Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

salvatorelovecchio
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Iscritto il: 29/12/2010, 20:21

Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da salvatorelovecchio »

Sono cose risapute.
Non a caso chi pratica la fotografia del profondo cielo spesso e volentieri preferisce farsi fare parte della raccorderia con specifiche ben precise.
Se non ricordo male tra i primi a rendersi conto che nella roccorderia commerciale le cose non andavano bene furono i fratelli Margaro.
Quando poi si utilizzano sensori di grande formato tutti i nodi vengono al pettine.

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maxproject
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da maxproject »

Vista l'importanza dell'argomento e la nostra impossibilità (per il momento.......) di intraprendere la strada delle raccorderie ben fatte, ricordiamo a tutti i clienti NortheK che possiamo realizzare qualsiasi raccorderia in funzione del proprio set ottico visuale e/o fotografico.

Praticamente all'ordine dello strumento ci consegnate il Vostro materiale e provvediamo ad installarlo con tutti i componenti aggiuntivi realizzati con alto grado di precisione.

Il passo successivo sarà un progetto di cui al momento riteniamo opportuno non parlare, vista la troppa trippa che c'è in pentola.

Maxproject

Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
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Frank
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da Frank »

Bravo Max, finalmente ti sei deciso. Io e Salvatore abbiamo dovuto martellarti ma vedrai che non te ne pentirai.
Chi vuole un Northek non può rischiare di rovinare il tutto per un gioco di 3/4 decimi di mm
sul componente + banale.

Franco

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Andrea Maniero
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da Andrea Maniero »

Visto che si tratta di assialita' e complicazioni meccaniche qualcuno ha idea di quale sia il problema dello strumento ?

Ho realizzato un'immagine planetaria aumentando volutamente i livelli delle curve e ne e' uscita questa che sarebbe la distribuzione della luce restituita dall'ottica .

Qualche idea ?



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maxproject
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da maxproject »

Boh, in alto c'è uno sbuffo luminoso anche se si fa fatica a vedere bene.

Sembra una deformazione strutturale dello strumento, il cono di luce è deformato in modo simmetrico ma non del tutto. La deformazione non è data dai supporti laterali perchè tende ad essere su 4 lati. Il lato dx è più "rotondo" il lato dx è più appiattito.

Credo sia il tubo storto o che si è deformato interferendo con il draw tube del fuocheggiatore.

Maxproject

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Frank
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da Frank »

Le informazioni sono pochine, giusto x buttarla li, un tubo ovale tipo naso camera potrebbe dare questo effetto.

Franco

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enrico
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Iscritto il: 01/11/2008, 16:43

Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da enrico »

Fintanto che il mistero della macchia gigante di andrea non è risolto, volevo fare un'altra domanda inerente agli assi ottici, che mi è venuta in mente leggendo la minestra di questi giorni su Binomania, dove si posta la foto di un 800 mm.

Max, nuda e cruda, come si fa la carpenteria di uno strumento così grande per stare in asse?

Grazie se hai voglia di rispondere.

Enrico

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maxproject
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da maxproject »

Ci provo, anche se ho ancora tante cose a cui rispondere qui nel forum e pochissimo tempo a disposizione.

Se parli del 800 mm newton del Celado, questo strumento appartiene ad una classe di telescopi professionali, al limite della gestione amatoriale, e che vengono costruiti senza badare molto ai costi, già che chi li acquista ha le giuste provvidenze economiche.

Parliamo dunque di carpenteria, ma serebbe più corretto parlare di meccanica pesante. Naturalmente i dilettanti si sperticano in considerazioni più o meno risibili, sulla tolleranza di queste costruzioni e sul quello che deve venire fuori alla fine.

Esistono in Italia molti telescopi di queste dimensioni , o poco più piccoli, che denunciano gravi difetti di funzionamento tanto da essere utilizzabili raramente, mai o in piccole porzioni stagionali. La ragione di questo fatto è data dalla considerazione che si è trattato di costruzioni di carpenteria e non di meccanica pesante o di concezioni vecchie come mio nonno: classico l'uso del ferraccio tagliato al plasma e poi saldato. Va da se che in questo caso piastroni da 20-30-40 mm di spessore in ferro hanno una loro vita "termica" che va ad inficiare ogni e qualsiasi speranza di metterci un sensore dietro. Potrei fare nome e cognomi dei costruttori e degli osservatori ma ovviamente non è il caso.

Recentemente ho dibattuto lungamente con un amico sul tema di una forcella per un telescopio da 1,5 mt e sulle tecniche necessarie per ottenere risultati di precisione (lo so....calma eh, la parola precisione mette qualcuno nel panico, ma a tutto c'è una spiegazione) sufficienti a contenere entro limiti accettabili tutti i comportamenti della meccanica.

Tanto per fare un esempio semplice: non si usa ferro ma acciaio (un certo tipo di acciaio), per controllare deformazioni e termiche ovviamente, la forcella viene costruita con profilati commerciali saldati (e un certo tipo di saldatura, certificata). La precisione in questo caso rispetto al disegno finale ha tolleranza di 4 o 5 mm. Si procede poi ad un trattamento termico, in forno, di distensione del manufatto, cioè si riscalda il pezzo e lo si raffredda secondo una curva ben precisa per fare in modo che tutto, comprese le saldature, distendano e scarichino tensioni e disomogeneità (altrimenti il calcolo strutturale non serve a niente). L'ultima fase è quella di portare il forcellone in fresatura dove viene fresato completamente asportando truciolo fino ad una tolleranza nell'ortogonalità degli assi inferiore a un mm.

Idonei attacchi al traliccio permettono di ridurre ulteriormente questa tolleranza, portandola a valori di 0,....

Così il processo per altri pezzi del telescopio. Questa è la procedura oramai ben conosciuta e ben collaudata per costruire telescopi ad uso professionale. E' evidente che non è un costo molto popolare ma tutto sommato ancora abbordabile per chi desidera telescopi così grandi.

Un'altra strada per telescopi meno pretenziosi è quella di costruire scatolati metallici (in acciaio, anche se molti usano il ferro con i risultati finali che si conoscono) e di curarne il parallelismo prima della saldatura, con dei "fazzoletti" o triangoli fresati con precisione e saldati dentro lo scatolato, il quale sarà di conseguenza dentro (forse) le tolleranze cercate, perchè non dimentichiamo che saldare e non fresare ha le sue conseguenze.

Non si creda che un grande telescopio sia costruito con precisioni del centimetro......,perchè poi raddrizzare grandi masse e fare in modo che queste masse stiano dove devono stare con le variazioni termiche, non è poi così semplice. Se è storto per un cm quando dilata o rientra il danno sarà ben più grave e praticamente ingestibile.

Non vorrei approfondire oltre perchè diventa complesso, comunque a grandissime linee questi sono i processi di carpenteria astronomica.




Tanto per dare una traccia, ecco un lavoro di meccanica pesante in un piccolo 600 mm.

(mi sono accorto che ho scritto ferraccio o ferro per esemplificare l'esposizione al lettore. Nella realtà il ferro non viene nemmo più commercializzato, si intende con questa accezzione acciaio a bassisimo tenore di carbonio normalmente lo 0,2%).

Max


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Edited by maxproject on Nov 4, 2013 at 11:22 AM

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maxproject
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da maxproject »

Tanto per dare una idea di cosa si intende per meccanica pesante, ecco una foto finale di una cella da 1,2 mt montata. E' evidente che si sta lavorando con precisioni a due decimali e non con la lamiera tagliata al plasma:




(notare il sistema dei supporti laterali che richiama un po' il concetto di RCos, con la differenza che questo è altazimutale, quindi molto più facile da gestire di un equatoriale sotto l'aspetto delle deformazioni).


Maxproject





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Edited by maxproject on Nov 3, 2013 at 11:34 PM

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maxproject
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da maxproject »

Passando ad altra questione, vorremmo spendere alcune parole sul supporto secondario dei telescopi riflettori, particolarmente sui sistemi cassegrain.

Sapete benissimo, e omettiamo foto perchè superflua, che NortheK utilizza un sistema a perno centrale, scorrevole su di un cuscinetto assiale e comandato da un micrometro. Questa esigenza di portare il secondario più verso il primario o più lontano (ASSE Z) nasce dai seguenti obiettivi che un buon astrofilo deve conoscere:

a) portare alla esatta distanza tra primario e secondario, che varia da set ottico a set, che non è quella dichiarata dal costruttore in quanto ha una sua tolleranza (abbastanza consistente);

b) eventualmente accorciare o allungare il back focus (di poco per non introdurre aberrazioni) dello strumento secondo le nostre esigenze di treno posteriore.

In questo forum abbiamo dimostrato come l'uso del micrometro sia fondamentale (in un thread che parla del RC) e in altre sezioni nel tempo se ne è discusso.

Rovistando nel web notiamo che i nostri colleghi usano due/tre sistemi:

a) un dado filettato
b) una manopola che comanda un dado filettato
c) un attuatore lineare elettronico (nei modelli più costosi)
d) (...) un robofocus attaccato ad un perno filettato, magari con la pretesa di fuocheggiare sul secondario.

Di questi metodi parleremo nei prossimi post, dimostrando come il sistema a micrometro sia più economico e performante di TUTTI gli altri sistemi (almeno secondo il nostro punto di vista).

Maxproject

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