Standard industriali e costruttori di telescopi.

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maxproject
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Standard industriali e costruttori di telescopi.

Messaggio da maxproject »

Il web è una formidabile piattaforma per poter promuovere le proprie idee e posizioni. Ma il web è anche un utilissimo paravento per nascondere quello che non c'è. Siti mirabolanti, aziende che lavorano nel garage........sempre più spesso e non solo in astronomia questa è una realtà.
Investire in un sito web costa poco, investire in una struttura costa enormemente, ma se non c'è la seconda possiamo dire che il nostro telescopio è stato realizzato con i criteri del prodotto tecnico? Ovviamente diventa insostenibile mantenere alcune tesi. Abbiamo visto costruttori di ottiche alluminare in campane di vetro a vuoto, di quelle usate nelle scuole per mostrare il funzionamento del sistema.
Accreditarsi esperti è ancora più facile. Se si vuole fare presa su di un facile pubblico basta iniziare a postare dotte (?) discussioni di "apparente" solidità tecnica per diventare immediatamente, agli occhi dei meno veloci, "esperti" la cui parola vale moltissimo e non va messa in discussione.
Chiedete a questi signori di darvi i progetti per uno strumento, ben ottimizzato in tutte le sue parti, magari non usuale (se no copiano da altri) e di motivarvi tutte le scelte.
Oggi in internet reperiamo qualsiasi informazione necessaria, la vera differenza sta nel saperla applicare concretamente ad un manufatto, e non nel giocare a rocambolesche discussioni che rasentano anche il ridicolo.
Noi in NortheK se non conosciamo a fondo, e in modo professionale, un argomento evitiamo di affrontarlo o ci rivolgiamo a professionisti del settore, quasi mai operanti nell'ambito dell'astrofilia.

Maxproject

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maxproject
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Standard industriali e costruttori di telescopi.

Messaggio da maxproject »

Qualcuno poco addentro alle dinamiche gestionali di una azienda manifatturiera, vive ancora nella beota convinzione che per abbassare i costi di un manufatto è sufficiente aumentarne la tiratura.
Questo è sbagliato. I prodotti vanno suddivisi per target di destinazione, se noi facciamo fiammiferi o chiodi, allora si il numero compensa i costi, già che il consumo è altissimo e il mercato è immenso. Gli imprenditori di maggior ricchezza, sconosciuti ai più, realizzano le loro fortune con queste commodities e non con i prodotti complessi.
Ma se noi guardiamo ad un prodotto tecnico, facciamo tanto per dire una macchina fotografica di alto blasone come una Leica per applicazioni severe, credete che costi cosi tanto perchè ne fanno tre? Ovviamente no, i pezzi sono moltissimi e di tirature molto lunghe, con immagazzinaggi che coprono anche tre anni di vendite. Ne consegue che il costo è dato soprattutto dalla gestione del controllo qualità e dal complessivo del progetto.
Se noi facciamo, nello stile NortheK, uno Schmidt Cassegrain da 200 mm, pensiamo tranquillamente ad un prezzo di vendita intorno ai 5000 euro per il tubo ottico. Se ne facciamo 10 i costi si abbassano di circa un 30%, se ne facciamo 100 i costi si abbassano appena del 5% (totale ipotetico 35%). Perchè?
Se da un lato abbiamo una economia nelle macchine a controllo che producono tanti pezzi uguali senza tempi morti (ma attenzione: signore macchine che hanno un costo orario piuttosto alto, non scassoni di mio nonno), quello che frena la riduzione del costo è il mantenimento dei parametri qualitativi. Una macchina utensile può lavorare in tanti modi , più o meno precisi, se lavoriamo bene dovro' svolgere funzioni complesse, molti cambi utensili, e velecità ben controllate.
In altre parole, semplificando, non riuscire ad avere alcun risparmio se non sulla preparazione della macchina.
Ma se poi vendiamo 1000 pezzi?? Questo è peggiorativo perchè impegna l'impianto per un lungo periodo, quindi senza poter variare e ottimizzare i valori della remunerazione media, e magari siamo anche costretti ad acquistare un ulteriore impianto per svolgere altri lavori. Questo comporta un innalzamento dei costi di struttura che vanno a rosicchiare i margini che tanto ci siamo sudati con le economie di scala.
La massima remunerazione e il minor costo si ha ottimizzando le quantità e i relativi flussi in funzione di un impianto ben preciso.
Se un telescopio NortheK da 250 mm richiede circa 20 ore per essere montato, se ne assembliamo 20 in fila tutti uguali, questo tempo scende a circa 15 ore. Il risparmio c'è ma è minimo e non va tanto ad incidere sul prezzo di listino.
NortheK adotta un preciso metodo di produzione che ha ottimizzato ogni aspetto, rendendo modulare il progetto e implementabile ai vari schemi, così da ottimizzare gli aspetti sia della produzione che della logistica.

Maxproject

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Andrea Maniero
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Standard industriali e costruttori di telescopi.

Messaggio da Andrea Maniero »

Una domanda ,

Quale dovrebbe essere secondo voi il profilo dell'astrofilo che sceglie un prodotto Northek , lasciando a parte momentaneamente il potere di acquisto economico e dando per ovvio che non sia un "amatore" da poco tempo .
Ovvio anche che sia una persona che abbia ben compreso cosa sia la qualita' e tutto cio' che essa comporta a monte fino al momento dell'acquisto .
L'acquisto di un prodotto pero' ai soli fini del prestigio in questo campo puo' essere deleterio , non e' come possedere una Ferrari infatti chi la possiede non fa' di lui un pilota ed i limiti stradali non potranno mai far venire a galla la verita' sulle abilita' del suo possessore .
Gli astrofili tutti ( spero) nell'acquistare una certa tipologia di prodotto si aspettano di conseguenza dei risultati che di per se' hanno un cosi' grande numero di variabili per essere ottenuti che molte volte ( non sempre) sono i principali giudici dello strumento che si possiede . Ho letto mi sembra un intervento di Daniela , che giustamente evidenziava come
ci possa anche essere la possibilita' che qualcuno acquisti un prodotto Northek ma non sia poi all'altezza di ottimizzarlo e maneggiarlo per cui ne sconsigliava preventivamente l'acquisto ( e' una mia interpretazione ovviamente ) . Io non sono il tipo che giudica uno strumento dalle immagini che vede in rete , ma se su 10 immagini fatte da 10 autori diversi ne vedo 8 di un livello medio/alto e due scarse mi faccio un'idea , se su 10 di dieci autori diversi ne vedo 8 medio basse e due pessime mi faccio un'altra idea , se non ne vedo nessuna tiro una conclusione .
In questo thread si parla di standard industriale in termini che mi trovano pienamente in accordo con le linee seguite da Northek , ma allora se i vari recensori e tester come ho letto possono restarsene a casa loro Northek si affidera' solamente ai propri clienti ? Se si come poter conoscere le loro impressioni ?

Grazie Andrea

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Ciao Andrea, cerchiamo di risponderti in modo piu' completo possibile.
L'astrofilo cliente NortheK, escludendo il tema finanziario, è l'astrofilo che ha una adeguata conoscenza tecnica e soprattutto capisce e apprezza le valenze tecniche del prodotto. Non è nostra intenzione vendere un telescopio per "prestigio" (se no avremmo riempito le riviste di fotografie e i tubi di serigrafie), bensì per le sue intrinseche peculiarità progettuali e per il suo indubbio contenuto tecnico.
Chiaramente noi vendiamo telescopi. Chiaramente non li consigliamo a chi non ha mai avuto per le mani strumenti che vanno un po' al di la del consumer, a chi ha paura ad eseguire collimazioni, a chi vive nel terrore vedendo la polvere sullo specchio primario. Sono prodotti tecnici e come tali vanno usati, non sono giocattoli e non sono arredi da salotto.
Noi NON giudichiamo MAI un telescopio dalle immagini in rete. Vediamo bellissime immagini fatte con telescopi di cui sappiamo esistono molteplici problemi d'uso e gravi difettosità nella progettazione. Giudicare un telescopio dalle foto del web è come comperare un'auto dopo la recensione su quattroruote, padronissimi di farlo, e di piangere dopo.
Si NortheK si affida alla soddisfazione del Cliente, poi i medesimi se lo ritengono opportuno diffondono i risultati o meno.
Ma se un acquirente segue il nostro progetto e la nostra policy industriale non fa certamente fatica a pensare che sta acquistando un prodotto tecnico del valore richiesto, anzi, diremmo senza peli sulla lingua che le nostre discussioni valgono 100 volte una immagine pubblicata sul Web (per inciso: una immagine elaborata ha ben poco valore dal punto di vista tecnico-strumentale.....percio' si autoesclude dal giudizio strumentale).
Conosciamo personalmente valenti astrofili che pubblicano buone immagini con strumenti che noi giudichiamo scadenti, a denti stretti e in via confidenziale, emergono poi le problematiche. Cio' non esclude che anche con un secchio di ferro si possono fare pregevoli lavori, ma con quanto e quale sforzo? e con che rischi finali? e con quanta elaborazione? e in che condizioni?
L'azienda è sana e solida......molto meglio di uno che pubblica belle foto con il telescopio costruito in cantina e che da un giorno all'altro scompare dal mercato.

Maxproject


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Edited by maxproject on Jan 1, 2011 at 11:35 PM

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

E, scusandoci per la incompletezza ma siamo in grave situazione personale, a completamento di quanto sopra vorremmo solo citare un esempio che vale per tutti.
I newtoniani fotografici austriaci che non costano proprio poco sono afflitti da non pochi problemi e, a nostro modestissimo parere, non valgono i soldi richiesti. Nelle liste private è pieno di gente che si lamenta, ma le foto?
Sono bellissime e favolose.

Allora come facciamo? Qual'è la valenza di questi prodotti? Non sta a noi giudicarlo, noi giudichiamo solo il progetto. Noi non li avremmo costruiti cosi'. Ma se fossero costruiti e ingegnerizzati in modo più accorto non pensate che l'utente sarebbe automaticamente manlevato da un mucchio di questioni che magari deve auto-risolversi per proprio conto?

Non si può fare perchè non è eticamente corretto, ma si potrebbe mettere facilmente un elenco di problematiche per vari strumenti anche blasonati e dei quali circolano centinai di foto nel web.

Forse (sicuramente) un giorno faremo la pubblicità comparativa.

Maxproject


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Edited by maxproject on Jan 2, 2011 at 12:15 PM

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daniela
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Messaggio da daniela »

Ciao Andrea. L'astrofilo che acquista NortheK non ha da essere un superspecialista degli strumenti. Se lo fosse sarebbe un professionista. La linea 250 non e' destinata ai professionisti, sono strumenti per uso amatoriale avanzato. Siccome e' un dilettante, quindi non si guadagna da vivere facendo osservazioni astronomiche, quindi la sua professionalita' sta altrove - noi siamo i primi ad essere consapevoli che nessuno nasce imparato. Non siamo nati imparati nemmeno noi - e' una ovvieta', ma, la scriviamo nero su bianco. L'astrofilo che acquista uno strumento NortheK e' una persona intelligente, e' curioso, pieno di voglia di imparare e di confrontarsi. A chi acquista vengono forniti tutti gli elementi per usare lo strumento al meglio, non escluso un breve corso che espone l'uso e la manutenzione, non a parole, ma mettendoci mano a fianco di esperti. Non e' finora ancora capitato che qualcuno acquistasse con finalita' di "prestigio" e senza l'intento di utilizzare il telescopio, che devo dirti? Se succedera' ci porremo il problema :-) Penso che gli diremmo, fai come vuoi, e quando cambierai idea siamo qua. Penso anche che dopo un po' di tempo cambiera' idea.

Daniela

"L'essenza della liberta' e' la matematica"

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Va da se che quando NortheK progetta un telescopio, in funzione del suo diametro e dello schema ottico, ne ingegnerizza anche l'operatività.
Non avrebbe alcun senso produrre telescopi anche piccoli ma di incomprensibile uso da parte dell'utenza.
Così un 250 mm è facile da usare per tutti coloro che hanno le prerogative descritte da Daniela, un 350 richiede un pochino più di impegno ma non è nulla di trascendentale. Ci pensa NortheK a progettare sistemi di sicurezza che assicurano da rotture e problematiche sullo strumento, così come ci pensa NortheK a dare il minimo necessario di intervento richiesto al Cliente.
Ma bisogna comprendere bene che noi non incolliamo gli specchi per evitare che un cliente tocchi qualche vite......al più nulla si rompe ed è sempre riparabile, ma a certe pratiche da rigattieri non vogliamo scendere.
Ottenere questi risultati è una ricaduta consequenziale ad un progetto industriale e non ad un tubo prodotto secondo la richiesta del momento.
Appunto una concezione industriale e non artigianale.

Maxproject

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Messaggio da maxproject »

Progettare secondo uno standard industriale, comporta anche dei pesanti costi di partenza, che devono essere mitigati dalla massima standardizzazione di ogni componente (dalla viteria, ad ogni singolo pezzo che va pensato per essere usato in diversi modelli se possibile). Questo tipo di approccio consente - a costo iniziale elevato - di arrivare ad un livello qualitativo molto elevato, ma a costi proporzionalmente molto minori grazie alla possibilità di produrre in serie molti componenti o sub-componenti, o di poter acquistare da costruttori qualificati componentistica non accessibile a numeri bassi.
Ecco dunque un criterio fondamentale che è poi quello che ci porta a proporre rigidamente dei diametri strandard a costi di molto inferiori alla concorrenza di pari classe (prendere un pariclasse apritelo e aprite uno dei nostri, poi discutiamo).
Certamente se costruissimo un tubo in funzione dell'ordine del momento, saremmo costretti ad economie esasperate e a concezioni ingegneristiche di mio nonno per poter vendere. Questo è il lavoro degli artigiani che sono a listini dimezzati o quasi rispetto a noi ma la differenza è ben evidente mettendo due tubi affiancati. Ci sono artigiani che costano quasi come noi ma non riusciamo a capire il perchè, già che il disegno di ogni singolo tubo è abbastanza elementare e non privo di criticità.
Resta invariato il ragionamento che solo con un progetto globale molto chiaro si possono affrontare questo genere di investimenti, e in Europa ben pochi lo possono fare.

Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Ma comunque è interessante notare un fatto importante. Supponiano di acquistare un telescopio dal costruttore pinco, supponiamo anche che questo telescopio per qualsiasi motivo non funzioni o sia gravato da pesanti difettosità.
A quel punto il costruttore con buon senso metterà mano e lo riparerà, se pero' il telescopio è sbagliato nella sua concezione e il costruttore non ha i mezzi per rifarlo o ripararlo cosa si puo' fare?
Ben poco. Tutti diranno che esistono regole commerciali e giuridiche che tutelano un bene non conforme alle specifiche o a quanto pattuito.

Nella realtà, se il costruttore opera con mezzi di fortuna in azienda di fortuna, il risultato è che ci si "attacca al tram". Di solito sono anche costruttori o commercianti che non hanno nulla di materiale su cui rivalersi.

Oramai i casi di acconti ricevuti e mai restituiti (c'è uno che è maestro in questa operazione), beni consegnati non conformi e mai rimborsati, pezzi mancanti mai giunti a destinazione ecc.
non si contano più.

Anche denunciare alle autorità questi fatti porta a zero risultati, inutile farsi illusioni, il cavillo esiste sempre, i costi e i tempi fanno demordere chiunque.

Ecco, forse prima di guardare belle fotografie, bisognerebbe guardare da chi si compera il telescopio, possibilmente senza farsi influenzare dalle cretinate delle recensioni a pagamento.

Maxproject

Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
(G. Schiaparelli)

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Un costruttore di telescopi microscopico o grande che sia (per quanto si può essere grandi in un settore di super nicchia come il nostro, forse chi fa trenini elettrici ha piu' mercato), deve avere un suo concetto del prodotto. Non è detto che questo concetto sia condivisibile da tutti, ma deve comunque mostrare un chiaro anzi chiarissimo percorso progettuale e commerciale.
In questo Celestron prima e Meade dopo sono stati maestri. I loro prodotti belli o brutti che siano sono stati molto ben congeniati dal punto di vista industriale. Il target cliente è stato ben individuato, il progetto degli strumenti corrisponde esattamente a quello che quel target vuole (semplicità assoluta, costo basso, molti accessori anche inutili talvolta), in altre parole un prodotto realizzato su misura per il mercato dei grandi numeri.
Questa è concezione industriale!
Diametralmente opposti siamo noi, ovviamente pulci nei confronti dei due marchi, ma con ambizioni di target cliente che sono esattamente all'opposto di quelle sopra indicate e quindi destinate ad avere numeri bassi, ma profittabilità diverse.

Maxproject

Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
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