Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.
Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.
DK Zen: in questi anni ho acquistato e provato diversi telescopi di Romano Zen. Presentano un’ ottica molto buona, a patto pero' di scegliere rapporti ottimizzati, con primari a lungo fuoco e con un basso fattore di moltiplicazione sul secondario. Da evitare primari a F2 - 3 moltiplicati 8 – 9 volte! L’ intubazione e’ molto spartana e povera, con tolleranze di lavorazione intorno al millimetro. Un vero peccato, perche’ in questo modo l’ ottica non viene sfruttata al massimo. E’ comunque un progetto funzionale.
DK Northek: alla Fiera di Erba ho potuto ammirare da vicino questi telescopi. L’ ottica non l’ ho provata ma dovrebbe essere alla pari dell’ intubazione che, a prima vista, e’ veramente eccezionale. Proprio per questo non ho esitato a sostituire il supporto del secondario Zen del DK 316 con il loro modello Axys A1. E’ come confrontare una Panda con una Ferrari. La tolleranza di lavorazione della meccanica e’ intorno al centesimo. La differenza di prezzo rispetto al DK Zen ( entrambi vengono acquistati direttamente dal produttore ) e’ quasi tutto sulla meccanica che presenta un progetto ben definito e studiato nei minimi particolari.
DK Mewlon: guardato da vicino questo telescopio si presenta abbastanza bene. L’ ottica e’ certamente buona ma l’ intubazione non e’ dello stesso livello. Lo considero leggermente superiore al DK Zen, ma il suo prezzo e’ comunque esagerato, anche se bisogna tenere presente che, per essere acquistato, deve fare il “giro dell’ oca”, ovvero la trafila – Produttore – Importatore – Negoziante. Lo acquisterei al massimo per 4000 euro, ma non di piu’.
Ciao.
Edited by roby2008 on Mar 22, 2011 at 12:11 PM
DK Northek: alla Fiera di Erba ho potuto ammirare da vicino questi telescopi. L’ ottica non l’ ho provata ma dovrebbe essere alla pari dell’ intubazione che, a prima vista, e’ veramente eccezionale. Proprio per questo non ho esitato a sostituire il supporto del secondario Zen del DK 316 con il loro modello Axys A1. E’ come confrontare una Panda con una Ferrari. La tolleranza di lavorazione della meccanica e’ intorno al centesimo. La differenza di prezzo rispetto al DK Zen ( entrambi vengono acquistati direttamente dal produttore ) e’ quasi tutto sulla meccanica che presenta un progetto ben definito e studiato nei minimi particolari.
DK Mewlon: guardato da vicino questo telescopio si presenta abbastanza bene. L’ ottica e’ certamente buona ma l’ intubazione non e’ dello stesso livello. Lo considero leggermente superiore al DK Zen, ma il suo prezzo e’ comunque esagerato, anche se bisogna tenere presente che, per essere acquistato, deve fare il “giro dell’ oca”, ovvero la trafila – Produttore – Importatore – Negoziante. Lo acquisterei al massimo per 4000 euro, ma non di piu’.
Ciao.
Edited by roby2008 on Mar 22, 2011 at 12:11 PM
- Andrea Maniero
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.
Per il primo e il terzo strumento ( riferiti alla scaletta di MAX ) non trovo incongruenze di tipo economico , Roberto ha spiegato con esperienza diretta il perche' di tali differenze .
L'inaccettabile e' la seconda ottica , un costo elevatissimo in rapporto a quello che si ha in mano e che io non comprerei nemmeno usato . Qualche "genio " l'ha comperato piu' per il nome che per la sostanza per poi vedersi stracciato fotograficamente da strumenti piu' economici
In sostanza la meccanica fa' e deve fare la differenza a parita' di qualita' ottica .
Ciao Andrea
Edited by Andrea Maniero on Mar 22, 2011 at 10:56 AM
L'inaccettabile e' la seconda ottica , un costo elevatissimo in rapporto a quello che si ha in mano e che io non comprerei nemmeno usato . Qualche "genio " l'ha comperato piu' per il nome che per la sostanza per poi vedersi stracciato fotograficamente da strumenti piu' economici

In sostanza la meccanica fa' e deve fare la differenza a parita' di qualita' ottica .
Ciao Andrea
Edited by Andrea Maniero on Mar 22, 2011 at 10:56 AM
- Andrea Maniero
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.
Il mio commento si riferiva alla lista di Max e non in risposta a Roberto scusate !

Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.
Come in tutte le case solide (se poi per motivi nostri vogliamo un capanno da giardino per riporre i nostri attrezzi, benissimo, ma dobbiamo sapere cosa vogliamo e perche') si inizia dalle fondamenta, si continua con i muri portanti e altri elementi strutturali, e poi alla fine, se si vuole, si mettono i soprammobili, la carta da parati, le tendine alle finestre, e la cera sul pavimento, che rispondono comunque al senso estetico (o mancanza di senso estetico) di chi ci vive, e nulla piu'.
Prendiamo un esempio che e' stato discusso di recente, il setup di Alan Friedman
http://www.avertedimagination.com/img_pages/little_big_man.html
sul sito troverete le sue immagini che non hanno bisogno di commenti.
Un minuscolo e cortissimo Stowaway vecchio tipo (92mm di apertura e f/4.8) su una AP900.
Certo vanno aggiunti un solarmax da 90mm e relativo adattatore, un BF30, un FFC, e una camera leggera ma non peso piuma, oltre che la gabbia del clandestino (che e' leggero e dunque una gabbia rigida e pesante e' d'obbligo) tutti elementi che vanno aggiunti al totale e si sa che i pesi fanno presto a salire, ma si tratta di una AP900......
Non e' un caso isolato, c'e' pieno di FSQ106 che fanno imaging su montature mostruose; vero che il FSQ e' molto piu pesante dello stowaway, ma montature di quella classe, neanche colgono la differenza.
Sara' un caso? sara' perche' hanno gia' quella montatura enorme? Beh forse non la si andrebbe ad acquistare apposta, ma secondo noi, non e' un caso e non e' neppure un caso che certi dettagli fini, che nelle immagini di Friedman ci sono e in altre spariscono, siano guarda caso appannati se non dissolti dalle microvibrazioni. Nel caso di Friedman questo e' particolarmente cruciale in quanto nel corso dell'osservazione solare, quindi in una bella giornata con il cielo sereno e il sole alto nel cielo, l'aria vicina al tubo non ha velocita' zero, tutt'altro. Ma anche di notte, questi elementi hanno il loro peso.
Infine, l'elaborazione - passaggio importantissimo e spesso trattato con sufficienza, come se non si trattasse di una operazione scientifica ma di una specie di trucco da illusionisti - tira fuori dati che ci sono. I dati che non ci sono, non li puo' creare. Anche a fronte di grezzi apparentemente simili se li guardiamo singolarmente ad occhio nudo, gli algoritmi evidenziano impietosamente la differenza. Poi, ciascuno fa come preferisce e spende come preferisce. Questo setup ha solo 90mm di apertura (in osservazione solare non e' facile superare questa barriera, sara' una sfida per il futuro, anche per noi) si puo' fare di meglio, ma si tratta di strumenti semiprofessionistici e di impegno logistico e finanziario mica da poco. Superarlo con aperture maggiori e prezzi budget, noi non ne siamo capaci, naturalmente esprimiamo deferenza a chi e' piu' bravo di noi e siamo sempre desiderosi di imparare.
Daniela
"L'essenza della liberta' e' la matematica"
Prendiamo un esempio che e' stato discusso di recente, il setup di Alan Friedman
http://www.avertedimagination.com/img_pages/little_big_man.html
sul sito troverete le sue immagini che non hanno bisogno di commenti.
Un minuscolo e cortissimo Stowaway vecchio tipo (92mm di apertura e f/4.8) su una AP900.
Certo vanno aggiunti un solarmax da 90mm e relativo adattatore, un BF30, un FFC, e una camera leggera ma non peso piuma, oltre che la gabbia del clandestino (che e' leggero e dunque una gabbia rigida e pesante e' d'obbligo) tutti elementi che vanno aggiunti al totale e si sa che i pesi fanno presto a salire, ma si tratta di una AP900......
Non e' un caso isolato, c'e' pieno di FSQ106 che fanno imaging su montature mostruose; vero che il FSQ e' molto piu pesante dello stowaway, ma montature di quella classe, neanche colgono la differenza.
Sara' un caso? sara' perche' hanno gia' quella montatura enorme? Beh forse non la si andrebbe ad acquistare apposta, ma secondo noi, non e' un caso e non e' neppure un caso che certi dettagli fini, che nelle immagini di Friedman ci sono e in altre spariscono, siano guarda caso appannati se non dissolti dalle microvibrazioni. Nel caso di Friedman questo e' particolarmente cruciale in quanto nel corso dell'osservazione solare, quindi in una bella giornata con il cielo sereno e il sole alto nel cielo, l'aria vicina al tubo non ha velocita' zero, tutt'altro. Ma anche di notte, questi elementi hanno il loro peso.
Infine, l'elaborazione - passaggio importantissimo e spesso trattato con sufficienza, come se non si trattasse di una operazione scientifica ma di una specie di trucco da illusionisti - tira fuori dati che ci sono. I dati che non ci sono, non li puo' creare. Anche a fronte di grezzi apparentemente simili se li guardiamo singolarmente ad occhio nudo, gli algoritmi evidenziano impietosamente la differenza. Poi, ciascuno fa come preferisce e spende come preferisce. Questo setup ha solo 90mm di apertura (in osservazione solare non e' facile superare questa barriera, sara' una sfida per il futuro, anche per noi) si puo' fare di meglio, ma si tratta di strumenti semiprofessionistici e di impegno logistico e finanziario mica da poco. Superarlo con aperture maggiori e prezzi budget, noi non ne siamo capaci, naturalmente esprimiamo deferenza a chi e' piu' bravo di noi e siamo sempre desiderosi di imparare.
Daniela
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- maxproject
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.
Quanto ha esposto sopra Daniela, è sicuramente un setup non alla portata di tutti sul versante del costo finale (guardate ogni singolo prodotto e poi fate una somma), tuttavia nemmeno impossibile da raggiungere se fatto con metodo e cognizione, magari diluito nel tempo.
Le meravigliose riprese di questo astroimager sono la dimostrazione chiara, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che comunque l'attrezzatura necessaria per determinati risultati è, appunto, di un certo standard qualitativo.
Possiamo passare ore a discorrere che anche con strumenti più economici si possono raggiungere risultati di un certo tipo ecc. ecc., ma la realtà è che un astrofilo comune (quindi niente confusione con i beta tester a pagamento) deve lottare contro le avversità logistiche, e anche soprattutto con difficoltà tecniche (strumenti eternamente scollimati, strumenti incontrollabili termicamente, messe a fuoco ballerine, ecc.), dove il "buon risultato" è un caso abbastanza fortuito se paragonato alla quantità di prove e tempo perso per arrivarci.
Leggiamo logorroiche discussioni relative alla alta risoluzione dove ci si perde in discorsi chilometrici se questo o quel SC su questa o quella montatura (manco a dirlo la più economica possibile) sono da considerarsi "ottimali" per questo genere di lavori.
Naturalmente il faro illuminante è un astroimager che è un esempio unico al mondo, e che si può permettere apporti e sostegni che a tutti gli altri sono negati.
Se pensiamo che il concetto di massimo risultato/minimo spreco di tempo e risorse economiche sia esplicabile con attrezzature budget, possiamo anche affermare che leggere questo forum non è necessario........
Maxproject
Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
(G. Schiaparelli)
Le meravigliose riprese di questo astroimager sono la dimostrazione chiara, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che comunque l'attrezzatura necessaria per determinati risultati è, appunto, di un certo standard qualitativo.
Possiamo passare ore a discorrere che anche con strumenti più economici si possono raggiungere risultati di un certo tipo ecc. ecc., ma la realtà è che un astrofilo comune (quindi niente confusione con i beta tester a pagamento) deve lottare contro le avversità logistiche, e anche soprattutto con difficoltà tecniche (strumenti eternamente scollimati, strumenti incontrollabili termicamente, messe a fuoco ballerine, ecc.), dove il "buon risultato" è un caso abbastanza fortuito se paragonato alla quantità di prove e tempo perso per arrivarci.
Leggiamo logorroiche discussioni relative alla alta risoluzione dove ci si perde in discorsi chilometrici se questo o quel SC su questa o quella montatura (manco a dirlo la più economica possibile) sono da considerarsi "ottimali" per questo genere di lavori.
Naturalmente il faro illuminante è un astroimager che è un esempio unico al mondo, e che si può permettere apporti e sostegni che a tutti gli altri sono negati.
Se pensiamo che il concetto di massimo risultato/minimo spreco di tempo e risorse economiche sia esplicabile con attrezzature budget, possiamo anche affermare che leggere questo forum non è necessario........
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.
Per quanto ci si sforzi di mantenere un rigore tecnico nella progettazione di un tubo ottico, non si finisce mai - a budget illimitato - di apportare migliorie ad ogni singolo componente.
Questo è estremamente pesante per il discorso (nel mantenimento degli assi ottici e meccanici) nella costruzione delle celle di contenimento del primario e del secondario.
Se pensiamo ad un primario forato (in NortheK tutti i primari, compreso i newton, sono forati) l'interfaccia supporti laterali (se ci sono, nei telescopi progettati allegramente non ci sono) e l'interfaccia del tubo paraluce centrale sono punti di estremo rigore, sia per quanto riguarda il calcolo dimensionale, che per la precisa esecuzione dei medesimi e per l'ottimizzazione del disegno.
Con gli specchi piccoli, e quindi con masse limitate, abbiamo meno problemi, al contrario mentre saliamo di di massa e diametro iniziano a manifestarsi strani fenomeni che si devono poter controllare, pena un decadimento dell'assialità durante la seduta osservativa.
Vorremmo esplicare con dei disegni questi concetti, che spiegheremo un pochino di più, ma non è il caso di fornire questo servizio alla concorrenza.
Maxproject
Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
(G. Schiaparelli)
Questo è estremamente pesante per il discorso (nel mantenimento degli assi ottici e meccanici) nella costruzione delle celle di contenimento del primario e del secondario.
Se pensiamo ad un primario forato (in NortheK tutti i primari, compreso i newton, sono forati) l'interfaccia supporti laterali (se ci sono, nei telescopi progettati allegramente non ci sono) e l'interfaccia del tubo paraluce centrale sono punti di estremo rigore, sia per quanto riguarda il calcolo dimensionale, che per la precisa esecuzione dei medesimi e per l'ottimizzazione del disegno.
Con gli specchi piccoli, e quindi con masse limitate, abbiamo meno problemi, al contrario mentre saliamo di di massa e diametro iniziano a manifestarsi strani fenomeni che si devono poter controllare, pena un decadimento dell'assialità durante la seduta osservativa.
Vorremmo esplicare con dei disegni questi concetti, che spiegheremo un pochino di più, ma non è il caso di fornire questo servizio alla concorrenza.
Maxproject
Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.
Di conseguenza al post precedente, bisogna anche sottolineare un altro aspetto, sottovalutato da molti o da tutti ma che se si vuole applicare rigore alla propria costruzione è indispensabile. Molti diranno che è un concetto inutile e che non ha un significato, purtroppo constatiamo che quando alcuni parametri non vengono rispettati (oltrettutto a costo zero) la diretta conseguenza è che gli altri pezzi (meccanici) non lavorano secondo quanto previsto nel progetto.
Ancora una volta è molto facile dimostrare che un tassello storto compromette la lunga catena che porta a buoni risultati.
Ci riferiamo qui alla perfetta centratura degli specchi primari, a cui noi diamo una tolleranza sul raggio ben precisa. Quando questa tolleranza viene superata l'ottica viene automaticamente scartata. E' ovvio che:
a) il diametro del foro e la perfetta perpendicolarità del medesimo;
b) il parallelismo dei bordi e del fondo dello specchio;
sono gli altri due elementi che permettono alle interfacce meccaniche di lavorare come è stato previsto (inutile perdersi in simulazioni più o meno sofisticate se questi parametri non sono rispettati e previsti con un proprio delta variabile).
Il nostro scopo è mantenere un asse ottico, raggiungerlo con movimenti minimi e fare in modo che rimanga quanto più possibile alla perfezione per più tempo possibile. Provate a sistemare dei laterali in un bordo non perfettamente parallelo e a calcolarvi le relative deformazioni. Peggio ancora sistemare un paraluce primario in un foro che è eccentrico o non perfettamente centrato al disco di vetro.
Tra il paraluce e il vetro non ci deve essere contatto o si creano successivi problemi di deformazione, è necessario che venga mantenuto uno spazio "x" e che siano i laterali che si incaricano di portare al centro di tutto il complesso, non è il paraluce del primario che da il centro al disco di vetro (da qui, per esempio, primari che collassano sul proprio asse dopo poco tempo di utilizzo, correttori che non funzionano, collimazioni che si spostano durante la seduta osservativa).
Prima di pensare alla correzione superficiale del Vostro specchio pensate a questi elementi.
Maxproject
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(G. Schiaparelli)
Ancora una volta è molto facile dimostrare che un tassello storto compromette la lunga catena che porta a buoni risultati.
Ci riferiamo qui alla perfetta centratura degli specchi primari, a cui noi diamo una tolleranza sul raggio ben precisa. Quando questa tolleranza viene superata l'ottica viene automaticamente scartata. E' ovvio che:
a) il diametro del foro e la perfetta perpendicolarità del medesimo;
b) il parallelismo dei bordi e del fondo dello specchio;
sono gli altri due elementi che permettono alle interfacce meccaniche di lavorare come è stato previsto (inutile perdersi in simulazioni più o meno sofisticate se questi parametri non sono rispettati e previsti con un proprio delta variabile).
Il nostro scopo è mantenere un asse ottico, raggiungerlo con movimenti minimi e fare in modo che rimanga quanto più possibile alla perfezione per più tempo possibile. Provate a sistemare dei laterali in un bordo non perfettamente parallelo e a calcolarvi le relative deformazioni. Peggio ancora sistemare un paraluce primario in un foro che è eccentrico o non perfettamente centrato al disco di vetro.
Tra il paraluce e il vetro non ci deve essere contatto o si creano successivi problemi di deformazione, è necessario che venga mantenuto uno spazio "x" e che siano i laterali che si incaricano di portare al centro di tutto il complesso, non è il paraluce del primario che da il centro al disco di vetro (da qui, per esempio, primari che collassano sul proprio asse dopo poco tempo di utilizzo, correttori che non funzionano, collimazioni che si spostano durante la seduta osservativa).
Prima di pensare alla correzione superficiale del Vostro specchio pensate a questi elementi.
Maxproject
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(G. Schiaparelli)
- maxproject
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- Iscritto il: 25/09/2008, 11:57
Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.
In telescopi di diametro consistente si usa un sistema semplice per centrare lo specchio rispetto al centro del paraluce primario. Nel cannotto di collegamento, al suo interno, vengono poste tre o più viti radiali che spingono in direzione del disco di vetro. Così facendo si puo' lentamente posizionare il cannotto rispetto al centro geometrico dello specchio. Questo sistema ha una sua valenza (a noi non piace tanto), ma alla sola condizione che non siano le tre viti centrali a mantenere il centro ottico, ma i supporti laterali esterni.
Il perchè è abbastanza intuitivo calcolando bene le forze e le masse che si scaricano in prossimità del cannotto, anche perchè i pochi che usano questo sistema (gli altri vanno di colla e tanti saluti, o due ghierette avvitate) lo fanno con specchi di sezione conica autoportanti. A questo punto o usiamo un cannotto super resistente e massiccio o inevitabilmente tutto tenderà a flettere dove meglio gli pare.
Maxproject
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(G. Schiaparelli)
Edited by maxproject on Apr 6, 2011 at 02:35 PM
Il perchè è abbastanza intuitivo calcolando bene le forze e le masse che si scaricano in prossimità del cannotto, anche perchè i pochi che usano questo sistema (gli altri vanno di colla e tanti saluti, o due ghierette avvitate) lo fanno con specchi di sezione conica autoportanti. A questo punto o usiamo un cannotto super resistente e massiccio o inevitabilmente tutto tenderà a flettere dove meglio gli pare.
Maxproject
Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
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Edited by maxproject on Apr 6, 2011 at 02:35 PM
Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.
Quote: Infine come gia' scritto da Massimo, noi non facciamo dobson ritenendo questo settore privo di prospettive economiche, e anche per cautelarci da ogni punto di vista. Uno strumento la cui modalita' "normale" di uso e' di metterci a fianco una scala (non uno sgabello, ma una scala, e ricordiamo che gli infortuni piu gravi avvengono proprio per cadute da altezze intorno a 1.5 metri) in una notte senza luna e salirci sopra, e spostarla nel corso della nottata come necessario, stanchi morti (perche' gli appassionati italiani di solito osservano il venerdi' sera o il sabato sera e l'indomani tornano a casa) e senza prestare attenzione (l'attenzione e' all'oculare e alla elusiva galassietta), in un contesto non antropizzato (dove il cervo o il cinghiale di turno puo' anche comparire all'improvviso e farci trasalire o eventualmente urtarci) e qualcuno guida anche al ritorno senza andare a dormire, noi - a parte che non lo riteniamo difendibile in nessuna sede - ma soprattutto non vogliamo averci niente a che fare.
Siamo stati derisi e messi in ridicolo per avere messo nero su bianco l'OVVIO (provate un po' a indicare a un vostro dipendente di movimentare cassoni senza scarpe antiinfortunistiche, al buio, in condizioni di stanchezza, e pensando ad altro)
Auguriamo una pronta guarigione a titanikk
http://www.trekportal.it/coelestis/showthread.php?t=38260
e a chi ci legge ricordiamo due cose: rischiare di farsi male non e' parte integrante della astronomia amatoriale e francamente non mi pare nemmeno tanto un'astuzia (e' vergognoso che i muratori debbano correre rischi in certi cantieri, ma almeno non lavorano gratis); e che NOI come singoli e come NortheK queste problematiche ce le poniamo, fin dall'inizio quando iniziamo a disegnare, e poi via via nel corso della realizzazione, perche' noi vogliamo che i nostri telescopi vi facciano divertire e che vi diano delle soddisfazioni, non che siano l'occasione di farsi del male, e visto che siamo in argomento, questo vale per chi acquista ma anche per i lavoratori che stanno dietro ad ogni telescopio. Se Boetto vorra', vi fara' poi qualche esempio. Tra l'altro, presto saranno attive delle polizze assicurative per i nostri clienti, attivate gratuitamente per i clienti NortheK, in quanto pur con tutte le attenzioni e gli accorgimenti, l'imponderabile puo' sempre accadere. E se purtroppo quando accade l'unica cosa da fare e' curarsi, avere pazienza e attendere la guarigione, tuttavia riteniamo che sia importante per chi in seguito a incidenti imponderabili (NON A INCIDENTI DEL TUTTO PREVEDIBILI E PROBLEMI NEGLIGENTEMENTE IGNORATI) ricevere un minimo contributo per le giornate di lavoro perdute - anche per non doversi trascinare al lavoro benche' infortunati. Quando acquistate NortheK acquistate anche questo.
Daniela
"L'essenza della liberta' e' la matematica"
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Assialità assi ottici e complicazioni meccaniche.
Spendiamo due righe sul fatto degli specchi conici che sfruttano il canotto centralecome sostegno e centraggio di tutto il complesso.
Questa soluzione va di gran moda tra gli amatori, ed è ovvio: non esistono pezzi meccanici se non un tubo tornito di pochi euro.
Nemmeno nomi importanti ne rinnegano l'uso, ma questo non ci autorizza a pensare che hanno ragione nel perseguire questo progetto.
Se da un lato con ottiche molto piccole e sottili potrebbe esserci un senso, in quanto i pesi e le forze sono molto limitati, nel caso di pezzi pregiati (350 mm in su) siamo convinti che si tratta della strada più corta per tagliare i costi e perdere in prestazioni.
Circolano parecchi DK o Cassegrain o RC così costruiti e tutti afflitti dal medesimo problema:
il paraluce (e quindi pure il cannotto e lo specchio) tendono a perdere il proprio asse geometrico.
D'altro canto non avrebbe avuto senso per questi costruttori risparmiare su tutto e costruire un sostegno centrale fatto come si conviene, non avrebbero più potuto tenere i prezzi bassi.
Quanto a chi sostiene che in linea teorica pochi punti di appoggio o trovate come la colla nei primari, beh ci sono parecchi di questi tubi in corso di retrofit o in contestazione al costruttore
e parliamo di blasoni a livello europeo.
I costruttori seri non la fanno tanto lunga: seguono dei protocolli che sono oramai degli standard assodati e ben collaudati che portano sempre a risultati di eccellenza, ovviamente si paga tutto questo.
Maxproject
Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
(G. Schiaparelli)
Questa soluzione va di gran moda tra gli amatori, ed è ovvio: non esistono pezzi meccanici se non un tubo tornito di pochi euro.
Nemmeno nomi importanti ne rinnegano l'uso, ma questo non ci autorizza a pensare che hanno ragione nel perseguire questo progetto.
Se da un lato con ottiche molto piccole e sottili potrebbe esserci un senso, in quanto i pesi e le forze sono molto limitati, nel caso di pezzi pregiati (350 mm in su) siamo convinti che si tratta della strada più corta per tagliare i costi e perdere in prestazioni.
Circolano parecchi DK o Cassegrain o RC così costruiti e tutti afflitti dal medesimo problema:
il paraluce (e quindi pure il cannotto e lo specchio) tendono a perdere il proprio asse geometrico.
D'altro canto non avrebbe avuto senso per questi costruttori risparmiare su tutto e costruire un sostegno centrale fatto come si conviene, non avrebbero più potuto tenere i prezzi bassi.
Quanto a chi sostiene che in linea teorica pochi punti di appoggio o trovate come la colla nei primari, beh ci sono parecchi di questi tubi in corso di retrofit o in contestazione al costruttore
e parliamo di blasoni a livello europeo.
I costruttori seri non la fanno tanto lunga: seguono dei protocolli che sono oramai degli standard assodati e ben collaudati che portano sempre a risultati di eccellenza, ovviamente si paga tutto questo.
Maxproject
Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
(G. Schiaparelli)