Sul supporto di uno specchio secondario.

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maxproject
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Sul supporto di uno specchio secondario.

Messaggio da maxproject »

Con AxyS nella sua versione piu' semplice, abbiamo realizzato un sistema di sostegno e collimazione per specchi secondari dei telescopi riflettori.
Ma naturalmente questo pezzo di meccanica semplice ma molto precisa ha richiesto tempo per essere messo a punto, con i nostri standard, presto sarà copiato in modo più o meno maldestro, ma vogliamo soffermarci anche sulla parte che normalmente non si vede, e cioè il supporto del vetro.
La dove praticamente quasi tutti mettono un disco con un po' di Bostik noi abbiamo cercato di realizzare qualcosa di meglio, e nella versione A2 più avanzata ci siamo spinti oltre.
Spiegheremo per quanto possibile anche questo dettaglio.

Maxproject


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Edited by maxproject on Jan 29, 2011 at 10:25 PM

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maxproject
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Sul supporto di uno specchio secondario.

Messaggio da maxproject »

Mentre scopriamo con grande stupore che clienti che fino a ieri hanno usato supporti di plastica con la colla sul vetro, o dischi di vetro spinti a forza dentro il barilotto, trovano argomenti di discussione sul fatto che noi abbiamo creato il vero sistema di contenimento, nel senso che vorrebbero ancora disquisire su questo pezzo di meccanica alla ricerca di non si sa cosa (pero' prima andava tutto bene e non veniva messo in discussione). Questo per noi è molto importante perchè è il chiaro sintomo che abbiamo portato l'astrofilo a ragionare e a porsi i perchè del caso.
Nei nostri supporti per vetri circolari. abbiamo realizzato un barilotto con sulla parte anteriore un sistema di tenuta ammortizzato su o-ring in gomma costruiti a misura, in tale modo il bordo dello specchio appoggia in modo corretto senza forze distorsive.
Ai lati ci sono le viti di centraggio sul barilotto. E' bene ricordare che il disco di vetro è molato e non ha dunque la precisione di un pezzo lavorato al tornio (quale un disco in alluminio per esempio). Il centro dello specchio secondario va determinato sul retro del medesimo facendo una media delle misure dei raggi, a sua volta questo centro va posto esattamente al centro del perno di supporto che rappresenta idealmente il fulcro di tutto il sistema e che ha una precisione di 1/100 di mm.
Dietro al disco di vetro vengono posti semplici ed economici spessori in feltro a 120 gradi per lasciare il disco libero di lavorare e dilatarsi in modo opportuno. I grani laterali sono eseguiti con un sistema di deformazione per le termiche.
Sul bordo del barilotto è ovviamente ricavata la sede del paraluce.

Adesso prendete i vostri supporti secondari e guardate come li hanno fatti.

Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Naturalmente per chi vuole sono previsti i sistemi anti condensa e i paraluce lamellari, sono ovviamente finezze progettuali con un po' di costo in più che vanno richieste da chi ha specifiche esigenze al riguardo. Noi siamo convinti che già nella configurazione standard gli strumenti sono in grado di operare in condizioni ottimali per qualunque settore di impiego cui sono destinati.

Abbiamo visto, vetri incollati con la colla su basette in sughero, incollati su basette in alluminio, incastrati a forza dentro tubi in alluminio, fissati con tre griffe a 120° con giochi spaventosi sul proprio asse (quindi muovendo il tubo......si muove anche il centro del secondario). Basette in plastica autofilettanti e il cui tilt è dato dal gioco delle viti, piu' si consumano più hanno gioco........

C'è da ridere, eppure i clienti sono convinti che siano qualità queste che abbiamo enunciato.

Maxproject

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roby2008
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Sul supporto di uno specchio secondario.

Messaggio da roby2008 »

Nel mio D.K. 316mm artigianale lo specchio secondario era incollato ad una basetta di sughero spessa 5mm che a sua volta era incollata al supporto di alluminio con un fuori asse di 8 decimi! Ho buttato via tutto ( nel bidone dei trucioli ) e ho acquistato l’ AxyS A1.
Dico solo questo: e’ un piccolo gioiello di ingegneria. Ciao.
Roberto Milan


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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Grazie Roberto per i complimenti.
In AxyS A1 abbiamo cercato di ovviare ai molti problemi che affliggono i telescopi amatoriali nei supporti secondari. In primo luogo il dondolamento del medesimo in funzione del cambiamento di posizione del telescopio.
In secondo luogo il tema relativo alla possibilità di regolare finemente ogni posizione sia in X che in Y che in Z sono i tre assi in cui una cella deve potersi muovere con grande precisione e, poi, mantenere il posizionamento indipendentemente dal movimento del tubo.
Il tilt (il basculamento sull'asse Z dello specchietto) è dato dalle tre viti nel modello più piccolo, anche qui bisogna capire bene come si fanno le cose:
a) il passo delle viti
b) il sistema autolubrificante delle medesime
c) la possibilità di effettuare micro spostamenti per collimare facendo restare la stella al centro del campo anche ad elevati ingrandimenti.

Adesso guardate le viti da ferramenta del vostro supporto secondario e poi pensate.....(noi le costruiamo apposta le viti e anche lo molle non sono quelle di un materasso, ma sono fatte su misura).

Maxproject


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Edited by maxproject on Mar 27, 2011 at 08:36 PM

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Va da se che se dovessimo costruire un supporto secondari più complesso (per esempio il modello A2 destinato a secondari oltre i 130 mm di diametro), le performances meccaniche salgono in modo esponenziale. Il concetto che deve tenere banco è la possibilità di avere il massimo della stabilità con il massimo della precisione.
A tale proposito un prototipo è già stato realizzato , ma per un secondario da 23 cm di apertura destinato al TAG 600. Qui abbiamo sistemi di controllo attivo e passivo delle termiche, e un sistema di assoluto rigore per la regolazione del tilt, come è necessario in questa classe di telescopi.
Esistono, in componenti cosi grandi, possibilità sia meccaniche che elettroniche, noi tendenzialmente stiamo su sistemi meccanici perchè sono anche meno soggetti a rotture e piu' facili da gestire. E' comunque il cliente che decide in questo caso.

Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

E comunque l'esperienza di Roberto ci sta spiegando ,dati alla mano e ciance messe da parte, che in osservatori esperti e di lungo corso, escamotage come lo specchio incollato sono escamotage da rigattieri. Poi ci perdiamo pure a stabilire le deformate superficiali con grandissima cura, curioso no? Questo accade quando si parla per sentito dire o senza una visione globale del progetto, ma angolata solo per la propria (poca) esperienza personale dove le convinzioni teoriche diventano dogmi da dimostrare ad ogni costo, e a chi lo dice al cliente che ha l'asse dello specchio fuori di 0,8 mm?

Forse il Bostik si è spostato, pero' il paraluce come faceva a funzionare?

Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

abbiamo visto con grandissima soddisfazione un telescopio francese con un diametro di 400 mm molto sofisticato per uso fotografico.
Si tratta di una estremizzazione tecnologica assolutamente fuori dalla portata di amatori anche in gruppo. Il costo tecnico è esorbitante ma il fatto è che le soluzioni tecnologiche sono di altissimo valore.
E' per noi molto interessante notare che ci sono astrofili, ovviamente con disponibilità e risorse finanziarie non comuni, che capiscono a fondo i concetti e - potendo - applicano con rigore regole tecniche che non possono essere speculazioni ne di faciloni ne di costruttori "ante" mio nonno.
Il supporto secondario ha un costo di produzione di circa 7000 euro, ma.......contiene delle idee assolutamente pregiate, sarebbe utile approfondire questo progetto nelle sue sfaccettature ingegneristice. Ne abbiamo ordinato uno.

Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

La qualità di un supporto secondario, compromette in modo irreversibile anche la qualità della collimazione. Ci sono diverse scuole di pensiero al riguardo. Tuttavia noi siamo un pochino estremisti sotto questo tema.
In primo luogo perchè non c'è nulla di più frustrante di non riuscire a collimare in modo adeguato un telescopio, o peggio, ritrovarselo scollimato dopo 20 minuti d'uso.
Sappiamo che gli astrofili, malvolentieri, non approvano questo nostro integralismo tecnico, e lo capiamo. Non tutti possono permettersi certi costi.
Tuttavia occorre capire che un buon supporto per secondari costa e costa molto produrlo, in virtu' degli alti costi di sviluppo. Realizzarlo bene e composto di pochi pezzi ben funzionanti è stata una sfida per noi. Questo ha richiesto molte ore di disegno e moltissimi pezzi scartati per non funzionalità. Costi che ricadono sul prodotto finito.
Questo vi spiega anche perchè mettiamo AxyS su qualunque telescopio anche piccolo come il Dall Kirkham 230 e Ultra 230, tentiamo di abbassarne i costi aumentando la produzione seriale.

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daniela
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Messaggio da daniela »

Dov'e' Mario?
Mario puo' confermare a tutti i lettori che la nostra meccanica, negli strumenti da 250, va ricollimata ad ogni osservazione perche' un po' si scollima anche se sta in postazione fissa, e che comunque, il passaggio al meridiano e' ben rilevabile dal sensore (non come scollimazione ma come spostamento del campo). La nostra meccanica e' quella sufficiente a conservare la collimazione grossolana e dunque ad essere operativi in dieci minuti e restarlo per tutta la notte. Noi non abbiamo la pretesa di proporre meccaniche mirabolanti che sarebbero del tutto improponibili, come prezzi e piu in generale come impegno, su piccoli diametri, a parte forse quelli che si spediscono in orbita. I nostri 250 sono strumenti ben fatti ma la cui progettazione e realizzazione e' stata tagliata fino all'osso per farli rientrare in un budget amatoriale.

I nostri 250 non si propongono nulla piu' che di funzionare, o se preferite, di rendere evidente la differenza tra quando sono collimati e quando sono scollimati. Questo risultato, non mirabolante ma pienamente reale e non millantato, ci sembra preferibile alle varie alternative che lasciamo volentieri ad altri.

Daniela

"L'essenza della liberta' e' la matematica"