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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Nessun dubbio Ivan che tutto dipende da come uno si trova col suo telescopio. Quello che però noi dobbiamo ragionare è che un telescopio altamente performante non puo' scendere a determinati compromessi (se no sarebbe un telescopio ordinario, buono ma ordinario) ed ecco il perchè si sta ragionando su questo argomento.
Esistono astrofili (e molti) che sentono delle necessità osservative diverse dall'osservazione in Luna nuova, ci sono gruppi di due o tre appassionati sconosciuti ai più, perchè non postano nei forum o nelle riviste, che svolgono attività meritorie in collegamento con gli ambiti professionali.
A queste esigenze, che non si fanno abbindolare dai telescopi multicolore e dalle mode, occorre dare delle risposte tecnologiche adeguate,
Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Abbiamo letto un interessante articolo, che parla di celle per telescopi di 600 mm. in versione dobson, scritto da un costruttore famoso e da un consulente esterno di conosciuta competenza, il quale dimostra matematicamente alcuni concetti esecutivi su queste celle giganti.
Il concetto espresso è corretto ingegneristicamente, soprattutto quando arriva ad affermare che - matematicamente o al simulatore - una cella (ad esempio) a 9 punti può performare meglio di una cella a 18 punti. Nulla da dire su questo, ma l'aspetto grave è che si giustifica il ricorso a sistemi più semplici (dove si vanno a misurare errori nanometrici) considerando realizzazioni con precisioni millimetriche.
Ora, non è che si voglia essere pedanti e noiosi, ma a che pro dobbiamo spaccarci il cervello a trovare correzioni nanometriche, quando la precisione maggiore raggiunta dal costruttore è quella di una punta da trapano? O di 4 chiodi per inchiodare le assi di legno?
Sarebbe più fattibile- secondo la nostra poca conoscenza - mantenere un livello tecnico e teorico uniforme. Parliamo di nanometri? Va bene allora lavoriamo con ** certi ** tipi di CNC e affidiamo l'assemblaggio a personale altamente qualificato, evitiamo l'alluminio o il legno e usiamo solo alcuni tipi di acciaio (già perchè se serriamo troppo una vite può anche darsi che la nostra parte in alluminio si deformi ben oltre le tolleranze calcolate).
Secondo voi è una strada fattibile in un dobson? Secondo noi no, molto più pragmatico ammettere che certe scelte sono fatte per contenere i costi.
Maxproject

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daniela
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Messaggio da daniela »

Non e' un nostro problema, ma sorge spontanea la domanda: perche' mantenere tolleranze dell'ordine del mm o anche oltre? Non lo ha ordinato il medico mi sembra.... Quale sarebbe l'incremento di spesa per passare, almeno sui componenti piu' critici, da tolleranze di mm a tolleranze di 1-2 decimi di mm, che sono alla portata di qualsiasi officina anche alla buona? Non stiamo parlando di quegli strumenti che vengono venduti nei supermercati (soprattutto statunitensi) a tanto al mucchio.... a volte si trovano telescopi a 50$.... (nuovi e con ottiche in vero vetro!!!) sui quali e' evidente che anche pochi dollari in piu' non si possono ricaricare, oppure il potenziale acquirente compra un altro giocattolo per thanksgiving o per le feste di fine anno) stiamo parlando di strumenti da 9K (iva inclusa) senza accessori.... Veramente l'acquirente non preferisce tolleranze di un ordine di grandezza inferiori? A fronte di un incremento di spesa, come dire, piccolo? Oppure il costruttore ha proposto questa opzione? e se no, perche' no? Non riesce difficile intuire che se sulla carta tolleranze di qualche mm vanno bene, tolleranze di qualche decimo di mm andranno meglio, e saranno piu' robuste a fronte delle tante e solitamente difficili da modellizzare (a volta anche da prevedere) discrepanze tra la carta e la realta'. Stiamo parlando di incrementi di spesa di qualche centinaio di euro.... rimaniamo quindi fortemente perplessi quando si esclude a priori di andare in quella direzione. Tutto questo senza naturalmente voler entrare nel merito del lavoro dei colleghi e se effettivamente una cella di questo tipo puo' mantenere le deformazioni - tutte le deformazioni e non solo quella modellizzata - entro l'equivalente di 5nm sul rms, noi diamo per scontato che i prodotti dei nostri colleghi lavorino come da specifiche e in ogni caso se anche cosi' non fosse non sta a noi stabilirlo.

Daniela

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

E' importante intendere alcuni concetti che si stanno aprendo la strada nelle offerte commerciali, e che sono comunque una valida indicazione delle effettive conoscenze e disponibilità degli amatori italiani.
Da un lato abbiamo i dobson orientali, definiti "tutto prezzo", checchè se ne dica di qualità infima come infimo è il prezzo proposto, moltissimi telescopi da 300-400 mm che perfomano forse peggio di un 250-300 ben fatto, problemi di meccanica (soprattutto, perchè è qua che casca l'asino: i costi della meccanica sono comprimibili in minima parte anche in cina se si vogliono mantenere certi standard) che ammorbano e mortificano il funzionamento di questi telescopi.
Dall'altro abbiamo costruzioni italiane talvolta di buon pregio con ottiche orientali, talvolta di scarsissimo pregio con ottiche nazionali (sembra quasi impossibile il connubio qualità ottica=qualità meccanica), con le dovute eccezioni e i dovuti distinguo. E ancora costruzioni statunitensi sicuramente valide ma piuttosto anacronistiche.
Non prendiamo posizione su questo ventaglio di offerte, che effettivamente vanno a coprire segmenti di mercato ben precisi e ben posizionati, pensiamo e vogliamo proporre un modo di intendere il telescopio altazimutale con una nuova luce, un nuovo concetto progettuale, un nuovo modo di intendere l'astronomia.........il TAG appunto.
Maxproject

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daniela
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Messaggio da daniela »

Abbiamo avuto occasione di leggere l'articolo di un esperto di ottiche a rifrazione e astronomo amatoriale, dove esprime la sua opinione e il suo punto di vista sulle applicazioni scientifiche dell'astronomia amatoriale. Ve lo indichiamo volentieri:
http://www.brayebrookobservatory.org/BrayObsWebSite/HOMEPAGE/forum/discovery.html
Forse Chris Lord non e' l'unico a pensare, e a scrivere piu' o meno apertamente, che le osservazioni scientifiche sono noiose e che uccidono la passione, il piacere, l'arte di osservare. Vero e' che queste affermazioni sono spesso firmate da chi il contenuto scientifico e il possibile prezioso contributo dell'astronomia amatoriale non lo comprende a fondo e non lo padroneggia; ma altrettanto vero che l'amatore medio non e' un astrofisico, e quando lo e', vuole "staccare" dal proprio lavoro. Certamente non si fa una gran figura a parlare di "hubris" quando altri puntano a portare il proprio contributo (al limite, all'umanita' intera, visto che abitiamo tutti lo stesso universo, e che il "cosmo" influenza la nostra vita piu' di quanto sia evidente a prima vista.... e non intendo nel senso degli oroscopi) ne' a parlare di "jackpot" a proposito dei successi degli altri - che non arrivano per caso, ma con un metodo di lavoro, e se si lavora bene, prima o poi arrivano.

Diamo appuntamento a questi appassionati osservatori per diletto e strumentisti preparatissimi, quando uno alla volta, tutti i nostri acquirenti di TAG avranno nome e cognome su una rivista scientifica, avranno l'attribuzione di scoperte e conferme, avranno la possibilita' di scegliere per un oggetto il nome dei propri cari. Lasciamo agli altri di comprare "il nome di una stella" a soli 49.99$ incluso "certificato" in vera carta.....

Daniela

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maxproject
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L'uscita sul mercato italiano di un 600 mm. dobson metallico è una novità. Il costo di circa 9000 euro ci sembra equilibrato. Rimangono delle annotazioni su questo tipo di scelta, non parliamo qua della costruzione dei nostri colleghi, sicuramente valida, ma del concetto che ha guidato questo progetto.
Ha un senso proporre un dobson metallico con tutti i suoi pesi e le sue possibili problematiche, e che comunque non performa come un 600 mm. leggermente superiore di peso? E' questo un tema interessante, perchè da qua si dovrebbe dipanare una matassa complicata che ci spiegherà alcune filosofie costruttive e commerciali.
A prescindere dalla qualità del prodotto.
Maxproject

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