riccardi-honders

diglit
Messaggi: 52
Iscritto il: 25/09/2008, 18:04

riccardi-honders

Messaggio da diglit »

e anche nel numero di strumenti che venderanno, secondo me...
A quel punto uno si compra una BRC che è una garanzia... scusate.

Paolo

Avatar utente
maxproject
Messaggi: 3109
Iscritto il: 25/09/2008, 11:57

riccardi-honders

Messaggio da maxproject »

si anche questo è vero, comunque il brc si ferma a 250 mm., dalla sua ha una esecuzione meccanica impeccabile (tubo in acciaio) e risultati qualitativi indiscutibili.
Maxproject

giampaolo
Messaggi: 14
Iscritto il: 25/09/2008, 18:05

riccardi-honders

Messaggio da giampaolo »

Ciao,a tutti

comunque un ostruzione del 58% ( se verificata ) alla fine peserà anche sulle riprese,
e poi sinceramente tutti questi pezzi d'ottica messi insieme non sarà uno scherzo
tenerli collimati,ma...
Io credo che c'era più bisogno di maggior professionalità che non di soluzioni ottiche innovative,

Giampaolo

Avatar utente
maxproject
Messaggi: 3109
Iscritto il: 25/09/2008, 11:57

riccardi-honders

Messaggio da maxproject »

Ma Giampaolo un astroimager come te ha già capito dove sta l'inghippo. Ora non conosciamo il prezzo di vendita, ma conosciamo perfettamente a priori i limiti di questo schema.
Molto vetro, molto peso, molte superfici, grande ostruzione e sicuramente costo non basso.

Francamente avrei concentrato gli sforzi su qualcosa di piu' fruibile, sembra piu' una boutade commerciale, leggittima sicuramente, ma non innovativa come la vende il Recensore.
Maxproject

diglit
Messaggi: 52
Iscritto il: 25/09/2008, 18:04

riccardi-honders

Messaggio da diglit »

beh, io non sono un imager ma un minimo di esperienza strumentale la ho.
Se si escludono i sistemi a fuoco variabile l'ABC dello strumento fotografico è quello di avere il minor numero di superfici esposte a cambio di densità compatibilmente con il livello di correzione ottica (geometrica e cromatica) richiesta.
Tendenzialmente inserire complessi ottici vari (con caratteristiche diverse: riflessione, rifrazione, differenza di vetri, differenza di curvature, etc.) risulta estremamente difficile in fase di progettazione anche solo del campo ottico (oltre che di quello meccanico).
Quindi io non considererei nemmeno un sistema tanto complesso perché un conto è progettarlo, un conto è realizzarlo. Il numero di variabili cresce enormemente in uno strumento sifatto...
Paolo

Avatar utente
maxproject
Messaggi: 3109
Iscritto il: 25/09/2008, 11:57

riccardi-honders

Messaggio da maxproject »

Beh non abbiamo visto lo strumento e non abbiamo visto la meccanica, comunque penso che quanto qui espresso alla fine sia il fondo di quello che pensano gli astrofili. Non vedo quella rivoluzione cosi decantata dal Recensore.
Maxproject

Avatar utente
maurizio
Messaggi: 130
Iscritto il: 25/09/2008, 17:54

riccardi-honders

Messaggio da maurizio »

Secondo il Plinio lo schema rivoluzionario è dovuto solo all’utilizzo di superfici sferiche.
Accontentandosi di un campo corretto più piccolo, le superfici in lavorazione sono molte meno, (vedi schemi Houghton dal quale si è ispirato il Riccardi aggiungendo un mangin) e non sono certo schemi innovativi, e anche qui abbiamo solo superfici sferiche compreso il primario.
Maurizio
Edited by maurizio on Oct 8, 2008 at 07:28 PM

Avatar utente
maurizio
Messaggi: 130
Iscritto il: 25/09/2008, 17:54

riccardi-honders

Messaggio da maurizio »

In ogni caso non penso che lo schema messo nella pubblicità della astrotech sia veritiero.
E' meno complicato fare un newton sferico f. 3 che un cassegrain sferico f. 3.
Un cassegrain f. 3 secondo me non ha senso.
Probabilmente i cassegrain di quello schema saranno con un f. più alto.
Il newton ha un menisco davanti poi lo specchio mangin, il secondario piano e una lente correttrice prima del fuoco.
Penso che sarà così anche per il cassegrain con al posto dello specchio piano naturalmente un secondario convesso, schema molto più snello.

Maurizio

0

giampaolo
Messaggi: 14
Iscritto il: 25/09/2008, 18:05

riccardi-honders

Messaggio da giampaolo »

Scusate,se ritorno in argomento anch'io su questo strumento ( o configurazione ottica ) ma avrei bisogno di capire quanto si scrive e si può leggere anche in un altro forum :

Per il momento il prodotto sarà un 300 F/3 con un campo corretto di ben 55mm ,piano, con stelle di una decina di micron ed un backfocus di ben 180mm
e quindi grande spazio per inserire prima del piano focale qualsiasi accessorio.

C'è solo un elemento frontale (e non è un menisco) e a parte un correttore prima del fuoco ha lo stesso numero di componenti di un Mak-Cassegrain.
Tutte (ma proprio tutte ) le superfici sono sferiche e lo strumento per come è fatto sostanzialmente non avrà bisogno di collimazione.


ecco proprio l'ultima affermazione non riesco a capirla ( quella sulla collimazione ),
capisco dover vendere a tutti a costi,ma affermare che non avrà bisogno di collimazione mi sembra grossa o forse mi sbaglio
Giampaolo

0

Avatar utente
daniela
Messaggi: 500
Iscritto il: 25/09/2008, 17:57

riccardi-honders

Messaggio da daniela »

la mia opinione, del tutto teorica dal momento che non ho visto lo strumento, ma vedremo se alla fine verro' smentita.... e' che si fara' la scelta di rendere lo strumento poco o per nulla collimabile. Questo per tre motivi: intanto la collimazione di schemi ottici complessi e' probabilmente al di la' delle competenze dell'utente medio (che si presume sara' un esperto astrofotografo, mica un ottico professionista) tanto piu' con questi correttori che rendono problematica l'interpretazione delle immagini di collimazione (e che probabilmente richiederebbero strumenti di collimazione progettati ad hoc). In secondo luogo uno strumento pienamente collimabile significa una meccanica estremamente complessa, dunque pesante e costosa oltre che al di la' delle competenze dei costruttori dei quali si sussurrano i nomi. Ultimo ma non per importanza, una meccanica che permette di raggiungere la collimazione fine permette, e' vero, di spremere le ottiche al meglio (ma vale anche il viceversa: una meccanica dalle performances dignitose ma non eccelse vuol dire che gli eventuali peccatucci dell'ottica saranno, non solamente perdonati, ma proprio invisibili all'utente finale..... e anche qui, chi progetta fa bene i suoi conti) ma richiede tolleranze meccaniche molto strette, con relativi pesanti aggravii tanto sulla lavorazione quanto sui materiali (visto che le tolleranze debbono essere mantenute in un certo range termico e anzi in un profilo di temperatura tutt'altro che costante lungo la nottata osservativa tipica). Pronta ad essere smentita eh si intende! Daniela

0