Termiche e problematiche connesse.

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maxproject
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Termiche e problematiche connesse.

Messaggio da maxproject »

Attualmente si sta valutando a tavolino tutto il sistema di ventilazione e raffreddamento dei sistemi più grandi (da 350 a 450 mm.). Il punto è che - anche con uno strumento posto in osservatorio - non appena viene aperto il tetto o la cupola, ci possono e ci sono sicuramente problematiche di acclimatamento dei vetri. In alta risoluzione e non solo, diventa dunque importante che lo strumento sia termostatato. I motivi sono quelli esposti sopra. Ma come otteniamo questo risultato in modo economico, veloce e funzionale?
Rimane un distinguo importante: strumenti trasportabili e strumenti da osservatorio.
Nel secondo caso è abbastanza facile implementare tecnologie un po' più complesse, nel primo (cioè definire un 350-450 mm. trasportabile) crediamo che già la definizione in se dichiari apertamente che lo strumento non è ottimizzato, e quindi la termica è uno dei "tanti" problemi ma non il principale, non lo prendiamo in considerazione questo caso.
E' necessario prevedere sistemi che non introducono stress alla struttura vetrosa (lavoriamo con vetri sottili), stress che si portano dietro deformazioni importanti e che poi ci mettono un certo tempo ad assestarsi. Il problema si riduce di molto con i vetroceramici ma a prezzi molto alti, non sempre disponibili per gli amatori.
E' quindi utile prevedere sistemi di flusso ben distribuiti e non perturbati da parti meccaniche, che lavorino in estrazione e introduzione di aria fresca in modo uniforme e costante.......
maxproject


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Edited by maxproject on Jan 15, 2009 at 09:58 AM

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Si puo' dunque affermare che indiametri importanti, in postazione fissa, sia quasi indispensabile disporre di un tubo aperto, di un vetro a bassissima dilatazione e di spessore esiguo. Questo insieme di fattori, unito ad una meccanica adeguata e che performi al massimo con le termiche locali e ambientali, sono i presupposti per uno strumento ad uso semiprofessionale o anche amatoriale ma dedicato (ammesso che la situazione locale dal punto di vista del seeing e della trasparenza lo permettano) agli ambiti più specialistici sia in alta risoluzione che in deep sky.
E aggiungiamo deep sky. Si perchè forse pochi tengono conto che lavorando con determinate focali e dimensioni dei dischi stellari "anche" lo sparpagliamento delle immagini gioca un ruolo fondamentale (vedasi l'applicazione al treno ottico dei set up di ottiche adattive). Questo un po' già si vanifica per le microvibrazioni della meccanica, del seeing ovviamente, delle microvibrazioni della struttura su cui poggia la meccanica, delle torsioni e flessioni seppur minime della medesima.
Questo insieme di fattori sono applicabili fin da subito in fase di progettazione, non è detto che comportino incrementi forti dei costi, al contrario diventa poi molto difficile far funzionare lo strumento quando questo non sia stato costruito con i canoni della professionalità necessaria. Sarà poi un rincorrere risultati sempre con grande difficoltà, e ai fattori "cui nulla possiamo" si sommano anche quelli "cui avremmo potuto fare", con detrimento notevole delle immagini.
Maxproject


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Edited by maxproject on Jan 15, 2009 at 09:53 PM

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

E' dunque il caso, nel momento in cui si decide di mettere in postazione fissa il proprio telescopio, pensare anche ad un progetto "globale" non solo della meccanica e del tubo ottico, ma anche della struttura muraria e di protezione.
Troppo spesso leggiamo e vediamo operazioni fatte maldestramente senza tenere conto di tutti i fattori che "veramente" fanno funzionare un telescopio. Costerebbe di più? No lavorare bene e con criterio non costa di più e da certezza di risultato.
Tipico è l'esempio dell'osservatore hy res che si mette sul terrazzone a costruire un osservatorio ben sigillato, cosi, oltre ad avere il classico delta termico elevato "dentro-fuori" , ha anche il suolo circostante che rende inutile questo genere di attività. In questi casi bisogna adottare una serie di accorgimenti importanti che eliminano il problema, che siano a basso costo, e di facile gestione. Interessante, per questi terrazzoni, alcuni accorgimenti usati come la ricopertura del cemento o con membrane assorbenti oppure - meglio se possibile - trasformando il sito in un vero e proprio "giardino di sommità" come si stanno realizzando in molte città non italiane (per altri scopi ma sempre ecologici). Chiaro è una situazione di compromesso, ma adeguata ad applicazioni amatoriali, giacchè il buon senso ci direbbe di stare lontani dai centri abitati, ma se non si puo' bisogna adattarsi in qualche modo e senza spendere cifre folli. Il capanno che chiameremo pomposamente osservatorio, dovrà essere dotato di tutti gli accorgimenti necessari, ed indispensabili, per fare in modo che lo strumento ad un certo punto parta immediatamente per la sua termostatazione.
Molti si domanderanno se tutto questo serve o non serve. la risposta è che in un cielo come quello italiano, con un seeing sempre nella media mediocre, ogni e qualsiasi accorgimento ottico, meccanico, logistico è importantissimo perchè ciascuno porta il suo pezzo di miglioramento e la somma conduce ad un buon risultato.
Sempre restando in tema di hy-res e termostatazione, gli osservatori esperti sanno che i migliori risultati si ottengono a notte molto inoltrata (verso le 3 del mattino), a quell'ora il suolo e gli edifici hanno scaricato molto del loro differenziale termico e, anche in quota la situazione si è ben stabilizzata, a quel punto si possono giocare tutte le carte e raggiungere risultati di assoluto rilievo, anche con strumenti medio piccoli, purchè costruiti con criterio e perfettibilità.
Maxproject

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Messaggio da maxproject »

Nei prossimi numeri dell'Astrofilo parleremo di questo tema, in forma divulgativa, che speriamo sia stimolo per i lettori ad ulteriori approfondimenti.
Maxproject

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Messaggio da maxproject »

A titolo puramente esemplificativo, alcuni giorni fa abbiamo spiegato ad un astrofilo come prepariamo i telescopi per il test sul cielo.
Prima di tutto vengono montati sulla relativa montatura e depositati in un magazzino adiacente che ha una temperatura interna di circa 2-3 gradi maggiore di quella esterna. Li vengono lasciati per tutta la durata dei test.
Il giorno o i giorni che si voglio o possono eseguire i test sul cielo, prima di andare a cena accendiamo le ventole, in modo da rimescolare il più possibile la colonna d'aria e sostituirla, poi a buio fatto (cioè 2 o piu' ore dopo), portiamo fuori lo strumento e - mentre prepariamo tutto il materiale necessario - lasciamo le ventole accese (circa 20 minuti).

A questo punto il telescopio è perfettamente stabilizzato, anche dentro il disco di vetro, e il problema delle termiche NON ci interessa più.

Maxproject

p.s. le ventole non si rompono mai e anche fosse costano 5-6 euro.......

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Ci rendiamo conto che il continuo dibattere di questi temi tecnici sulle possibili prestazioni di uno strumento, sta sortendo interessanti riscontri. Molti si domandano il come e il perchè e cercano spiegazioni per migliorare il proprio telescopio.
La questione delle termiche è una questione - in ogni caso - facilmente risolvibile (con poca spesa), basta capire bene cosa e come farlo. Qualunque strumento megliorato sotto questo aspetto sarà un grande passo avanti.
Fin dall'inizio del nostro progetto, abbiamo messo il controllo delle termiche come uno dei punti cardine insieme alla stabilità meccanica, dei telescopi NortheK.
Possiamo a richiesta aiutare con qualche consiglio chi lo desidera, ovviamente gratis se non ci viene chiesta progettazione e costruzione.
Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Su questo argomento, dato che è di questi giorni la messa in macchina del doppietto acromatico da 158 mm f 8,7 , abbiamo ultimato i disegni di tutto il telescopio, ma in particolare abbiamo curato con molta innovazione il sistema di termostatazione del telescopio.
A differenza di qualunque altro costruttore, siamo riusciti a climatizzare anche la cella del doppietto e non solo l'interno del tubo.
Questo è un fatto estremamente utile se si vuole essere operativi in poco tempo e far performare al massimo il doppietto pregiato superlucidato del Forghieri.
Realizzata la meccanica passeremo ai test e contiamo di presentarlo ad Astrofest, non dovrebbero esserci intoppi al momento, di certo la progettazione ha portato via molto tempo perchè ci sono molti dettagli di una certa consistenza ed elaborazione meccanica.
Dovremmo essere sicuramente competitivi a livello tecnico e non solo.
Maxproject

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