Intubazione di sistemi misti.

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maxproject
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Intubazione di sistemi misti.

Messaggio da maxproject »

Venite a vedere ad Astrofest, c'è un esempio eloquente di questi lavori.

Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Abbiamo postato qua nel nostro sito, sotto progetti speciali, la prima parte di una reintubazione di siffatti strumenti, è una indicazione di massima, ma si puo' sofisticare ancora di più
Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

In retrofit vedete il prima e il dopo......ci si puo' rendere conto dove porti una buona meccanica, con "buona pace" di quelli che dicono che la meccanica non serve........bastano tre viti e un tubo in lamiera....meditate!

Maxproject


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Edited by maxproject on Jan 3, 2010 at 04:59 PM

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Approfittiamo di questo post per non aprirne uno nuovo, cosa che consigliamo sempre a chi interviene, in modo da dare meno post da leggere ma sempre più completi ai tanti che non si loggano ma leggono quotidianamente.

Vogliamo fermarci un attimo a ragionare sulla questione dei correttori-riduttori-spianatori ecc. relativi ad ogni strumento astronomico. Postiamo qui perchè l'oggetto del post è proprio di uno strumento dedicato all'imaging, dotato di un correttore/spianatore, e quindi di un certo impegno progettuale.

Il grosso problema è costruire sistemi ottici di riduzione e/o correzione che funzionino nei termini del progetto teorico (ovvero riduzione della focale, oppure spianamento del campo, oppure correzione ai bordi). Ciascun produttore di telescopi affronta il tema nel modo che gli è più congeniale sia logisticamente che finanziariamente.

Le strade sono comunque due, a cui ci si adegua nel modo migliore:
a) in strumenti mass market oppure di semplice disegno senza esasperate risultanze finali, si utilizza un progetto di "correttore" standard che poi viene applicato a tutti i telescopi (ovviamente dello stesso modello, diametro, focale), cercando di sfruttare al massimo la standardizzazione della costruzione e fidandosi molto del livello medio di qualità del prodotto (cioè si parte dal presupposto che "mediamente" tutti i telescopi xxx siano uguali). Questa strada è utile e interessante pero' non porta mai a risultati adeguati, resta comunque che i correttori dedicati hanno anche un costo limitato, migliorano sensibilmente le performances del telescopio e sono dunque un buon passo avanti dal non averlo. Il costruttore serio eviterà di applicare un simile accessorio in schemi e rapporti dove non esiste un senso logico......;
b) in strumenti più costosi o dove comunque il cliente pretende determinati parametri e risultati finali, non si usa mai un correttore da scaffale. Chi ha percorso queste strade, come quella di progettare "dopo" il correttore è rimasto scottato.
La buona norma richiede che prima si progetti lo schema ottico e poi si disegni il correttore dedicato. A quel punto posso costruire tutto il set ottico, tenendosi la sicurezza di poter ancor apportare modifiche a qualche superficie se i risultati al controllo non sono come calcolati.

Questo spiegato in modo grossolano. Certamente l'utilizzo di questi accessori parte dal presupposto che a set completo, dispongo anche della adeguata meccanica. In strumenti fotografici di diametro considerevole è sempre un po' un problemino gestire questi pezzi d'ottica, vuoi per i riflessi che introducono e che devono essere accuratamente eliminati, vuoi per qualche problemi che si verifica sempre nell'interfaccia con la meccanica.

Non è un mistero che alcuni astrografi top level siano una maledizione da collimare e mantenere collimati, proprio per i tanti elementi coinvolti e per le prestazioni esasperate che danno (ad esempio ai bordi del campo con immagini piccolissime). Questo sta anche a significare che l'astrofilo desideroso di entrare in certi utilizzi deve avere ben presente il genere di problematica che si presenterà, ma non per incompetenza del costruttore, ma perchè è naturale sia più difficile guidare una macchina da F1 che non una Panda.

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

E' molto importante che la parte relativa alla collocazione esatta del correttore nel percorso del cono di luce avvenga con tolleranze molto strette. Se infatti abbiamo ottimizzato tutto il complesso ottico, diventa facilissimo perdere molte o moltissime delle prestazioni previste sulla carta, proprio nel momento in cui si va ad interfacciare il blocco ottico e la sua meccanica (barilotto) con la costruzione meccanica del tubo.
Non si creda che sia un discorso banale, soprattutto in diametri consistenti. Anzi, è proprio qui che si corrono i maggiori rischi, non a caso questi settaggi vanno fatti al banco ottico se si vogliono ottenere performances di alto livello. Escludiamo dunque a priori l'idea di avere un barilotto filettato da avvitare ad un tubo filettato: questo vale per i correttori generici ma non per quelli dedicati, soprattutto e in considerazione del fatto che poche sono le celle per primari costruite con la giusta precisione meccanica .......
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maxproject
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Messaggio da maxproject »

In linea generale per inserire un correttore (qui diciamo genericamente correttore per brevità, indipendentemente da quello che deve fare) nel punto esatto dove deve intercettare il cono di luce, ci sono due metodi:
a) provvedere, compatibilmente con la meccanica, un tubo o supporto filettato con cura a cui avvitare il correttore. In questo caso avremo in prodotti commerciali una tolleranza di circa 0,1 mm, in prodotti più curati 0,05 mm anche a seconda del tipo di filetto e dei metalli usati;
b) provvedere, compatibilmente con la meccanica, un sistema di centraggio - magari conico con le dovute tolleranze - e un sistema di registro come se si trattasse di un obiettivo acromatico. Ma in questo caso la complicazione non è data solo dal tilt laterale ma anche dalla possibilità di posizionare con la precisione centesimale il complesso ottico di correzione. Come fare? Questo lo lasciamo sviluppare ad ogni costruttore.

Il terzo metodo, più sbrigativo e che può anche dare buoni risultati è quello di prevedere una flangia a battuta dove fissare con viti tira spingi il correttore medesimo. Noi non consigliamo questo metodo percè troppo soggetto alle variabili termiche della parte metallica.

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skymap
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Una curiosità.

C'è modo di calcolare quanto un'imprecisione meccanica o gioco nell'accoppiamento influisce sulla resa ottica ? per esempio, lo spostamento di 0,1 mm. dall'asse ottico di uno spianatore o di una barlow producono sul sensore una perdita pari a x del potere risolutivo.

Cerchiamo di vivere in modo tale che quando moriremo perfino il becchino sia triste.
Mark Twain

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Ciao Sky,
l'importante è gestire questo 0,1 mm, tieni presente che prima di poter calcolare quanta prestazione perdi dal tuo telescopio ti devi rendere conto di quanto stiamo parlando.

Nel caso ad esempio di un dk 250/5000 (usiamo questo perchè sono prove che abbiamo fatto), avremo

0,48"/206000*5000 = 0,011 mm al primo fuoco

mentre ad es. con un oculare medio avremo

0,48"/206000*45000 = 0,1 mm

ma con una barlow al primo fuoco da 3x

0,48"/206000*15000 = 0,03 mm

Da questo calcoletto (scusami se sono breve ma sono ancora indisposto), si evince che con uno strumento ben fatto devi avere una focale molto lunga per uscire dai soliti 0,02 che teniamo per buoni.

Tutto diverso se hai focali più corte, quindi uno strumento a fuoco più corto (es. 2000 mm) è sotto questo aspetto molto più di bocca buona che non un 5000. Tieni presente però che nel caso del dk 0,1 mm corrispondono ad un fuori asse importante, 0,03 mm sono praticamente il minimo che si riesce a controllare con strumenti leggeri (e nessun commerciale).

Uno spianatore già risente a 0,01, mentre per la barlow dipende se in visuale o in fotografico.

Maxproject

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Rispondo a pezzi......

Il ragionamento di cui sopra per dimostrare come con certi telescopi anche spostamenti infinitesimi siano comunque visibili alla collimazione al banco ma dentro le tolleranze tecniche imposte da meccaniche leggere. Infatti 0,011 è ben dentro 0,02 e solo allungando spropositatamente la focale (tanto da non usarla quasi mai) si sborda dalla tolleranza, altrimenti con un nostro strumento ci stai dentro (es. 15 mt.).

Ora: se parliamo di questi valori bassissimi avremo ancora star test da manuale, già che ci pensa il seeing a sistemarti, ma tu parli di 0,1 mm cioè l'ipotesi per noi più pessimista e con una focale nemmeno tanto lunga immagino. Ne consegue che il deterioramente - se ci mettessimo a fare un po' di conti - è superiore a quello che dobbiamo subire a causa del seeing e delle termiche.

Dunque ancora una volta si dimostra come una buona meccanica conti forse più di una buona superficie ottica.......
Maxproject

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Messaggio da maxproject »

Un piccolo appunto relativamente alla reintubazione del MK Intes che è stata illustrata nel nostro sito nei dettagli. Un visitatore ha postato il nostro filmato youtube in un forum generalista, chiedendo pareri ad altri astrofili.

Ci asteniamo da qualsiasi presa di posizione. Chi vuole saperne di più legga la relazione nel sito, non possiamo per motivi di professionalità rispondere a quesiti in un forum pubblico, perchè questo porterebbe inevitabilemente ad un flame poco cortese anche nei confronti del nostro stimato Cliente.

Quello che non è scritto è perchè è strettamente riservato e riguarda solo il Cliente e NortheK.

Grazie
Maxproject

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