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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Ricordiamoci che nei forum generalisti intervengono astrofili dalla preparazione molto eterogenea, e dall' impegno diverso inteso come intensità di applicazione.
Pertanto ci sono persone moderatamente preparate che leggono e postano ogni tanto, ma non vogliono applicarsi più di tanto per propria scelta, e altri che si applicano molto con la preparazione di cui dispongono. Altri ancora - ma sono una piccola minoranza - sono molto preparati e vengono sistematicamente afflitti da disturbatori di ogni genere, che si sentono "offesi" dal fatto che vengano riportate analisi tecniche inconfutabili.
Ci sono - anche - tantissimi astrofili molto preparati che non ci pensano nemmeno di entrare in un forum a leggere o a scrivere. Molti di più di quanti pensiate, anzi: la maggioranza.
Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Appunto ci siamo resi conto che forse non sono questi forum generalisti che possono dare un qualche contributo al nostro marchio. E la prova è che nonostante si siano seminati migliaia di post informativi tecnici, c'è ancora gente che cerca di rivoltarli, che si "offende" perchè forse capisce che il suo telescopio vale i pochi soldi spesi, che parla di pubblicità occulta (no grazie non ne abbiamo bisogno, quelli con le rotelle in funzione ci conoscono) quando mai e poi mai il nostro nome viene riportato - ovviamente quello personale si e chi innalza critiche lo fa perchè sa chi siamo, ma se uno non ci conosce come fa a dire che apparteniamo a un marchio? Questo la dice lunga sulla buona fede di molti logorroici che bazzicano nei forum.
Altri sono integralisti, ma non per una conoscenza tecnica, quanto per una specie di mania, normale in campo hobbystico (è come per le auto : ci sono gli alfisti ecc., ma nessuno di questi puo' considerarsi esperto costruttore di auto), per cui vivono con la nebbia negli occhi che a volte impedisce di vedere uno status tecnologico sul prodotto scelto, che non può essere argomento di discussione. Vorremmo fare esempi ma non possiamo per ovvi motivi di correttezza.
Che dire.........evidentemente il nostro target è collocato altrove, questo già lo sapevamo e dopo 3 anni di intenso lavoro lo abbiamo dimostrato.
Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Una questione importante sul coating degli specchi.

Talvolta succede che dopo il coating, l'imballo con tutte le cautele ecc., sulla superfice alluminata si creino delle lievissime rigature (magari in un lato solo per lo sfregamento dell'imballo ecc.).

Il primo riscontro è che il cliente è convinto che questo sia un difetto grave e non funzionale dello specchio e pertanto si angoscia al riguardo. Il secondo riscontro è che - di norma - sono quasi inevitabili quando si imballa uno specchio o lo si maneggia.

Questi inestetismi sono da noi considerati NON DIFETTOSITA', sono molto facili da provocare in quanto il nostro alluminatore usa strati molto sottili di materiale per non vanificare la precisione della superfice ottica. Volete farli sparire? Semplice: spariamo un bel po' di alluminio e non si formano, appagato l'occhio gabbato il cliente. E' prassi soprattutto negli USA.

Naturalmente quando uno specchio arriva in Northek viene attentamente controllato sul suo aspetto cosmetico. C'è un grado di accettazione e un grado di respingimento dell'ottica, sia ben chiaro questo.......anche agli inestetismi c'è un limite. Ci sono specchi con zero inestetismi e specchi con 1 o 2 segni. Un punto importante è che al controllo questi segni si trovino soprattutto in zone inutilizzate dello specchio (es. bordo o centro) e non nella parte che lavora.

Questo è normale anche per gli alluminatori nazionali con i quali siamo in contatto costantemente per seguire l'evolvere delle tecnologie e dei metodi di trattamento.

Maxproject

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carlo
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Messaggio da carlo »

Con grande ritardo a causa della marcia forzata durante il periodo festivo riprendo il discorso lasciato qualche settimana fa.


Non ho aperto i “testi sacri”, lo confesso, e faccio qui ancora qualche semplice, molto semplice, riflessione. Si è partiti da una felice intuizione che permette di valutare la riflessione percentuale di uno specchio. Il metodo, che ha il grande merito di essere di notevole semplicità può nascondere delle insidie. La procedura a mio parere contiene inoltre un aspetto che deve essere assolutamente corretto.

Partiamo dal primo punto: la valutazione comparativa delle due aree viene fatta valutando il valore numerico dei parametri di luminanza RGB misurati dal file raw, dove se non prendo lucciole per lanterne ci troviamo tra un range di “zero” (nero) e 255 (bianco). Continuo a avere difficoltà a convertire con certezza questi valori perchè frutto di manipolazioni e calcoli che ben poco conosco: per avere certezze dovrei sapere in che modo viene trasformato il valore elettrico del sensore in numero (analogico>digitale) e dovrei conoscere molto bene la curva di risposta del sensore, e gli altri parametri usati nella conversione dalla fotocamera. Insomma, alla fine non sarei molto sicuro di affermare che lo specchio riflette il 94 o il 97 percento, cifra che in visuale, per occhi certamente più fini e esigenti dei miei, fa una differenza.

Avevo proposto l’uso di uno spotmeter esterno, ma anche in questo caso la precisione di 0.1 EV (Valore Luce) non è abbastanza. Ricordo che la differenza di 1 EV si ha raddoppiando o dimezzando la quantità di luce misurata (quindi una variazione del 100 percento = 1 EV).
La precisione di una misurazione (e conseguente esposizione) con la precisione di 0.1 EV (quindi 10 percento) è più che sufficiente nella fotografia tradizionale, dove generalmente non fa grande differenza una variazione inferiore a 1/3 di EV. Nel caso della misurazione in oggetto purtroppo neanche questa valutazione offre ancora la precisione richiesta.

Empiricamente aggirerei l’ostacolo sfruttando il principio ben noto che l’intensità dell’illuminazione di una superficie si quadruplica dimezzando la distanza tra il corpo illuminante e la superficie illuminata.
Ovviamente si dovrà usare una lampada priva di parabola riflettente o altro. Una sorgente il più possibile puntiforme sarà adatta allo scopo. Si potrà procedere quindi facendo due riprese: una alla superficie campione, e l’altra alla stessa superficie riflessa dallo specchio, avendo cura di avvicinare la sorgente luminosa sino ad avere lo stesso valore. Userei l’ottica di ripresa alla massima apertura, per evitare imprecisioni dovute a incertezze del diaframma automatico della fotocamera (che si chiude al valore impostato solo al momento dello scatto). Saranno fatti vari scatti in modo da verificare l’effetto di errori eventuali dell’otturatore: in teoria i tempi di otturazione dovrebbero essere costanti, ma in pratica non possiamo esser certi dell’efficienza della nostra fotocamera. Meglio verificare specie se, come in questo caso, non costa nulla.

Veniamo al vero punto dolente del sistema.
Se fotografo un oggetto e il suo riflesso, sto di fatto fotografando il soggetto da due differenti punti di vista.
Quando la fotocamera si sposta rispetto al soggetto si ha una variazione del suo angolo di ripresa in funzione della luce. L’esempio più banale: una persona all’aperto, sotto il sole, di fronte allo specchio può avere un’illuminazione frontale e essere in perfetto controluce nell’immagine virtuale dello specchio. In questo caso il differente valore di illuminazione non è dato solo dalla percentuale di riflessione dello specchio, ma proprio dal fatto che sto vedendo un soggetto da due punti diversi.

Il fatto che il nostro materiale rifletta in tutte le direzioni nello stesso modo è una qualità necessaria ma non evidentemente sufficiente.
Pensando al modo più semplice per aggirare l’ostacolo ho immaginato di sostituire il foglio che emette luce riflessa con una sorgente di luce ragionevolmente ampia. Ho immaginato un bulbo opalino a incandescenza, o anche una lampada di forma sferica, facilmente reperibile. Questa dovrebbe avere una luminosità della sua superficie ragionevolmente costante. Potremmo quindi fotografare la lampada e il suo riflesso nel medesimo fotogramma (ipotesi iniziale) e ottenere sul fotogramma i due valori diversi. A questo punto, per la valutazione finale di questa differenza applicherei una comparazione con l’esperimento precedente quando variando la distanza tra corpo illuminante e superficie illuminata si aveva una variazione dell’illuminamento della superficie (valore noto correlato a una variazione di valore nel file) e avrei con precisione il valore cercato.

Lo so, la spiegazione è un po’ contorta, ma di riscriverla da capo non se ne parla proprio… Vedrete che in pratica non è poi così complicato. Buon divertimento.


Ciao! Carlo


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Edited by carlo on Jan 12, 2010 at 06:27 PM

wide
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Messaggio da wide »

ciao a tutti e ben ritrovati....... rimanendo in tema coating qui dichiarano un trattamento al 98 per cento uniforme per quasi tutto lo spettro
http://www.spectrum-coatings.com/telescope.htm
c'è da credergli ?

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maxproject
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Coating.

Messaggio da maxproject »

Ovviamente si, chi si prende la briga di controllare?
Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Facciamo solo un appunto su queste percentuali: stiamo parlando di valori oscillanti tra il 2 o 3% dal presunto dichiarato al presunto effettivo. Poniamoci la domanda al contrario: quanto questi punti percentuale sono importanti nel nostro strumento? Quanto di questo ipotetico potere riflettente al 94% (standard 94-96) è più penalizzante rispetto ad un altro ipotetico (98%)? E' veramente su questo punto che crollano le prestazioni, o magari ci sono altri aspetti ancor più importanti che si mangiano molti più punti sulla funzionalità.
La nostra impressione è che si stia correndo dietro ad un faro acceso per il "marketing" che non piuttosto ad un ragionamento un po' più concreto.
E da qua escludiamo i vecchi sistemi al 88%, dove il delta comincia ad essere sensibile.
Idem per le alluminature garantite 25 anni. Chi ci crede fa bene, chi pensa fra 24 anni di contestare una alluminatura fa bene, chi invece molto più concretamente pensa che in funzione del luogo da cui osserva, dal modo in cui conserva lo strumento, dalle ore di impiego effettivo, dallo spessore dello strato riflettente (che non serve a nascondere i difetti...) ecc .ecc., anche una rialluminatura ogni tanto non sia un dramma - visto anche il costo modesto, e a cui NortheK sostiene comunque sempre per il 50% - allora in questo caso forse siamo un po' più con i piedi per terra e non la testa nelle nuvole.
Maxproject

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wide
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Messaggio da wide »

ciao max che dire, gli americani sono bravi a spararle anche nei marketing che ci vuoi fare, non mi stupirebbe che un giorno si scoprisse, per esempio, che i televue hanno dei coating antiquati rispetto anche ai cinesi o delle lenti in plastica (e qualchuno lo ha sospettato creando un putiferio), riguardo a quelle percentuali l'unico campo dove si potrebbero far contronti è nel deep visuale estremo su soggetti non puntiformi, il vedere o non vedere una galassietta di 14esima e qualche alone attorno sono convinto che tra 2 specchi trattati al'88 per cento e 2 trattati al 96, stesso oculare (che minimo ti fa perdere un 7/8 per cento) qualche differenza ne salti fuori, ma ripeto sfido chiunque tra tempo suo e atmosferico e mille altre menate a organizzare un test del genere, senza poi contare che bisognerebbe realmente certificare quelle percentuali...

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maxproject
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Coating.

Messaggio da maxproject »

Sono d'accordo Wide, comunque ho indicato che dal ragionamento escludevo i vecchi coating all'88% (presunto), ma mi soffermavo su quelli minimi al 94% (94-96%) a quelli massimi 98% (ma quale sarà la tolleranza?
Maxproject

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wide
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Messaggio da wide »

La tolleranza è la stessa che ti fa spendere 60.000 € in più per una vettura Che da zero a cento impiega mezzo secondo in meno della vettura più economica [: P]
Edited by wide on Feb 1, 2010 at 02:22 PM