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daniela
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Messaggio da daniela »

Alcuni pensieri sulla pulizia delle ottiche.

Quando e' necessario pulire uno specchio o piu' in generale le ottiche del nostro telescopio? Meno di quanto si pensi. L'ottica non e' che deve passare l'esame di una casalinga nevrotica (o forse psicopatica) stile anni 70 (quelle che imponevano allo sfortunato marito di utilizzare le PATTINE in casa). Un'ottica un po' sporca e impolverata e' a stento distinguibile da quella di un'ottica identica appena uscita dal coating, e in visuale e' del tutto indistinguibile. Se l'osservazione alla luce diretta ci costringe ad ammettere che l'ottica non e' lurida e lercia ma e' solamente un po' impolverata, e nel caso degli specchi ha piccoli difetti nell'alluminatura, l'ottica non e' da pulire... in quanto piu' la puliamo piu' creiamo problemi e pasticci, quindi se possiamo evitare, non puliamola. E' uno strumento scientifico, non lo specchio del bagno che ci fa piacere se e' bello pulito anche sotto una luce intensa -- e che e' fatto per lavorare a 1x. (O al massimo a 5x, per quelli fra noi che possiedono uno specchio da trucco o da barba). Quando siamo presi da un improvviso e irrefrenabile desiderio di pulire e lucidare, meglio dedicarci a qualcosa d'altro in casa! La/il coniuge ce ne sara' particolarmente grata/o (e non brontolera' la prossima volta che scopre che abbiamo speso "X" per l'ultimo giocattolo).

Come pulire le nostre ottiche? I metodi migliori a nostro avviso sono due: il lavaggio con neve di CO2 e la pulizia con soluzioni di polimeri. Si tratta non a caso dei metodi utilizzati anche in ambito professionale. Il lavaggio con neve di CO2 (un inerte che non va a reagire ne' con il coating ne' con il substrato) richiede l'apposita macchina ed e' quindi un po' complicato (anche se fattibile) per l'utente che non ha lo spazio dove collocarla (la macchina non e' enorme, ma si deve avere una stanza relativamente pulita e dove sia possibile il ricircolo di aria filtrata, quindi una cappa e le prese d'aria filtrate) oppure le ottiche vanno inviate per la pulizia dopo averle smontate e imballate. Questo metodo criogenico e' assolutamente da evitare per materiali a rischio reticolazione (nell'ambito amatoriale il principale e' la fluorite ma sono a rischio anche supervetri ED, oltre che altri minerali piu' esotici utilizzati in ottica ma che non mi risultano commercializzati per uso amatoriale) in quanto sarebbe distruttivo; e' invece adatto alle ottiche a riflessione (dalle proprieta' fisiche piu' "tranquille"), ad alcune ottiche a rifrazione, e anche alla maggior parte di altri accessori ottici. Il lavaggio con soluzione di polimeri e' indicato per la maggior parte delle ottiche (ma dissolve molti materiali plastici; nell'ambito delle ottiche di precisione non abbiamo lenti in plastica pero' si deve prestare molta attenzione, o rinunciare all'uso, quando si tratta di oculari o altre lenti di piccolo diametro, specie se economiche (ma non solo!) per via delle parti in plastica che potrebbero essere presenti nel barilotto /cella, eventuali paraluce non rimuovibili, ecc. E' sufficiente che l'ottica sia accessibile e non c'e' bisogno di smontare tutto, e' inoltre possibile fare il lavoro a casa propria se si preferisce non spedirlo, e' sufficiente una qualsiasi stanza ben aerata. L'unico vero svantaggio e' il prezzo. Inoltre se il coating presenta delle "fioriture" o distacchi dal substrato, a parte il fatto che uno specchio cosi' va rialluminato il prima possibile, usare i polimeri sarebbe solamente una perdita di tempo e soldi.... perche' altro non si farebbe che distaccare vaste aree del coating.... per cui, usiamo lo specchio cosi' com'e' e poi mandiamolo direttamente ad alluminare.
Soluzioni varie a base di alcool, acqua distillata, detergenti neutri: ottime per ottiche a rifrazione piccole (oculari, piccoli telescopi e spotting scope). Si possono comprare gia' pronte (attenzione che non tutte quelle adatte per obiettivi fotografici si possono usare senza problemi con i coating per uso astronomico.... nel dubbio domandate ai produttori della soluzione e dello strumento) o preparare in casa. Non adatte agli specchi! Prima di procedere, si deve rimuovere il piu' possibile la polvere - il metodo migliore e' una pompetta a mano, e' possibile ma sconsigliabile usare aria compressa FILTRATA (dopo averne verificato la temperatura e averla soffiata su un foglio di carta che non ci sia qualche problema col filtro), e' possibile e sconsigliabile utilizzare le bombolette di aria compressa (dopo averle lasciate per un po' di tempo ben diritte e stando attenti a non scrollarle e a tenerle verticali durante l'uso, e controllando prima di spruzzare l'ottica che non venga anche spruzzato il propellente in forma liquida e che il flusso non sia troppo freddo). NON usare MAI aria compressa su ottiche fluorite in quanto e' possibile, specialmente se l'ottica e' in una stanza tiepida, che lo shock termico causi la reticolazione del minerale (un fenomeno distruttivo che e' meglio non conoscere da vicino) e' anche poco consigliabile usare le bombolette d'aria compressa su ottiche con supervetri ED (tipo fpl-53 e simili) che sono soggetti, anche se in misura piu' limitata, a questo fenomeno. Eventuali altri granelli di polvere che non venissero via si possono rimuovere con un pennellino per obiettivi fotografici, a setole morbidissime. Poi possiamo passare a pulire con la soluzione: la procedura corretta e' preparare delle salviette (vanno bene anche fazzoletti di carta di buona morbidezza e senza lozioni o profumi) imbeverne un lato senza che sgocciolino, e appoggiarli all'ottica, lasciando per gravita' che scendano senza strofinare. La salvietta va cambiata ogni volta e si deve sempre lavorare in maniera radiale (in questa maniera si minimizzano anche i danni di un eventuale graffio), ruotando l'ottica. Attenzione a non lasciare filtrare acqua vicino alla cella o dentro l'oculare: questo sarebbe DISTRUTTIVO per molte ottiche fluorite dai coating non di ultima generazione (esempio: Takahashi serie FC, FCT piccoli, Zeiss APQ.... attenzione la lista non e' esaustiva), potrebbe essere distruttivo anche per le ottiche fluorite con coating di ultima generazione (dal momento che anche nei laboratori canon-optron c'e' la gravita', e quindi per definizione devono esistere dei punti in cui la fluorite e' nuda, esattamente come i nostri piatti e tazzine di ceramica hanno sempre dei punti non smaltati), e nel caso di acromatici o lastre correttrici, anche se non e' distruttiva e' da evitare, in quanto se ci ritroviamo umidita' all'interno del nostro rifrattore o catadiottrico si dovra' smontare tutto, ripulire tutto, riallineare e ricollimare tutto (magari rispedendo lo strumento al costruttore), sempre che nel caso dei catadiottrici non si debba pure far effettuare un recoating del secondario o anche di entrambi gli specchi. Questo metodo e' anche distruttivo per molti altri materiali cristallini per uso ottico, ma nessuno di loro mi risulta commercializzato per uso amatoriale.
Acqua distillata /demineralizzata - o addirittura acqua del rubinetto. Metodo adatto ai soli specchi dopo averli smontati dalla propria cella. Noi sconsigliamo questo metodo in quanto l'acqua non e' chimicamente inerte nemmeno se pura; inoltre l'acqua potabile e' clorata (uno ione molto attivo e che e' messo li' proprio per quella ragione) e poi molte acque potabili sono calcaree e quindi lasciano depositi sullo specchio (visibili e non visibili), questo naturalmente dipende dal nostro acquedotto. A livello di aneddotica, un system manager appassionato di retrocomputing anni fa aveva trovato un VAX abbandonato in un cortile e tutto sporco di fango, ha parlato col responsabile, lo ha preso, se lo e' portato nel proprio giardino, lo ha aperto e lo ha lavato con la canna dell'acqua. Poi lo ha lasciato asciugare perfettamente. A quel punto ha dato tensione ed e' partito il bootstrap correttamente. Va detto che questa storia si e' verificata a Roma: probabilmente a Genova lo stesso metodo avrebbe prodotto un metro cubo di ferraglia da inviare in discarica. Noi comprendiamo che si preferisce utilizzare metodi semplici e casalinghi, ma questa opzione inevitabilmente riduce la durata utile del coating oltre che le prestazioni del coating dal primo lavaggio fino alla rialluminatura.

In ogni caso, prima o poi lo specchio va rialluminato. Lo specchio di un tubo senza correttore a tutta apertura e' esposto a molte sostanze chimicamente aggressive, smog in citta' e pollini in campagna. Una pulizia periodica con metodi adeguati (che per gli specchi sono a nostro avviso il lavaggio con neve di CO2 e la pulizia con soluzioni di polimeri) permettono di ritardare il recoating in maniera non miracolosa ma significativa. Inviare lo specchio per il trattamento superficiale comporta sempre un certo margine di rischio: al di la' dei trasporti, il fatto stesso di effettuare un coating comporta che lo specchio viene messo in una camera a vuoto dove subisce un ciclo termico e il relativo stress. Una percentuale bassa, ma non zero, di specchi senza difetti visibili (la percentuale aumenta per gli specchi in dischi di BK7 scartati per uso rifrattivo) purtroppo in questo processo si rompe. La battuta di chi fa trattamenti superficiali e' "ci dividiamo il rischio a 50-50, o a 60-40..." alludendo non a una partecipazione alle spese che derivano dall'eventuale danno, ma al fatto che il disco di vetro solitamente si spacca circa a meta'. I coaters fanno tutti firmare un documento in cui si manda lo specchio a proprio rischio e pericolo, e non do' loro torto, altrimenti non lavorerebbero piu'. Naturalmente per i nostri stimati clienti saranno disponibili proposte per mitigare l'eventuale danno che dovesse verificarsi in fase di rialluminatura.

Daniela

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Messaggio da daniela »

Si spera che non ci sia bisogno di ricordarlo, ma ogni volta che si utilizzano solventi organici, metanolo, etanolo, acetone, etere, collodio, e tante altre diavolerie di cui non sto nemmeno a fare il nome e che sperabilmente non vengono vendute o cedute a cuor leggero in quanto da usare sotto cappa, oltre che soluzioni di polimeri come photoniccleaning, e' importantissimo mantenere una adeguata aerazione e naturalmente e' assolutamente vietato fumare o lavorare in presenza di fiamme libere, scintille, e simili, in quanto si tratta di materiali fortemente infiammabili sia in fase liquida che come vapori.

Daniela

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Antefatto. Il nostro stimato Mario Sistelli, proprietario del seriale 1 del NortheK DK 250 f/20, aveva richiesto la sostituzione delle ottiche originali con un nuovo set con backfocus maggiore (225mm anziche' 186mm) per utilizzare piu' agevolmente gli accessori fotografici che gia' possiede. NortheK ha provveduto a sostituire gratuitamente il set di ottiche con altre analoghe e con il backfocus desiderato. La sostituzione ha comportato nel frattempo anche una revisione gratuita del telescopio (ricordiamo trattarsi del primo seriale) con il ricambio di alcuni pezzi che nella produzione successiva sono stati migliorati o elevati come standard qualitativo.
Dopo circa un mese e mezzo Mario ci contatta e ci invia delle foto relative al nuovo set di ottiche, martoriate da una serie di puntinature e fioriture superficiali che si sono concretizzate in poco tempo per poi fermarsi, sia sul primario che sul secondario.
Abbiamo sottoposto al cliente due proposte di recoating gratuito delle superfici: il nostro coater abituale di fiducia Galvoptics ed uno stimato coater nazionale Zaot) e su indicazione di Mario, le ottiche sono state rialluminate a nostre spese presso Zaot.

Nel frattempo abbiamo iniziato una serrata discussione e indagine sul fenomeno. Ricordiamo che le ottiche sono state conservate con diligenza per alcuni mesi nei nostri magazzini e al montaggio non presentavano alcun difetto superficiale.

Abbiamo contattato Galvoptics Ltd nella persona del Sig. Roger Wale, il manager di produzione a Galvoptics, e fatto con lui una piacevole chiacchierata. Speriamo di poter mettere alcuni punti fermi, sia per quanto riguarda i problemi incontrati da Mario, che per quanto riguarda la questione in generale.

Non dovrebbe esserci bisogno di dirlo, ma visto che ci leggono in tanti, iniziamo col chiarire alcune cose. Galvoptics Ltd. non sono gli ultimi arrivati. Si tratta di una ditta con ormai 40 anni di esperienza nel settore dell'ottica industriale, scientifica, medicale. Da circa 30 anni si occupano anche di coating per ottiche astronomiche amatoriali, nei primi tempi su richiesta di universita' che possiedono anche strumenti ad uso didattico, e poi per un gran numero di costruttori e appassionati. Gli specchi dei telescopi di Sir Patrick Moore transitano regolarmente nelle camere a vuoto di Galvoptics. Va da se' che qualsiasi manifattura, per quanto attuata con tecnologia all'avanguardia e gestita da persone preparate, puo' occasionalmente avere un campione difettoso, ma il controllo di qualita' non lascia passare specchi difettati. Galvoptics effettua regolarmente un pull test e anche noi in base ai consigli e alle indicazioni del fornitore ci stiamo organizzando per un ulteriore controllo a maggior sicurezza di chi acquista.

Gli specchi inviati a Galvoptics - nel caso specifico, gli specchi prodotti da Oldham Optical per NortheK hanno standard cosmetici di 60-40 almeno, e tipicamente meglio - durante il coating stanno su un piatto ruotante (per garantirne l'omogeneita'). Terminato il processo vengono impacchettati per la spedizione. La superficie ottica e' a contatto con carta velina speciale per uso in questa tipologia di applicazioni e che non graffia. Il tutto viene poi accuratamente imballato in polietilene.- a protezione da tutti gli agenti atmosferici, compresa l'umidita' - e spedito. All'arrivo, NortheK apre il collo e verifica lo stato della merce per accertare che non vi siano danni da trasporto, dopodiche' si richiude tutto e lo specchio rimane in una apposita cassa per almeno 6 settimane. Questo protocollo - a cui anche gli specchi di Mario sono stati sottoposti - e' stato concordato con Galvoptics in quanto una superficie non ancora stabilizzata e' molto piu' instabile e chimicamente attiva, e quindi, se posta nelle normali condizioni d'uso per specchi astronomici, subirebbe un deterioramento maggiore di quanto non avvenga se noi invece metteremo lo specchio nelle stesse identiche condizioni (che non sono certo una camera pulita.... come avviene per altre tipologie di ottiche, che lavorano in una macchina se non in camera pulita) soltanto dopo aver completato la stabilizzazione. Non e' poi cosi' sorprendente, dopotutto anche il dentista quando effettuiamo la pulizia dei denti consiglia di non assumere bevande pigmentate (caffe', cola, vino...) per alcune ore, per evitare macchie semipermanenti che non andrebbero via col normale dentifricio. Quindi gli specchi da noi consegnati hanno sia passato un controllo di qualita' e relativo pull test, che completato il periodo di assestamento.

Veniamo agli specchi di Mario. Ci sono state due coppie di specchi ed entrambe hanno dato problemi (anche questo ci dovrebbe far pensare a problematiche locali dell'ambiente in cui lo specchio lavora e viene conservato, piuttosto che a un problema di qualita' globale del fornitore). Il primo specchio primario (quello resoci per il backfocus corto) presentava e presenta tuttora una patina untuosa che lo ricopre in maniera pressocche' uniforme; in ogni caso e dal momento che Mario desiderava backfocus maggiore per via degli accessori che gia' possiede, lo specchio e' stato sostituito anziche' tentare di pulirlo. Il secondo, come abbiamo spiegato, dopo circa sei settimane presentava delle piccole macchie di tipo ossidativo su tutta la superficie, che si sono presentate poco dopo la consegna e si sono allargate per un po', dopodiche' la crescita si e' fermata. Questo specchio come gia' abbiamo scritto e' appena stato rialluminato a nostre spese presso un coater italiano di fiducia di Mario, il Sig. Zanoni di ZAOT, che naturalmente invitiamo se lo desidera a intervenire nella discussione in assoluta liberta' e a portare il suo punto di vista e a indicare quali siano i migliori accorgimenti per prolungare la durata del trattamento superficiale.


Riteniamo che comprendere quello che puo' essere successo agli specchi di Mario sia di interesse generale, visto che molti di noi osservano in condizioni molto simili. Per questa ragione ne discutiamo in pubblico. Il Sig. Wale ha individuato una serie di problematiche, ciascuna delle quali (o tutte insieme) hanno probabilmente avuto un ruolo nel causare il problema. Le elenchiamo di seguito in ordine sparso.

- Mario osserva da un terrazzo (non da un balcone ma dall'ultimo piano) di un condominio. Questi terrazzi hanno sempre dei camini con lo scarico delle cappe delle cucine. E gli scarichi, anche se filtrati (e non e' detto che lo siano) hanno sempre in sospensione goccioline di olio e grasso.
- Un altro problema spesso sottovalutato e' quello degli scarichi degli aerei (soprattutto dei jet) quando si vive non lontani da un aeroporto.
- Tutte le nostre citta' hanno problemi con lo smog, gli scarichi delle auto e dei riscaldamenti domestici, senza contare la possibilita' di scarichi industriali. (Sono molto piu' comuni di quanto possiamo immaginare! Un esempio? Le lavanderie e lavasecco.)
- I pollini sono molto aggressivi, e nelle regioni a clima mite c'e' pieno di pollini tutto l'anno.
- Gli aerosol marini sono terribili, e quelli del mediterraneo che ha salinita' molto elevata sono particolarmente distruttivi.
- Mantenere lo specchio / strumento nella postazione osservativa solo durante le osservazioni allevierebbe certamente questi problemi, quantomeno quelli finora elencati, permettendo di prolungarne la vita utile, ma naturalmente ciascuno di noi si sistema come gli viene piu' comodo nell'ambito delle proprie esigenze e possibilita'.
- La presenza di evaporati anomali e il contemporaneo utilizzo di un sacco protettivo ci da' alcuni dubbi, lo discuteremo fra poco
- I lavaggi in acqua, anche se effettuati con la massima cura (discuteremo fra poco come lavare le ottiche in acqua se si desidera farlo) portano sempre e comunque una sostanza chimicamente attiva - l'acqua - e se stiamo usando acqua del rubinetto, questa e' clorata e contiene una varieta' di ioni differenti, ma anche l'acqua distillata e' chimicamente molto attiva - in contatto con una superficie che puo' gia' avere subito attacchi chimici; questi punti di degradazione microscopica vengono attaccati dall'acqua e portano a macchie ossidative ben visibili. Naturalmente in questo caso specifico Mario ha lavato lo specchio con frequenza molto maggiore di quella che avviene in media, e il motivo e', naturalmente, che lo vedeva sporco! quindi i due processi si sono purtroppo reciprocamente esacerbati.
- Il detergente utilizzato, per quanto neutro e di ottima qualita', puo' talvolta avere ingredienti non dichiarati, di solito con lo scopo di proteggere la cute umana. Spesso si tratta di sostanze grasse (particolarmente tremenda la lanolina che e' difficilissima da togliere, come tutti sappiamo) e comunque che non fanno bene alle ottiche di precisione.
- Diamo per scontato che comprendiamo tutti l'importanza di utilizzare guanti monouso (naturalmente quelli privi di talco, noti anche come non-powdered o powder-free) ma forse non tutti ci siamo ricordati dell'importanza della mascherina. Eppure abbiamo forse sentito parlare un po' tutti della questione dei chip di silicio che in camera pulita sono diventati memorie.... e che molti anni dopo, cioe' dopo molti anni di funzionamento, hanno inziato in massa a presentare guasti.... e c'e' voluto del tempo per scoprire il perche'.... e adesso da silicon valley fino in cina, i lavoratori del settore indossano mascherine da chirurgo a coprire naso e bocca....

Va anche aggiunto che Galvoptics ha alcuni clienti a Hong Kong. Questi astrofili usano il telescopio in una grande citta', con smog e industrie molto peggio che a Lavagna, con l'aeroporto vicinissimo alla citta' e relativi jet sfreccianti sui grattacieli, sul mare (anche se per questo aspetto il mar ligure e' in effetti piu' problematico, e non c'e' neanche la stagione dei monsoni che nel sudest asiatico abbatte ulteriormente la salinita' per parecchi mesi all'anno) e naturalmente anche a Hong Kong si cucina anzi si frigge piu' ancora che in italia. Questi clienti fanno il recoating ogni tre anni anche se dice il sig. Wale che a volte li chiama per dire loro che non sarebbe necessario (anche se poi loro preferiscono procedere in ogni caso al recoating vista la strada che deve fare lo specchio). Non e' pero' al corrente se qualcuno o tutti di questi clienti tengano lo specchio in permanenza all'aperto.

Cerchiamo adesso di affrontare le due questioni lasciate in sospeso e anche queste, crediamo, di interesse generale. I sacchi proteggiottiche e il lavaggio in acqua.

Quando sono venuta a sapere dello strato d'unto uniforme sugli specchi, ho subito pensato ad un evaporato e ho subito pensato che provenisse dall'interno del sacco. Nel caso specifico conosciamo tutto dello strumento e anche della montatura (una Bellincioni) e sappiamo che non vi sono lubrificanti o altri materiali che possano aver rilasciato sostanze volatili. Quanto alla possibilita' del sacco, non lo ho mai utilizzato, ma conosco personalmente, e sento raccontare in giro, molte persone che hanno strumenti - anche di costo elevato - tenuti al riparo da sacchi di questo tipo, in climi non certamente miti. E non ho mai avuto occasione di sentire di problematiche, lamentele, o danni alla strumentazione. Sono quindi andata a vedermi un pochino il sito di un noto produttore di queste utili cover protettive, http://www.telegizmos.com/
Questo produttore a differenza di molti altri non utilizza il Mylar ma un altro materiale polietilene-based di cui ci dice che e' stato progettato su commessa NASA e che ha fibre embedded nel polietilene, con parecchi vantaggi rispetto al Mylar (non ultimo la resistenza meccanica a oggetti appuntiti, strappi, stiramenti, che col Mylar rendono praticamente obbligatorio l'utilizzo di un sacchetto interno in polietilene spesso). Scopriamo per prima cosa che esistono due varianti di questo sacco: la prima per uso occasionale (il costruttore dichiara per non piu' di 1-2 mesi di utilizzo continuo) e la seconda per uso abituale, questa seconda variante consta di un doppio sacco (ciascuna meta' e' simile al sacco "light"). Veniamo a riscoprire quello che gia' amici e conoscenti ci avevano detto e cioe' che questa cosa viene usata in climi rigidi e in climi umidi e in climi desertici senza problemi, ma il costruttore ci dice di usare il buon senso e anche se e' superimpermeabile di metter via il telescopio quando sia possibile. Ci dice che la versione 365 (peraltro garantita per un anno, cioe' viene sostituita gratuitamente se viene a deteriorarsi nel corso del primo anno dall'acquisto, indipendentemente da come la abbiamo maltrattata) la possiamo tranquillamente usare.... ma per un anno. Dopodiche' dobbiamo acquistarne un'altra. (Evidentemente nel tempo anche questi materiali, per quanto di eccellenza, si degradano?) Ci viene poi detto che non garantiscono e non possono garantire che la strumentazione all'interno non subira' danni, ma che insomma chi li usa non ha avuto danni (cosa che i miei amici e conoscenti che mettono strumentazione anche molto costosa affidandola a questi sacchi, mi confermano). Leggiamo poi che i colleghi si vantano di come per ragioni di resistenza impiegano "Double lap sewn seams" anzi ci informano orgogliosi che usano modelli di gamma elevata fra le macchine da cucire professionali Juki... dunque sono cuciti e non termosaldati? Forse che anche questo materiale, come molti polietileni, si degrada in maniera irreversibile se termosaldato e quindi sottoposto ad elevate temperature, e poi nel vuoto (dove lavorano le varie sonde NASA) si metterebbe a evaporare? e forse questo c'e' scritto nero su bianco nella scheda informativa del prodotto? Non possiamo saperlo per certo, sappiamo pero' che loro, i sacchi li cuciono.
Il sacco che ha utilizzato Mario non e' uno di questi. Le domande vanno quindi rivolte a chi li produce, visto anche che le informazioni sul loro sito sono molto scarne, anzi nulle. Di quale materiale sono fatti? (vi sono migliaia di polietileni diversi!) E' possibile tracciare presso il fornitore la relativa partita e verificare che non sia difettata? Esiste la possibilita' che qualcuno dei materiali utilizzati abbia fenomeni di outgassing? Quali variabili sono state prese in considerazione per minimizzare o eliminare il problema? Il cliente e' stato informato in maniera adeguata dei rischi che la sua strumentazione corre? Che succede se si verifica un danno? (e difficilmente questi sacchi vanno a proteggere strumenti "budget" da 50 euro). Naturalmente lasciamo la parola ai colleghi che realizzano questi sacchi, se riterranno di commentare.

Riguardo al lavaggio, a Galvoptics sono stati molto diretti: non hanno esperienza di neve di CO2 ne' di pulizia con polimeri perche', pur considerandoli metodi teoricamente validi, ritengono che se uno specchio non e' da rialluminare lo si continua a utilizzare anche se sporco, e quando non e' piu' utilizzabile si effettua il recoating. Questo e' abituale nel settore industriale e scientifico e non lo trovo sorprendente. D'altronde, lavorando anche con astronomi amatoriali, molti dei quali sono infastiditi da uno specchio di aspetto "sporco", hanno nel tempo messo insieme alcune "dritte" per facilitare il lavoro a chi decidesse comunque di lavare lo specchio in acqua. Crediamo di fare cosa gradita condividendole, anche se restiamo dell'idea che il lavaggio in acqua ha piu' controindicazioni che indicazioni.

- anche se vestiti da chirurghi facciamo ridere, procuriamoci parecchie paia di guanti monouso (privi di talco) e una mascherina, prima di iniziare a smontare lo specchio; e utilizziamoli finche' non abbiamo finito di rimettere tutto a posto.
- come ogni allegro chirurgo che si rispetti, dobbiamo procurarci del cotone chirurgico se vogliamo detergere lo specchio (non sempre l'azione meccanica dell'acqua e' sufficiente). Il cotone "normale" graffia il coating. Usiamo comunque con delicatezza sia il cotone chirurgico che i polpastrelli (dentro i guanti di lattice, e sott'acqua).
- se lo specchio e' sporco di sostanze untuose dobbiamo utilizzare del detergente, e non tutti i detergenti sono adatti tutt'altro. Stiamo cercando di stabilire se il prodotto che usano abitualmente i colleghi di Galvoptics (per pulire i propri telescopi personali quando sono sporchi) e' venduto in italia sotto qualche brandname. Ci vuole un detergente neutro, ma deve anche essere assolutamente privo di sostanze grasse (che proteggono e idratano la pelle), di profumi, e altre sostanze potenzialmente aggressive. Solitamente i detergenti a basso prezzo e di sottomarche hanno maggiore probabilita' di essere adatti, in quanto la loro formulazione e' ridotta all'osso e contiene pochi ingredienti.
- asciugare lo specchio il piu' velocemente possibile dopo il lavaggio per evitare depositi.

Concludiamo con un aneddoto: in tanti anni di attivita', Galvoptics ha prodotto una manciata di specchi che hanno presentato problemi e naturalmente ha effettuato il recoating a proprie spese. Tra questi si annovera un astrofilo che ha spiegato come il suo specchio presentasse una terribile fioritura, distacco del coating, ecc ecc.... e naturalmente Galvoptics se l'e' fatto spedire e senza stare a esaminare piu' di tanto, hanno provveduto a preparare lo specchio asportando il trattamento superficiale per rifarlo. Si' da' il caso che non veniva via! Il cliente ha ricevuto gratuitamente il suo specchio nuovo di zecca e nessuno gli ha detto una parola.... ma non ci ha fatto una gran figura.

Invitiamo tutti gli astrofili che lo desiderino, prima di procedere a manutenzioni o lavaggi delle proprie ottiche, a contattare info@northek.it e vi offriremo un supporto tecnico in tempo reale in modo da poter eseguire le operazioni con il metodo piu' corretto. In caso di qualsiasi dubbio anche noi faremo riferimento all'amico Roger Wale che e' disponibile a supportarci su questo tema.

Pensiamo che aver riportato la questione in evidenza sia innanzitutto corretto nei confronti dei nostri clienti (non abbiamo nulla da nascondere essendo la nostra politica di customer service centrata sul cliente) e poi che si tratti di informazioni e materiale comunque fruibile come esperienza anche per gli astrofili che ci leggono e che non si riferiscono a NortheK per i propri acquisti.

Daniela

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massimoboe
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Messaggio da massimoboe »

Questo lungo post tecnico ci sta dimostrando come sia necessario tenere i piedi ben piantati a terra, indipendentemente dalle cretinate che leggiamo nei forum popolari, dove si arriva a parlare di riflettanze impossibili o di garanzie sul coating di 25 anni, fatte oltrettutto con piccole campane da laboratorio.
Ciascuno è libero credere a quello che vuole. Ciascuno è libero di comperare quello che vuole e di vendere secondo il metodo che ritiene più opportuno, considerando i clienti una massa di beoni che credono a qualunque iperbole tecnica.
La tecnica è tecnica ed è misurabile, controllabile,incontrovertibile. Le stupidaggini da forum o da commerciante restano nel recinto delle leggende metropolitane o delle fantasie di chi non ha voglia o capacità di seguire la tecnologia attuale.
Ci spieghino pure, dati alla mano, in che modo si possono ottenere certi risultati. Ci inchineremo e cercheremo di imparare.
Massimo

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marios
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Messaggio da marios »

Ciao Daniela e ciao Massimo, leggo con piacere questo post a me ma in primis alle ottiche in mio possesso dedicato. Allora, visto che (pubblicamente) ancora non l' ho fatto e me ne scuso, ringrazio il Massimo e TUTTO lo staff NORTHEK per avere velocemente, brillantemente ed ELEGANTEMENTE (leggasi GRATUITAMENTE) risolto il problema a VOI NON IMPUTABILE occorso alle mie ottiche. Siccome mi giunge voce, che ingiro (senza fare nomi e senza dire dove) (non è necessario tanto tutti sappiamo a chi mi riferisco) si sparla abbondantemente delle ottiche Northek, dicendo che le mie hanno dei problemi, mi piace precisare che: primo di tutto lo o gli sparlatori avrebbero fatto meglio a contattarmi direttamente visto che quello al nord ben mi conosce, dato che è stato anni addietro a casa da me ad acquistare una mia ottica in vendita, x cui se voleva delle info poteva chiedermele e anche se mi sta ABBONDANTEMENTE sul CULO gli avrei cmq. risposto, poi ora che moderi ciò che gli pare..... Secondo, il problema delle mie ottiche e chi vive sul mare e in liguria lo potrà confermare, è dovuto al salino. Già proprio così, dalla mia nuova postazione a forse 200mt dal mare purtroppo ho questo inconveniente, quando soffia il vento di mare e soprattutto dalla grecia e io sto magari riprendendo giove, il vento mi porta il salino sugli specchi, penso che questo fenomeno sia abbastanza comprensibile da tutti, persino alcune cose di ottone che ho sul terrazzino hanno fatto lo stesso scherzo. Direi che, chi non ci capisce una benemerita MAZZA e NON SA' le cose come stanno, ma sà solo per sentito dire dal COLLEGA di turno che AMA criticare l' operato altrui (leggasi northek) e ama altrettanto SPERTICARSI in lodi forse anche giustificate, ma sulle quali potrei dire anche io la mia, bene questo SIGNORE farebbe meglio a farsi i C@@@I suoi e lo INVITO a non CURARSI dei problemi alle mie ottiche, che riusciamo a preoccuparcene tranquillamente noi senza l' aiuto di nessuno. Mi piacerebbe vedere, le tanto blasonate ottiche Jap come si sarebbero comportate, nella stessa situazione, mi piacerebbe proprio vedere il proprietario dove si sarebbe infilato la garanzia a vita sull' alluminatura quando le stesse giunte in giappone ed evidentemente macchiate dalla salsedine se il costruttore gliele avrebbe rialluminate a GRATIS, si, avrei proprio piacere di verificare tutto questo. Ricordo, che io sono stato anche il proprietario di un fs-78 e che durante una operazione di pulizia dell' obiettivo con la FAMIGERATA bomboletta di aria spray, ho visto lo stesso FRANTUMARSI sotto ai miei increduli occhi, e il rivenditore italiano a suo tempo mi ha chiesto 950 euro più tasse e s.s. per la riparazione, dicendo che in Giappone sono tutto fuor che scemi e che avrebbero perfettamente capito cosa era accaduto, vorrei proprio vedere se ti alluminano gratis lo specchi danneggiato dal salino! Parlare MENO e farsi di più i CAZZI propri, allunga la vita e aiuta a viverla meglio:-)!!!!!
GRAZIE NORTHEK
Mariosssssssssss.........................................................

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massimoboe
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Messaggio da massimoboe »

Io penso che sia dovere Northek dare assistenza ai propri clienti, indipendentemente dal fatto che il problema risieda o meno in un difetto di fabbricazione. Credo - ne ho parlato parecchio con Daniela, Norman e il tecnico di Galvoptics - che ci dovremo adoperare per trovare un insieme di accorgimenti per fare in modo che il Mario Sistelli non sia angosciato da tale fatto, che un po' capisco demoralizza la propria passione. Vedremo entro fine dicembre cosa possiamo pensare di fare tutti insieme e di fornire quella serie di istruzioni e suggerimenti utili a ridurre ai minimi termini la questione.

Per quanto riguarda l'altra parte del ragionamento fatta dal nostro Cliente non voglio parlare perchè la pochezza intellettuale di alcune persone la si misura dal comportamento, dalla moralità e dalla buona educazione. Il non sapersi rapportare con gli altri con dati oggettivi, magari dopo che si sa che gli altri sanno delle verità che vengono occultate con molta cura, è abbastanza infantile, cio' a prescindere dalla abilità tecnica o meno (e dalla totale ignoranza tecnologica che sembra vadano a braccetto).

Massimo

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Paolo
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Coating.

Messaggio da Paolo »

Straquoto tutto.
Puntualissima precisazione Mario!!!
Adesso capisco un po di più sul significato: 'luogo comune'....
Fatto stà che il 'team' ne è uscito come al solito alla straelegante...

Paolo

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marios
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Coating.

Messaggio da marios »

Ciao Paolo, mi sembrava doveroso chiarire la situazione, visto poi che ci sono personaggi che parlano a vanvera senza poi nemmeno sapere di chè..... Queste persone, ogni qualvolta che aprono la bocca PERDONO una buona occasione per tenerla chiusa;-) Se vuoi parlare, di quanto è accaduto alle mie ottiche chiamami tranquillamente.

ciao

Mariossssssssssssssssssssssssssssssss..................................................................................................

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Paolo
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Coating.

Messaggio da Paolo »

Ciao Mariosssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssss!
Sono già al corrente di tutto..... propongo una pesca smisurata di Alici-Sarde-Sardine e qualsivoglia tipologia di pesce azzurro e non, fino a 12 miglia dalla costa dove abiti tu!!!
in modo tale che si possa drasticamente abbassare il livello '''SALINO''' delle acque liguri.
AHAHAHH! la colpa è di sicuro da attribuirsi alle acciughe.... sono troppo salate!
con simpatia
Pa
Ps:
vedrai che và tutto a posto...... al limite ti trasferisci in padania... o da Ivan (figurati che non ha mai visto il mare.......LOLLO!)
Ciao
Pa

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maxproject
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Coating.

Messaggio da maxproject »

Riferendoci al post di Mario Sistelli più sopra, leggiamo nel web di coating garantiti a vita ecc. ecc..
Evidentemente questo è uno dei tanti modi per far credere al cliente che sta acquistando il meglio del meglio. Si fa leva sull'ingenuità e sulla scarsa padronanza tecnica di molti potenziali clienti. Perchè?

Molto semplice:
a) garantito a vita vuol dire che di norma un telescopio cambia proprietario dopo due o tre anni e forse anche meno, sta a significare che al terzo proprietario un'ottica ben alluminata è ancora operativa se non ha subito stress di cui si è parlato sopra, si conviene ovviamente che il proprietario di terza mano ben difficilmente andrà dal costruttore a lamentare che deve rialluminare lo specchio, e il costruttore difficilmente accetterà il reclamo non essendo più il cliente originale.
b) il costo di una rialluminatura è esiguo. Messi di fronte ad uno stop strumentale di un mese e a costi di trasporto ben superiori alla rialluminatura stessa, i clienti se lo faranno rialluminare qua al costo di circa 100 euro.
c) lo stesso coater , tenendo presente tutte le variabili che entrano in gioco, puo' dare alluminature che durano 3 o 4 anni o 10-15 anni, come lo spieghiamo e soprattutto come facciamo a dare garanzie di un certo tipo? Semplice: si gioca sul fattore di trasferimento del bene e sulla dismissione dell'eventuale modello e sulla antieconomicità nell'effettuare presso la casa madre l'operazione.
d) un danno al coating è SEMPRE discutibile. Il cliente difficilmente puo' controbattere un parere tecnico e visto l'importo in gioco di solito paga.

Noi, molto più modestamente, diamo copertura totale per 24 mesi e per il tempo successivo SEMPRE un rimborso del 50% del costo di rialluminatura. Evitiamo così subito ogni e qualsiasi discussione col cliente.

Maxproject

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