di un rifrattore Zeiss da 200 mm f 15 acromatico.
La distribuzione dei pesi e soprattutto la necessità di creare una meccanica di altissimo livello per un'ottica di questa classe, ci ha impegnati alcuni giorni, sia nei calcoli strutturali per il carbonio e nell'analisi degli elementi finiti.
Detto questo, ci siamo concentrati su due aspetti ben separati. Il primo il tubo in carbonio.
Abbiamo scelto senza indugio un sistema a wrapping con alcune resine e tessuti ad alto modulo. Il risultato è stato quello di un tubo del peso di 12 kg. in grado di mantenere tutti gli assi ottici e meccanici entro 0,02 mm. (due centesimi di millimetro). E' su questo valore che si è poi lavorato per la parte meccanica.
Un siffatto tubo in alluminio avrebbe avuto un peso ben superiore ai 40 kg. con grandi problemi di dilatazione termica.
E' infatti la capacità di mantenere l'asse ottico e meccanico in una tolleranza strettissima che ci dice quanto e come è precisa la costruzione.
Si è poi pensato alla parte meccanica, ovviamente la cella esisteva già, si è quindi pensato ad una controcella che interfacciasse perfettamente con la parte in fibra (incollata con resina ad alta pressione), quindi ricavando la medesima da un piastrone da 100 mm. di spessore laminato e non da fusione, lavorato totalmente a fresa e in fase finale di ultimazione finito con utensileria di supporto, in modo da non avere nessun genere di deformazione sul manufatto, il materiale scelto è lega Halo 35 più stabile perchè ha subito un trattamento termico di stabilizzazione.
La cella posteriore è anch'essa ricavata da un disco di lega alto 150 mm. pieno e scavato completamente a controllo. La tolleranza di questa esecuzione è pari a 0,01 mm. in modo da mantenere l'allineamento anche con il comportamente delle epossidiche dopo la loro applicazione sulla parte in fibra.
Naturalmente sono state pensate tutte le finezze necessarie, quali sistemi di ventilazione pilotati, controllo delle temperature e delle termiche lungo il tubo ecc.
Un progetto interessantissimo. Pare che l'utente per il momento stia tentando strade diverse con alterne fortune.........
Maxproject

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daniela
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da daniela »

Un progetto molto interessante. Una domanda: questo Zeiss aveva oculari dedicati? So che il proprietario di questo doppietto ha autocostruito degli oculari a focale molto lunga, non so dire pero' se il telescopio avesse oculari dedicati. So che Zeiss ha prodotto negli anni 40 degli oculari wideangle a lunga focale ma questi erano per uso militare e da accoppiare a tutt'altre ottiche. Sono mostruosi!!! :)
Siccome si leggono in giro una serie di cretinate sugli oculari a lunga focale, evidentemente chi le scrive ha studiato sul manuale delle giovani marmotte, crediamo di far cosa gradita precisando alcune informazioni. Innanzitutto si legge che il costo di oculari nel range 60-100mm sarebbe orientativamente tra i 1000 e i 2500 euro. Se c'e' chi e' disposto a pagare cifre di questo genere - scriveteci immediatamente, non staro' a vendervi i miei usati, ma faremo di meglio: apriremo una linea di produzione nuova di zecca. Oculari sopra i 40mm se ne sono sempre prodotti e venduti, tanto piu' in passato quando gli strumenti tendevano ad avere focali lunghe (e in particolare c'e' stato un periodo di forte popolarita' dei Cassegrain molto chiusi e degli Schiefspiegler e simili), come ricorda chiunque abbia qualche anno di esperienza alle spalle. Una proposta di oculari fatti in serie e di altissimo livello veniva dal giappone col marchio Matsuyama (successivamente assorbito da Takahashi). Google mi conferma che le focali 60mm, 80mm, e 100mm costavano circa 500$ intorno alla fine degli anni 80; e che nel 96 un negozio aveva ancora i 60mm come fondi di magazzino (in vendita a circa 350$ di allora) come segue:
Masuyama 60 AFOV: 45deg, eyerelief: 46.7mm weight: 845g OTA attachment: 50.8mm sleeve price: 30,000yen
Unfortunately, 80mm/34deg/50.3mm/1100g/50.8mm and 100mm/46deg/34mm/1700g/??thread?? were sold out.

C'erano poi sul mercato svariati kellner da 60mm, ricordo i pentax e i vixen. Ho visto di recente uno di questi che e' passato su Astromart a 25$. Non lo ho comprato perche' ho gia' un 60mm giapponese, un vixen se ricordo bene, che come potrete immaginare non uso quasi mai. Oggi naturalmente tutti questi oculari sono abbastanza fuori moda, ma sono molto semplici da autocostruire o farsi costruire. Sicuramente chi intuba un rifrattore non avra' la minima difficolta' a intubare anche un oculare!! E comunque artigiani come Adriano Lolli o Paul Rini potranno costruirvi l'oculare secondo le vostre specifiche. Non saprei se un artigiano di oltreoceano, importato da un collega qui in italia, e di cui abbiamo sentito fare il nome, chieda veramente le cifre di cui si favoleggia..... spero proprio di no, perche' io possiedo un 100mm artigianale (barilotto da 4") fatto per un cassegrain 16" da osservatorio e che pero' l'acquirente ha deciso di farne senza, e lo ho pagato 200$ (No, non manca uno zero). Ma, se avete alcuni biglietti viola che ingombrano il portafoglio e che volete ad ogni costo utilizzare per l'acquisto di oculari ipercostosi a lunga focale, se avete gia' un assortimento completo in tutte le focali di oculari semplici ma ben fatti, e siete determinati proprio nella focale 60mm a spendere di piu' (certamente avrete gia' un 40mm di eccellenza come il Pentax XW40! Ma vi rode l'assenza della focale da 60mm, e il plossl vi innervosisce perche ha lo stesso campo dell'xw40...) beh cari amici permettetemi un consiglio: lasciate perdere i pastrocchi, spendete il dovuto e cercate un Pentax XL 60mm.

Daniela

"L'essenza della liberta' e' la matematica"

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Non ci si pone il problema del costo, quanto piuttosto di come sia complesso far funzionare in modo corretto certi accessori anche moderni (vedi: Ethos superpesanti). Siamo in presenza di accessori motivati o immotivati, ma comunque pesanti e con problemi di mantenimento dell'asse.
Chi ha questi interessi, PRIMA si deve domandare se quello che sostiene questi accessori è adeguato.
Inutile poi lamentarsi che tutto flette e si storta, sappiamo come vengono fatti molti strumenti anche di blasone, e nessuno è progettato per sostenere questi accessori.
Pensateci prima di comperare.
Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Gli accessori sono importanti, e il mercato propone sempre nuove cose, talune inutili ma altre molto interessanti.
Resta il fatto che di solito chi produce gli accessori non è quello che produce i tubi ottici (con poche eccezioni) e questo porta a spiacevoli sorprese, le tolleranze sono molto tolleranti, i pesi non funzionano più, gli assi non ci sono più.........eppure perchè gli utenti non pensano a questo dettaglio?
Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Possiamo richiamare il lettore a scorrere velocemente tutti quanto scritto su questo argomento. Oggi, giorni in cui abbiamo praticamente definito industrialmente tutti i modelli serie 250 e il riflettore Scout 108 , oltre al rifrattore DP 100, ci rendiamo sempre più conto che la ricerca maniacale di "precisioni" e "previsioni" di utilizzo di questi strumenti, si porta automaticamente dietro l'esigenza dell'accessoristica dedicata. E' un tema delicato, costoso per noi, e che deve essere pianificato con grande cura.
Certamente da un set up costruito con i medesimi criteri di precisione si eviteranno tutte quelle rotture di scatole che assillano l'astrofilo.......
Ma questo va fatto con stile e con cura: niente passi strani, diametri fuori standard, sistemi furbeschi per obbligare il cliente a comperare.
Chi sceglie gli accessori originali NortheK lo deve fare a parità di prezzo di altri di eguale qualità, perchè è convinto della maggiore garanzia di buon funzionamento.
maxproject

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daniela
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Messaggio da daniela »

vero, viene a volte il nervoso, e piu spesso viene la disperazione, quando si cerca di raccapezzarsi nel marasma di adattatori di ciascun produttore. La verita' e' che ci sono tutta una serie di standard differenti, non credo per cattiva volonta' quanto per mancanza di standardizzazione; sia fotografici che astronomici. E' un settore in cui un po' di riorganizzazione sarebbe benvenuta e a vantaggio di tutti. Detto questo, il fatto che ciascun set di accessori dedicato funziona meglio di uno generico, e' un fatto della vita anzi una ovvieta' :)

Daniela

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Un criterio importante, nella valutazione di un tubo ottico, è quello legato - indipendentemente dallo schema ottico - alla precisione della precisione meccanica. Questo è fondamentale per poter capire appieno quanto sia utile essere meccanicamente in ordine nella fase di pre collimazione (in officina o in casa dopo la manutenzione) e nella collimazione fine prima dello star test.
Facciamo un esempio. Esistono diversi metodi per collimare * meccanicamente * un tubo ottico. Per prima cosa diciamo che ben pochi sono i costruttori che si possono permettere ciò, soprattutto in telescopi a riflessione, le loro meccaniche non consentono minimamente di arrivare a standard cosi elevati in campo amatoriale. Collimare, intendiamoci qua: essere con tutti gli elementi meccanici ed ottici già in asse dento tolleranze meccaniche molto piccole, il che non vuol dire essere pronti per le osservazioni.
Tubi storti, lamierati svergolati, incurvamenti vari sono i problemi che non consentono di partire da una base meccanica sicura e precisa.
Percorso di una collimazione ottimale, dopo il montaggio dello strumento per la costruzione o la manutenzione (es.: pulizia delle ottiche ecc.):
a) messa in asse delle meccaniche
b) messa in asse delle ottiche e delle meccaniche
c) collimazione diurna con sistemi aggiuntivi (per esempio cannocchialino takahashi)
d) collimazione con stella artificiale
e) star test
f) collimazione con ccd e/o constrollo con p.e. ccd inspector
Questa è la trafila per la precisione, poi uno si ferma al punto dove vuole in funzione dei propri mezzi e desideri.
In questi giorni stiamo testando il primo prototipo del sistema di collimazione proprietario NortheK. Questo sistema, di cui parleremo più lungamente al momento opportuno, ci da un grado di precisione superiore al cannocchialino Takahashi (che noi tutt'ora usiamo e consideriamo assolutamente di grande pregio e qualità), di almeno 4 volte. I test vengon svolti con un RC notoriamente il più rompiscatole da collimare, per poi proseguire con le prove in tutti gli schemi ottici.
Bene, con questo sistema a strumento totalmente aperto con ottiche tolte, si può procedere al rimontaggio e al centraggio meccanico e degli assi ottici in meno di 10 minuti. Da qui poi si procede con un controllo con altri sistemi (che saranno poi ovviamente eliminati dal sistema NortheK che svolge tutte e funzioni necessarie compresa quella della stella artificiale).
Abbiamo eseguito 4 prove tecniche al banco e siamo arrivati a risultati lusinghieri. Ogni prova è stata ricontrollata con il Takahashi che non è riuscito a scorgere alcun fuori asse.
Ma questo che significato ha? A parte l'intenzione di offrire un prodotto che spazzi via d'un sol colpo molta moltissima paccottiglia che costa e non funziona, ci è servito per verificare alcuni parametri meccanici.
Perchè un sistema funzioni è anche necessario che tutto il complesso sia eseguito e montato con la dovuta precisione.
Ad ottiche e meccaniche montate e con gli assi perfettamente in ordine (non ancora a livello di star test ovviamente) abbiamo controllato un elemento importante e fondamentale: il piatto di supporto dello specchio piano dove appoggiano i bilanceri e che garantisce l'angolo esatto di 90° con l'asse ottico.
In tutte e 4 le misure la differenza (o dislivello) tra i tre punti di regolazione con micrometro è inferiore a 0,1 mm.. Questo numero ha un significato ben preciso. Ricordiamo che usiamo lamierati spianati con una tolleranza di 0,1 mm, che questi lamierati vengono ancorati con filetti con precisione di 0,1 mm.
Ci troviamo dunque in presenza di un manufatto che ha rispettato tutti i valori di precisione imposti da progetto, e che già al banco ma ancor piu' alla collimazione finale ci richiederà pochissimi sforzi per essere perfettamente settati (evviva i micrometri, quando vedrete in funzione il sistema vi renderete conto di quanto sono preziosi).
Il supporto secondario ha richiesto circa due minuti di lavoro e si sono toccate due viti di regolazione con lievi giri di vite micrometrica.
Ed ecco perchè una buona costruzione è sempre e comunque performante e permette lo sfruttamento massimo dell'ottica disponibile. I punti A-B-C sono stati raggiunti in pochissimi istanti. Rieseguiremo il test e poi procederemo con uno star test per vedere quale è il primo grado grossolano di scollimazione del tubo (la differenza tra la meccanica collimata e l'ottica presumibilmente più o meno scollimata).
Maxproject


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Edited by maxproject on Jun 21, 2009 at 10:22 PM