Intubare un rifrattore: sembra facile.......

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maxproject
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Intubare un rifrattore: sembra facile.......

Messaggio da maxproject »

Vogliamo anche far notare che di fronte a immagini molto esplicative, alcuni LESPERTI costruiscono le loro opinioni, commentando le immagini come la prova tangibile che la loro opionione è suffragata dai fatti.

Pero' ci corre l'obbligo di far notare che al nostro occhio i dettagli non sfuggono e - purtroppo - molti usano e commentano immagini che sembra gli diano ragione, salvo poi (e lo possiamo fare in qualunque momento e luogo) dimostrare noi medesimi che le
suddette affermano ESATTAMENTE il contrario di quello che LESPERTO ha voluto o cercato di dimostrare.

Sarebbe un gioco troppo facile per noi mettere alla berlina alcuni dilettanti, cosa che facciamo volentieri quando si travalicano alcuni confini che non vanno mai superati, in altri casi lasciamo correre, perchè chi comprende la nostra filosofia capisce al volo chi sta affermando un pensiero e cerca di sostenerlo e di chi parla senza sapere di cosa parla.

p.s. questo post è stato messo qui non a caso, ma non riportiamo elementi ulteriori solo per evitare discussioni, comunque il senso di quanto abbiamo scritto vale più o meno per una buona furgonata di LESPERTI.

p.s.2 : il thread "telescopi a confronto" serva di lezione a chi parla senza sapere.

Maxproject

Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
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oreste
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Intubare un rifrattore: sembra facile.......

Messaggio da oreste »

Quando intubate qualcosa di grosso?? Vorrei vederlo e confrontarlo col lavoro di altri costruttori.

Oreste

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maxproject
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Intubare un rifrattore: sembra facile.......

Messaggio da maxproject »

Qualche idea ci frulla in testa, ma abbiamo troppe cose in corso di esecuzione, pertanto non possiamo disperderci in quanto non è stato programmato fino ad oggi. Speriamo di avere un pochino di tempo in più e di presentare qualcosa di molto particolare.

Maxproject

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maxproject
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Intubare un rifrattore: sembra facile.......

Messaggio da maxproject »

Sempre restando in tema di rifrattori a fuoco lungo, ci sono molte posizioni e scuole di pensiero relativamente alla necessità e al posizionamento dei diaframmi.

Ciascuna opinione è supportata da teorie che in teoria gli danno ragione e mettono nel torto l'opinione contraria.

Tralasciando i commenti ilari che qualcuno che ci legge con grande assiduità riporta altrove, circa la precisione sul posizionamento dei diaframmi in un rifrattore, e - calcoli alla mano - dimostra che la nostra precisione non serve, vogliamo non prendere in considerazione questi ragionamenti fantasiosi figli di tante ore al pc e poche ore al telescopio.

NortheK è dell'opinione che i diaframmi servono. Non pretendiamo di avere ragione in senso assoluto in quanto, in linea molto teorica, se tutto fosse realizzato "ad hoc" e posizionato dove e come si deve (in cupola per esempio) sarebbe anche facilmente dimostrabile che i diframmi interni non servono (sempre in teoria). Nella pratica questo non avviene mai.

Un confronto recente tra il DP 100 e altri strumenti ha mostrato a favore del primo uno sparpagliamento della luce residua praticamente inesistente. Il DP 100 ha 3 diaframmi.

Se guardiamo alcune foto di autocostruttori notiamo che la non conoscenza ha portato ad inserire un numero esorbitante di diaframmi in batteria, pensando che - nel dubbio - il contrasto e l'abbattimento delle luci parassite aumenti in modo esponenziale. Questa pratica è errata su tutti i fronti. In primo luogo se servono 3 diaframmi, metterne 8 non migliora nemmeno sensibilmente il risultato finale (il cono di luce è un elemento ben prevedibile dentro il tubo di un telescopio), in seconda battuta anche un numero troppo elevato di diaframmi disturba l'andamento termico all'interno del tubo. Da immagini in cui si vedono batterie di diaframmi si capisce bene la preparazione del costruttore.

Il DP150 ben più pesante e complicato, proprio per quanto sopra, ha 4 diaframmi di cui uno neutro e un sistema che elimina i blocchi termici nelle varie sezioni del tubo. Presto termineremo il sistema di controllo attivo delle termiche e sarà interessante ricavare i grafici con le varie misurazioni in vari punti del tubo, e da li estrapolare un protocollo di controllo continuo per governare i differenziali.

Tutta questa precisione (che si chiama "overingegnerizzazione") ha un obiettivo ben preciso: avvicinare il più possibile le prestazioni teoriche di un telescopio a quelle pratiche, elemento questo che - manco a dirlo - è tra i più difficili da raggiungere.

Maxproject


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Edited by maxproject on Jul 8, 2012 at 11:42 AM

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maxproject
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Intubare un rifrattore: sembra facile.......

Messaggio da maxproject »

Anni fa, in una discussione presso una piattaforma popolare, parlammo di come installare i diaframmi dentro un telescopio rifrattore in carbonio. Riportammo anche la nostra teoria che i diaframmi devono svolgere il loro compito ma devono anche far lavorare i flussi di aria da espellere a ridosso delle pareti in carbonio.

Poco dopo un nostro collega, copiando pari pari, ha intubato un prodotto seriale seguendo con scrupolo quanto abbiamo scritto (nel catalogo le foto sono ben eloquenti). Cio' detto per evidenziare come sia pericoloso applicare concetti che non si conoscono, ricopiando le tesi altrui, e infatti l'impianto concepito dai nostri amici non puo' funzionare in modo ottimale, perchè - per quanto ci riguarda - ci siamo scordati di spiegare un pezzo del ragionamento.

Allora a chi intuba un rifrattore di buone dimensioni, chiediamo di fermarsi un attimo a ragionare sulla questione delle termiche. Non è una questione che riguarda solo i dobson......... c'è molto da dire su questo e affermazioni bislacche "chi intuba rifrattori in carbonio va incontro a grossi guai", appartengono a chi non ha evidentemente padronanza della materia.

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Già chi intuba rifrattori in carbonio va incontro a grossi guai.

E come mai noi non lo rileviamo usando tubi in carbonio? Magari al sole per ore? Vero che il carbonio si scalda (tipico: parte superiore esposta al sole calda, parte inferiore in ombra fredda), e come mai non genera termiche al suo interno.........forse non abbiamo capito qualcosa, anzi una cosa si l'abbiamo capita: le formule tecniche ci dicono esattamente come si comporta un materiale nella situazione X, ma non come si comporta lo strumento nel complessivo.

Ci sono dei dettagli che appena avremo voglia dimostreremo, per gli amanti "io ho dimostrato, adesso aspetto che mi dimostrino", con misurazioni strumentali e che getteranno un po' di ragionamenti alle ortiche, magari demolendo molta teoria (corretta ovviamente ma applicata a proprio comodo). Dateci un pochino di tempo e anche qui diremo la nostra.

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Messaggio da maxproject »

Naturalmente quando un rifrattore a fuoco lungo funziona bene, è OVVIO come dicono gli altri che funzioni bene. Se così stanno le cose, giusto per non perdere tempo, perchè non si prende un lungo fuoco che funziona e lo si mette a fianco di un lungo fuoco consumer? Siamo poi così sicuri che è OVVIO che funzionino in modo uguale? Noi la risposta la sappiamo e aspettiamo che altri facciano un esperimento così come detto, a parità di X stessa sera, fianco a fianco, stesso deviatore e stesso oggetto. Poi nei discutiamo.
I più ottimisti sono ancora convinti che il lungo fuoco perdona gli errori di costruzione. In parte, ma solo in parte, puo' essere vero, così come li perdona un qualsiasi apo corto in visuale, ne più ne meno.....solo che col lungo fuoco non ci facciamo pose fotografiche ne osserviamo larghi campi stellari.

E' molto interessante fare questo genere di confronti (e chiunque li puo' fare, basta essere in due per avere pareri diversi e non essere distratti da gente che gira intorno), perchè se poi ci si annota tutto si scopre con non poco stupore che i luoghi comuni sono appunto luoghi comuni, e che molte posizioni vanno riviste perchè ogni telescopio ha una sua anima tecnica e in funzione di quella risponde alle nostre aspettative.

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Messaggio da maxproject »

Postiamo questo cross piattaforma per non incorrere nelle logorroiche rotture di balle che purtroppo una ben identificata categoria di astrofili ci ammorba nel web (vedi Italiano/Ingegnere......), purtroppo la gestione del forum non è in grado di equilibrare gli interventi e diventa per noi controproducente portare contributi.

http://www.binomania.it/phpBB3/viewtopic.php?f=50&t=2024

In questo post, interessante, l'astrofilo ha un piccolo telescopio rifrattore che è leggermente scollimato. Osservando le foto che ha fatto con i mezzi di cui dispone, si notano con un pochino di elaborazioni, a pagina uno, degli aloni irregolari e non perfettamente rotondi intorno alla stella, questo sta a significare che la camera di ripresa e/o il fuocheggiatore non erano in asse con il cono di luce.

Piu' avanti, nel prosieguo delle prove emerge che - se abbiamo capito bene - il telescopio non è provvisto di cella collimabile (stiamo cercando di verificare ma non ci teniamo informati sulle infomercials dei consumer) e, di questo siamo certi, la messa a fuoco va fuori asse. Il tutto a 100x.

Quanto una scollimazione a 100x (questo rifrattore deve essere operativo almeno fino a 250x) anche lieve, unita a un treno ottico ballerino deforma le immagini? A detta del Sig. Specola non si deteriorano le immagini. In effetti un'auto con un cilindro che batte in testa va lo stesso e comunque l'immagine è impastata.

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Messaggio da maxproject »

Adesso qualche esperto propone il 100 f 11. Cella non collimabile (questo lo abbiamo verificato di persona), obiettivo scollimato (pure questo lo abbiamo verificato), meccanica ultra economica. Invece di salire scendiamo...............

Maxproject

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roby2008
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Intubare un rifrattore: sembra facile.......

Messaggio da roby2008 »

Ciao a tutti,

come promesso vi invio una relazione con le foto del rifrattore apocromatico con ottica Zen, dopo il retrofit dell’ intubazione. A coloro che sono interessati, posso inviare la recenzione completa in file pdf tramite e-mail.

L’ obiettivo, inserito su una doppia cella in alluminio Anticorodal nero anodizzata, e’ un tripletto ED (di vecchia data) a contatto in olio che presenta una apertura utile di 145 mm e una lunghezza focale di 1500 mm, pari ad un rapporto di f 10. L’ elemento anteriore prevede un vetro tipo Ohara S-FPL 51 associato a due vetri Flint a dispersione anomala di cui uno asferico. Le due superfici aria–vetro sono trattate antiriflesso con un monostrato al fluoruro di magnesio (MgF2) di colore azzurro. La spaziatura in olio forma un monoblocco omogeneo e trasparente, a dimostrazione che questo metodo di protezione contro le riflessioni, col passare del tempo, non pone alcuna problematica sulle superfici vetrose.

http://postimage.org/image/oyo49uqzz/

Il tubo ottico in alluminio ha un diametro esterno di 210 mm ed e’ spesso 5 mm ( per parte). Tutte le flangie di interfacciamento con la cella dell’ obbiettivo, con il supporto del fuocheggiatore e i sei diaframmi sono stati realizzati dal pieno. Il tubo e’ stato lavorato e portato a misura al tornio, in modo da eliminare l’ ovalizzazione interna e poter quindi inserire alle due estremita’ la controcella e la flangia basculante con il minimo gioco possibile.

I diaframmi sono stati dimensionati per avere sul piano focale un cerchio di luce di 20 mm e sono fissati al tubo ottico tramite grani a 120°. Sulla superficie interna delle flangie di interfacciamento e sul paraluce, sono presenti numerosi microsolchi che, assieme al velluto nero posizionato su ogni parte del tubo ottico, consentono di minimizzare i riflessi interni. Il generoso diametro del tubo ottico protegge la corona piu’ esterna del fascio ottico dall’ azione di disturbo dei moti turbolenti.

Il fuocheggiatore e’ un Feather Touch della serie 3545 con messa a fuoco a pignone e cremagliera coniche, completamente rotante e dotato di demoltiplica 09:01. Gli accessori da due pollici vengono bloccati sul piano focale tramite un meccanismo autocentrante, ma per avere una presa sicura, e’ opportuno utilizzare barilotti con profilo privo di scanalatura. Con un collimatore il fuocheggiatore ha evidenziato un punto dolente: il draw tube non e’ esattamente ortogonale al fascio ottico e durante l’ escursione si sposta dal suo centro ideale. Per correggere il disallineamento e’ stata inserita tra il fuocheggiatore e il tubo ottico una pesante flangia basculante che mi permette inoltre di controbilanciare il peso dell’ ottica.

Il telescopio e’ montato all’ interno di due anelli di supporto “RING NortheK” molto resistenti. Per facilitare il bilanciamento del telescopio in declinazione, e’ stato inserito tra la slitta Losmandy e il morsetto, un congegno meccanico a traslazione con lettura della posizione, utile per spostare il telescopio anche di pochi millimetri e per evitare improvvisi scivolamenti della slitta. Il telescopio ha un peso di 30 chilogrammi (comprensivo di anelli, barra tipo Losmandy, cercatore e paraluce) e raggiunge la lunghezza di 165 centimetri con fuocheggiatore retratto e paraluce (320 mm) inserito a pressione.

http://postimage.org/image/stricfa5r/

La collimazione preliminare dello strumento e’ stata eseguita in due fasi utilizzando un collimatore autocostruito. Nella prima fase, si posiziona il collimatore sulla flangia di interfacciamento del fuocheggiatore: regolando le tre coppie di viti della cella, si fa coincidere il centro dell’ obiettivo con quello del tubo ottico. (o il cono di luce)

http://postimage.org/image/v8m1u0v1r/

Nella fase successiva, il collimatore viene inserito sul fuocheggiatore: regolando le tre coppie di viti della flangia basculante, (in questo caso e’ possibile osservare e correggere contemporaneamente) si fa coincidere il centro dell’obiettivo e del tubo ottico precedentemente collimati, con quello del draw tube. La collimazione preliminare e’ terminata quando, i riflessi portati a coincidenza con il centro dell’ obiettivo, rimangono tali passando dalla posizione intra-focale a quella extra-focale e viceversa. Prove seguite con il collimatore, hanno evidenziato un disallineamento (con conseguente scollimazione del treno ottico) del draw tube ad ogni rotazione del fuocheggiatore. Date le circostanze ho ritenuto opportuno bloccare definitivamente la rotazione a 360°. Per perfezionare la collimazione (osservando una stella ad alti ingrandimenti) si deve agire sulle tre coppie di viti della cella.

http://postimage.org/image/b2ijv4ze7/

Sebbene l ‘obiettivo sia stato costruito con vetri ritenuti superati e con metodi di lavorazione di trenta anni fa, lo strumento, quanto a immagini planetarie, e’ in grado di rivaleggiare con un lussuoso apocromatico di ultima generazione.(testato) Il tubo ottico e’ stato realizzato con la massima cura e attenzione alle tolleranze di lavorazione. Il fuocheggiatore purtroppo presenta alcuni difetti meccanici mi hanno lasciato perplesso. E pensare che in tutte le recensioni pubblicate sul web e sulle riviste astronomiche, viene reputato come una vera e propria opera d’arte. Non penso comunque che sia un caso isolato.

Saluto e ringrazio Massimo e Mauro Boetto per la collaborazione offerta.

Ciao, Roberto Milan