Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

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maxproject
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da maxproject »

Certamente mettere un sistema flottante (indispensabile in vetri leggeri) ben fatto e funzionante ha dei costi non popolari. Ma se ragioniamo un attimo questo sistema da sempre usato, ed evitato da chi vuole risparmiare, è alla fine l'unico sistema funzionante. Non a caso è sempre stato usato anche nei telescopi professionali fino all'avvento dei sistemi dinamici per il controllo delle superfici.
Un elemento fondamentale è proprio quello di consentire al disco di vetro di riposare in modo adeguato e senza shock di alcun tipo che si ripercuotono inevitabilmente sulla superficie riflettente. Allora - se in campo professionale non esistono celle con supporti laterali, potendo contare su opportune masse e sistemi posteriori angolati che provvedono al mantenimento dell'asse del disco - in campo amatoriale ci dobbiamo adeguare ai pesi e alle croniche ristrettezze di bilancio.
Discorsi lunghissimi sui supporti laterali ecc. hanno la loro valenza se paragonati alle meccaniche di mio nonno. Perdono molta spinta quando la cella lavora in modo corretto (e noi non riscontriamo problemi ai bordi degli specchi pur lavorando con 25-35 mm), ne consegue che dal nostro punto di vista è necessario valutare l'insieme del sistema per poterne capire le valenze.
Se dobbiamo spendere per un telescopio che deve durare anni, vale la pena di comperare un mass market? Con qualche semplice somma si può dimostrare che non conviene, soprattutto se poi ci dobbiamo mettere accessoristica di valore e che richiede interfacce ad alte prestazioni.
Parliamoci chiaro: serve un super sensore, magari raffreddato, attaccato ad un tubo sbilenco?
Non si dia poi la colpa al seeing, che sembra diventato l'alibi di molte brutte foto che si vedono nel web.

Maxproject


Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
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Edited by maxproject on May 21, 2011 at 01:41 PM

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maxproject
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da maxproject »

A dimostrazione che anche in visuale la meccanica conta come l'ottica, con buona pace di chi teorizza l'opposto:

https://www.northek.it/specifiche.cfm?id=39

A fondo pagina un retrofit ben spiegato. Altri a seguire.

Maxproject

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Andrea Maniero
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da Andrea Maniero »

Quote: Per esempio un argomento che non viene mai affrontato è l'ortogonalità dei sensori CCD.
Sappiamo chi più chi meno che questo problema affligge gran parte delle camere, anche costose, destinate al settore amatoriale.
Recentemente abbiamo preso in analisi alcuni grezzi di immagini realizzate con strumenti di focale consistente. Il problema della non ortogonalità è ben presente.
Non ortogonalità significa che il nostro cono di luce non finisce esattamente in modo simmetrico sul sensore e avremo cosi delle deformazioni e una infinità di altri problemi (FWHM mediamente più alto, vignettatura, ecc.).
A volte sono i "nasi" che sono storti o che hanno troppo gioco visto che si devono adeguare alle tante messe a fuoco disponibili sul mercato, a volte i sensori che sono proprio montati storti........Anche questo è un anello della catena, piaccia o no ma è così.

Maxproject

--- Original message by maxproject on May 9, 2011 08:59 PM
A questo proposito non molto tempo fa' , ho misurato la precisione di lavorazione di alcuni accessori da 31.8 per l'inserimento di CCD , oculari , barlow ecc. come pure il diametro esterno di alcuni nasi passo C normalmente in commercio per Webcam e CCD .

La lavorazione e' scandalosa ! Solo alcuni raccordi Baader si sono salvati , altri ed in particolar modo quelli di una ditta "specializzata italiana" molto conosciuta hanno una lavorazione da "sagra paesana " !

Ho inserito il naso Baader su di una slitta portafiltri ...............oltre a ballarci dentro , alla pressione di chiusura delle due viti poste a 120° il disassamento era gia' visibile ad occhio nudo a calibro con precisione 1/20 quindi niente di eccezionale lo scostamento era di circa mm 0,53.

Quello che mi turba e' che questi raccordi sono posseduti da molti astrofili e che la ditta nel suo sito citi "meccaniche di precisione " !

Ciao Andrea

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maxproject
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da maxproject »

Che naturalmente osannano i loro strumenti (gli astrofili) per poterli rivendere con il minimo della perdita. Ma questo è anche voluto! quando vediamo gruppi d'acquisto per pezzi da 10-50 euro pensate veramente che l'utenza sia in grado di discernere tra un pezzo tecnico e una cretinata fatta in cantina?

Maxproject

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maxproject
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da maxproject »

Questo, comunque è molto emblematico. Comincia a scoprirsi un velo, e porteremo altri casi del genere. Chiunque puo' alzare obiezioni su quanto contenuto nel testo ma non puo' mettere in dubbio l'onestà e la preparazione dell'autore.

E quando leggiamo:

Per verificare se la meccanica mantiene gli assi e quindi la collimazione, ho messo il pianeta perfettamente a fuoco da un lato del meridiano e ho provato a ribaltare il telescopio sul lato opposto: incredibilmente Saturno era ancora perfettamente a fuoco! Il diametro generoso di questo strumento lo rende particolarmente adatto all'osservazione lunare. Ho utilizzato il Mark 5, ormai irrinunciabile per le mie osservazioni visuali, con oculari Ortho Genuine da 12.5, 9 e 7 mm (480X - 670X - 860X) provando quella sensazione di tridimensionalità che questo accessorio offre e sopratutto, ho notato la totale assenza di luce diffusa. Adesso lo strumento è in grado di fornire immagini molto dettagliate e contrastate con parecchi dettagli fini come le rimae, i massici montuosi, i corrugamenti e molti craterini che prima erano "invisibili" sono ad un tratto "risolti"..... La "sfida" con l'apocromatico questa volta la vince e non poteva essere altrimenti, il riflettore!

Dobbiamo ancora discuterne?

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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da roby2008 »

Sarebbe interessante sapere quanti telescopi Schmidt-Cassegrain, Maksutov-Cassegrain e Dall-Kirkham commerciali riescono a superare la “prova del meridiano”. Nelle recensioni pubblicate sui vari forum popolari nessuno ne parla. Ricordo soltanto di un MaKsutov-Cassegrain della TEC, il 250mm a F20, che l’ aveva brillantemente superata! E gli altri?

Roberto Milan


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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da maxproject »

Nessuno ne parla perchè forse nessuno la supera? Non lo sappiamo, eppure i vitoni messi dai proprietari per fermare gli specchi sono una consuetudine, i menischi storti e non ortogonali anche, restano comunque strumenti favolosi.

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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.

Messaggio da maxproject »

In un progetto, ammesso che lo si esegua bene e sopratutto lo si pensi bene, esistono delle priorità che soverchiano altre preferenze che per ragioni di costo o praticità vengono passate in secondo piano.
Il mantenimento degli assi ottici e meccanici è una di queste priorità assolute. Naturalmente sia la meccanica che l'ottica hanno i propri ambiti di progettazione, controllo delle tolleranze e accessibilità ai costi di realizzazione (nel senso che una cella in acciaio performa molto meglio di una in alluminio, ma a che prezzo e a che peso?).
Dato quindi questo assunto che un costruttore serio tiene come stella polare nei suoi progetti di MATERIALE TECNICO, il risvolto per l'utente è immediato.
Quanta disperazione (per non dire brutte parole) vediamo quando gli astrofili si apprestano a eseguire imaging e la messa a fuoco si sposta, il primario anche, il secondario dondola...........la collimazione c'è non c'è............e poi dopo ore di fatica si mette qualche frames buono nel pc, e il resto? magari nell'unica serata buona del mese.............

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Messaggio da maxproject »

Finendo i dettagli del newton 350 mm f 4,1 con il relativo correttore, notiamo quanto sia stato difficile realizzare la meccanica a prova di torsione e flessione. In particolare diamo come dettaglio il solo sostegno della messa a fuoco, autolivellante, dello spessore di ben 15 mm. Questo sostegno è progettato per ospitare di serie da FT da 3" o qualsiasi altra messa a fuoco (FLI ecc) che ci richiede il cliente. Il tutto è ovviamente strutturato per reggere senza problemi sensori di grandi dimensioni oltre che al correttore di campo.
Con questa esperienza ci domandiamo come fanno prestigioni costruttori a tenere un asse ottico su un tubetto di carbonio che pure flette nel momento in cui chiudi le viti di ritenzione, eppure i costi sono molto alti e le foto sono bellissime, che esistano altre verità nascoste?

Maxproject

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Messaggio da maxproject »

Una ulteriore sfida è la definizione del prototipo sperimentale del TAG. Questo prototipo è di piccole dimensioni (250 mm f 6) e serve per capire alcuni dettagli che in teoria ci possono sfuggire. Non sarà un prodotto destinato alla vendita. Ma in questo tre specchi la sfida è ancora più difficile per il mantenimento degli assi e delle ortogonalità, senza rendere impossibile la collimazione e la gestione del tubo.

Maxproject

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