Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

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maxproject
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da maxproject »

Un punto fondamentale per il buon funzionamento delle nostre ottiche è che le medesime, dopo la collimazione, siano perfettamente in asse con il sistema di messa a fuoco o di ripresa.
Esistono semplici sistemi per ottenere questo risultato.
Il primo che è usato in TUTTI i telescopi amatoriali, anche di grande nome, è quello di rendere solidale (in uno strumento a fuoco posteriore) il foro del primario con il foro della messa a fuoco. Non a caso molti costruttori prevedono il blocco del primario, in modo che all'utente non sia delegato questo compito.

Anche se mi chiamo T............ e applico questo sistema, che è una semplificazione meccanica e di costo, non è detto che ho ragione.

Partiamo da un concetto fondamentale: presumiamo di avere ottiche di pregio, presumiamo di avere meccaniche di pregio, magari con l'utilizzo di compositi che hanno il compito di mantenere lo status quo anche al variare della temperatura, presumiamo anche di voler sfruttare al massimo il nostro strumento.

Su questo concetto dovremo pagare moneta. Sia in termini di prezzo ma soprattutto in termini di complicazione meccanica del nostro telescopio. Ottenere il massimo dal proprio strumento comporta AUTOMATICAMENTE abbandonare strade ordinare percorse da tutti perchè semplici, e cercare soluzioni piu' o meno complesse ma che meglio performino sul risultato finale.

Abbiamo detto qui e altrove che un punto fondamentale è quello di non introdurre forze estranee alla nostra massa vetrosa (sottile), consentendole cosi' di stabilizzarsi termicamente nel modo piu' "comodo" possibile, e soprattutto in fase di collimazione arrivare ad un livello di perfezione assoluta. Questo è un compito complicatissimo meccanicamente, ma risolvibile.

Se notate abbiamo offerto come servizio un corso di istruzione sulla gestione del proprio telescopio, sia di presenza, che su CD, che su carta. Questo è importante perchè l'utente deve essere accompagnato passo passo alla gestione della messa a punto del set up ottico e meccanico.

Non crediate che sia una ricerca esasperata alla complicazione, piuttosto domandatevi perchè ci sono cosi' tanti problemi (fuori asse, correttori che non funzionano, oculari che non vanno come dovrebbero, riprese fotografiche con evidenti difetti......soprattutto nei riflettori),
è nostro compito risolvere queste problematiche in modo radicale e mettere l'utente in condizione di avere un set up sempre e comunque totalmente operativo.

Ci sono una serie di applicazioni, tra cui un sistema di collimazione proprietario, e una serie di accessori forniti con i nostri tubi a riflessione che agevolano il raggiungimento della precisione richiesta.

Presto ne riparleremo.
Masxproject


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Edited by maxproject on Dec 31, 2008 at 02:32 PM

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maxproject
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da maxproject »

Naturalmente questo argomento rientra in quella questione guardata con grande timore, e reverenza, dagli appassionati:
la collimazione.

Si è scritto in un articoletto di "Argomenti Tecnici" che la collimazione è un PILASTRO PORTANTE per poter far funzionare il proprio telescopio.

Un telescopio o è collimato o non lo è, non ci sono vie di mezzo. Se poi ci si rivolge al mondo delle riprese fotografiche, ancor piu' bisogna diventare padroni di questa tecnica, inutile poi passare ore e ore a elaborare quando magari con una collimazione perfetta i risultati sarebbero migliorati del 20-30%.

Questo concetto è alla base dei tubi NortheK e dovrebbe essere anche alla base dei clienti NortheK. L'azienda è a disposizione per fornire tutto il supporto necessario, le prove pratiche, le simulazioni e il materiale necessario.
Maxproject


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Edited by maxproject on Jan 26, 2009 at 11:59 PM

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Questo discorso comunque ci porta ad un fondamento della costruzione di un tubo ottico. Fanno sorridere quelli che, per ovvie ragioni di costo e di "non problemi", dicono che per costruire un tubo ottico non è necessario mantenere determinati canoni di esecuzione meccanica, con i tilt del primario e del secondario si risolve tutto.
Peccato che i telescopi veramente performanti (e non è detto che siano i piu' blasonati, anzi....) sono tutti molto complessi nella realizzazione e seguono un progetto puntiglioso e privo di eccessivi compromessi.
Non vogliamo fare nomi di costruttori, anche perchè sotto uno stesso marchio, per ragioni commerciali si nascondono prodotti meglio o peggio riusciti, comunque invitiamo i lettori a fare una disamina di quanto offre il mercato e a verificare quanto sosteniamo.
Cosi' abbiamo in genere ottiche eccelse e meccaniche scadenti che si mangiano una parte dell'eccellenza ottica, o viceversa ottiche scadenti in meccaniche migliori che cavano tutto il possibile dal vetro disponibile, fin dove possibile.
Trovare un rapporto equilibrato tra qualità ottica e qualità meccanica ad un costo ragionevole è estremamente difficile e complicato, quasi impossibile.
La filosofia Northek, e cioè che un tubo ottico non è un prodotto "consumer" ma deve mantenere un valore di fruibilità e prestazionale inalterato nel tempo, porta da una parte a scelte che forse un po' intimoriscono il cliente ma dall'altra la certezza di un buon acquisto che durerà nel tempo. I tubi NortheK sono fatti per perfomare in qualsiasi tipo di utilizzo, compatibilmente con lo schema ottico, sia visuale, fotografico, fotometrico ecc.
Cosi' arriviamo al dunque, e cioè quanto è difficile poter consegnare un prodotto che abbia già in fase di progetto tutte le caratteristiche che un cliente qualificato cerca.
Noi ci rendiamo conto di questa problematica quando osserviamo lo scaffale dei prototipi e dei surplus.........decine di pezzi rifatti, ridisegnati, ottimizzati per ogni singolo particolare del telescopio. Un costo terribile che solo negli anni si annullerà. Ma è una scelta industriale nostra quella di non inquinare le linee commerciali con i tentativi di ottimizzazione costruttiva.
Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Un buon tubo ottico è sempre un compromesso, a meno di voler sconfinare in prezzi riservati a clienti elitari e di pochissimi numeri, tra precisione meccanica, ripetibilità della medesima, qualità ottica e PREZZO DI VENDITA.
Con questo, il vero problema è capire se un tubo il cui prezzo richiesto è ad esempio 7000 euro vale 7000 euro, per i suoi contenuti tecnici, e non 3000! Poi OVVIAMENTE il tubo da 7000 ammesso che sia qualitativamente corrispondente al prezzo richiesto, può essere certamente MOLTO migliorato, ma con maggiorazioni di prezzo che lo portano FORTEMENTE fuori mercato (e in questo caso chi può si faccia sempre fare uno strumento su misura e senza compromessi).
Un esempio sciocco ma significativo. Noi usiamo per la collimazione grossolana il cannocchialino Takahashi che attualmente è l'unico aggeggio che vale la pena di comperare in luogo delle varie cianfrusaglie proposte. Questo cannocchialino ha la parte di innesto filettata (ovviamente con un passo Takahashi....) di cui occorre acquistare il raccordo.
Noi, mi pare ovvio, il raccordo ce lo siamo fatti, essendo un lavoretto di pochi minuti al tornio.
Il raccordo si avvita al cannocchialino e si infila a precisione nella messa a fuoco da 2".
Usiamo come riferimento una delle migliori 2" presenti sul mercato: una FT 2025 eccelsa e molto ben fatta, tanto che lo sapete fa parte del corredo standard dei nostri telescopi di piccole dimensioni.
Il raccordo è lavorato sul diametro con la precisione di 1/100 visto che serve a collimare.....
Messa a fuoco nr. 1 = entra perfettamente e resta autocentrato senza nemmeno bisogno di chiudere il collare, centratura di poco inferiore a 1/100 sull'asse;
Messa a fuoco nr. 2 = entra a fatica ma entra.......
Messa a fuoco nr. 3 = entra a metà messa a fuoco e si blocca.
Cosa puo' significare questo? Semplicemente che replicare una precisione già molto buona come quella delle messe a fuoco FT è difficilissimo (lasciamo perdere le varie JMI e tante altre buone per fare dobson), virtualmente impossibile in produzioni di serie (notate con che precisione abbiamo realizzato il raccordo).
Ma allora, se vogliamo EFFETTIVAMENTE, centrare il nostro telescopio con una pre collimazione meccanica di qualità cosa dobbiamo fare?
Il trucco c'è ma lo sveliamo solo ai clienti delle nuove celle StabilobloK 25.
Maxproject

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maxproject
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da maxproject »

Stiamo inserendo in questi ultimi giorni, delle traduzioni di testi originali di Thierry Legault.
Sono articoletti divulgativi ma comunque molto interessanti. Ricapitolano quello che si trova in testi molto più corposi e non sempre di facile interpretazione.
Leggeteli bene e capirete che "anche" questo astrofilo di primissimo livello europeo rimarca questioni importanti che gli astrofili poco preparati non osservano: la meccanica è un aspetto prioritario al pari se non più della correzione ottica, la collimazione è fondamentale e non è una cosa che va fatta di tanto in tanto, i luoghi comuni sull'ostruzione sono e restano dei luoghi comuni, ecc.
Poche pagine, a volte, schiariscono molto le idee più di tante sortite ripetute a pappagallo in dozzine di pagine web, forum generalisti o riviste ..........
Maxproject

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enrico
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da enrico »

Si io ho letto tutto quello che avete caricato fino ad ora e sono d'accordo, resta un però non da poco: uno che non è un meccanico esperto come fa a sapere se quello che compera, senza provarlo, vale quel che vale ed è stato costruito con criteri più o meno logici? Un bel problema, bisogna solo sperare di non restare fregati.
Enrico

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daniela
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

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Ciao Enrico. Hai ragione e' un bel problema, pero' anche se e difficile valutare perfettamente un telescopio (specie nella fascia di prezzo medioalta) senza avere una preparazione ottica, meccanica, ingegneristica, progettuale che non e' richiesta all'astrofilo, e' anche vero che ci sono considerazioni molto semplici che possono risparmiare tante delusioni oltre che dispendio di tempo, soldi, energie. Non dimentichiamo poi che di solito uno strumento mal progettato mostra scivoloni progettuali palesi, in quanto se il progettista sapesse il fatto suo, beh sarebbe arrivato ad un buon prodotto con un prezzo abbordabile. Il cliente in prima battuta e prima ancora di considerare l'acquisto, dovrebbe fare tre cose: guardare accuratamente lo strumento; guardare accuratamente dentro lo strumento (ovviamente adottando, per quanto possibile, tutti gli accorgimenti necessari, collimazione, adattamento termico, eccetera); e porre al rivenditore e/o al costruttore molte domande sulle scelte effettuate e sulle motivazioni che ci stanno dietro. Queste semplicissime norme sono gia' di grande aiuto. Poi per andare oltre, non si richiede all'astrofilo di diventare un meccanico, pero' gli si deve chiedere di studiare - questo sito contiene molto materiale, c'e' tanto altro materiale reperibile in rete, ci sono molte persone preparate e disponibili a condividere le proprie conoscenze. Studiare e conoscere al meglio il proprio strumento significa usarlo al meglio delle proprie potenzialita'. E poi studiare fa bene alla salute, mantiene giovane il cervello, ed elimina la noia delle notti con cielo coperto o pioggia torrenziale

Daniela

"L'essenza della liberta' e' la matematica"

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maxproject
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da maxproject »

Visto che siamo partiti con l'argomento dell'assialità degli assi ottici e delle complicazioni meccaniche, è bene ritornare sull'argomento, mettendo ad esempio nel calderone delle argomentazioni un tipo di telescopio, che i meno competenti pensano il più facile in assoluto da intubare. Se questo puo' essere vero teoricamente (viste le pochi parti meccaniche in gioco), il telescopio rifrattore presenta comunque delle problematiche non lievi da considerare.
In primo luogo ci sono due elementi che sono pilastri portanti sul funzionamento del rifrattore:
- la cella che deve essere indeformabile e collimabile (asinate quelle non collimabili, sia ben chiaro e ben detto, anche se grandi costruttori le usano è solo perchè il progetto non consente a priori una mano amatoriale per fare la collimazione, percio' si blocca tutto e bon);
- la leva relativa alla lunghezza del tubo, rinomati telescopi fatti con lamierini di 2 mm in alluminio, le flessioni sono sempre misurabili e si portano dietro anche le termiche ovviamente;
ancor più il problema salta fuori quando si vogliono rapporti focale molto lunghi, dietro non c'è quasi mai una conoscenza meccanica adeguata, se poi gli obiettivi sono particolarmente pesanti e consistenti, la stessa cura che ci si mette nella lavorazione ottica va messa nella lavorazione meccanica.
Ci sono moltissimi esempi nei telescopi rifrattori di ottiche eccelse e meccaniche miserrime, ovviamente non citiamo nomi, anche famosi, perchè cio' non è consentito in un forum commerciale come il nostro.
Analizzando a fondo alcuni strumenti vediamo che anche il tema delle messe a fuoco è stato in gran parte sottovalutato, e con esso riemerge in tutta la sua potenza la difettosità di ogni singolo elemento, che alla fine si somma a tutte le altre. Disquisire in questi casidi "purezza",
"incisione" ecc. dell'immagine è e rimane un solo esercizio lessicale.
A volta sembra di assistere a discussioni da bar in cui ci sono super esperti di automobili che discutono per ore e ore di prestazioni ecc., naturalmente apprese da riviste del settore e non da prove approfondite.
Se vogliamo giudicare a fondo uno strumento, non basta lo star test. Sembra un "non senso", ma è cosi'. Primo punto: non è detto che durante lo star test l'occhio sia in grado di valutare appieno la performabilità dello strumento (per tutti i fattori collaterali che già abbiamo discusso), in seconda analisi se ho dei problemi meccanici è intrinseco che non sto lavorando alle potenzialità reali dello strumento. Talvolta le convinzioni personali e i soldi spesi autoconvincono di determintate situazioni.
Continueremo.......
Maxproject


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Edited by maxproject on Dec 10, 2010 at 12:29 PM

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Il caso chiamato in questione ad esempio è molto interessante. Prendiamo i clienti standard di strumenti rifrattori di alta gamma. L'unico e argomento ben discusso fino alla maniacalità è la qualità del progetto ottico e della relativa precisione. Ma, ci domandiamo, questi clienti sanno che stanno parlando di livelli di qualità elevatissimi e che poi non applicano nella parte meccanica? Il normale buon senso ci dice che questo è sbagliato.
Un amico ci ha mostrato un rinomato strumento fotografico che quando viene puntato verso l'alto......lascia cadere all'indietro il paraluce, viene da ridere se non da piangere sapendo quante migliaia di euro costa lo strumento.
ma potremmo parlare lungamente di celle non collimabili, di tubetti in alluminio da 5 euro al chilo nemmeno rettificati al tornio, o di diaframmi stranamente lavorati al bordo "per il flusso laminare di raffreddamento" cosi' come scrivemmo poco tempo prima in un forum. Ma questi signori sanno cosè un flusso laminare? sanno come si progetta un sistema di raffreddamento di un tubo di materiale composito? sanno quali e come devono essere posti tutti i valori in funzione del tessuto e della resina usata?
Abbiamo parlato ad esempio delle celle, che vanno progettate e costruite in un certo modo, ma non solo nel progetto e nel materiale, ma anche e soprattutto nel metodo di lavoro, con la creazione di appositi utensili che servono e sono indispensabili per non creare deformazioni che saltano poi fuori assomandosi a tutti gli altri problemi. Ogni cella del piccolino di casa (il DP100) è stata costruita con una attrezzeria appositamente progettata e costruita!
Naturalmente se lavoriamo con strumenti piccoli 60-100 mm. e schemi semplici (2-3lenti), e rapporti focale compresi fra f 8 e f 12 non ci sono particolari pretese, ma non c'è dubbio che nel momento in cui dobbiamo spingere le immagini stellari a certi livelli ci giochiamo il risultato, anche solo sbagliando la lega per la cella. Di questo siamo testimoni noi medesimi che in un grosso strumento costruito con cella da fusione (ma pesantissima) non performa e scollima in continuazione.
Continueremo
Maxproject


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Edited by maxproject on Jan 20, 2009 at 11:10 PM

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Il pressapochismo è tanto. Noi non abbiamo la presunzione di essere esenti da errori (nessuno lo è) e diamo il massimo impegno per ridurre al minimo errori, omissioni, e il meglio al prezzo più basso ottenibile.
Tuttavia leggiamo a volte affermazioni sciocche, convinte che aumentando la tiratura di un pezzo da 10 a 30 i costi scendano a livello delle biglie di vetro. Questo denota una "non conoscenza" di base del processo produttivo. Qualunque imprenditore che fabbrichi qualcosa, dalla birra alle patatine, vi saprà indicare un punto "di non ritorno" sotto il quale non si scende (a parità di prestazione) indipendentemente dai pezzi fatti, anzi: puo' accadere esattamente l'opposto, cioè che i costi si alzano perchè finiscono le economie di scala ed iniziano altri problemi. Questo porta a dei malintesi, come quello in cui si è fermamente convinti che un telescopio fatto in pochi pezzi costa caro per quello..........se vogliamo fare una disamina industriale possiamo dire che questo corrisponde al 30% della motivazione, il resto è dovuto alla cura con cui è stato fatto. Naturalmente bisogna azzeccare il paragone.
Cosicchè si torna al punto di partenza: dei vari costruttori, noi compresi ancorchè sconosciuti ed intonsi, chi veramente applica i canoni della precisione meccanica ed ottica nella qualità totale del prodotto? Non lo sappiamo sarebbe una analisi interessante da fare.
Ma, un buon progettista lo beccate subito, da come spiega e da come concepisce un prodotto.
Se parliamo di tubi in alluminio - ad esempio - ci sono quelli che quando noi parliamo di spianare il tubo al tornio sono convinti che questo significhi passare al tornio il tubo, e che questo magicamente diventi perfettamente in asse. Ovviamente non è questo che noi intendiamo, e nemmeno stiamo a spiegare cosa vogliamo dire, ciascuno si fa le sue ricerche e paga di tasca propria gli esperimenti.
Non è un mistero per nessuno che molti strumenti "top level" per certe applicazioni vanno poi retrofittati. Ma come non sono già "top level"? Sarebbe come retrofittare la Ferrari per essere sicuri che non scoppi una gomma.
Torneremo sulla precisone meccanica.
maxproject

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