Fino a che punto conviene modificare un telescopio commerciale mass market.(lungo)
Inviato: 19/04/2013, 1:11
Salve a tutti questo è il mio primo intervento in questo forum che sto leggendo da diverse settimane notando un impronta diversa rispetto ad altri luoghi d'incontro di astrofili . Bene andiamo al quesito che verte sulla reale convenienza di acquistare un telescopio di media fattura prodotto in serie o quasi sapendo già i difetti che troveremo , vista la grande diffusione che permette di avere reperibili molte informazioni eanche in molti casi la possibilità di provarlo sul campo perchè l'astrofilo del gruppo che frequentiamo affetto da strumentite lo ha già nel suo carniere. Rispetto all'acquisto di un prodotto industriale/artigianale ma di livello piu alto (qua la lancetta di alto si può spostare fino a oggetti che posso avere un impatto economico fino a 10 volte superiore al telescopio commerciale ma ritengo si sia al limite per un astrofilo itinerante ) di cui però' non se ne conoscono le reali potenzialità perchè essendo un prodotto di "nicchia" non si riescono ad ottenere dei feedback se non dal costruttre stesso . Diciamo che l'elevato costo della seconda possibilità e la difficolta di reperirlo anche come tempi di consegna avendo chiaramente in mente almeno la sua area di utilizzo . Mi riferisco ad astrofili con una media esperienza nel campo osservativo e di ricerca che però a livello di conoscenza della meccanica e dell'ottica di un telescopio non sono molto ferrati o non hanno il tempo per divenirlo
Questo astrofilo si appoggia ad una nota casa produttrice e diciamo che prende un ottica a catologo di medio pregio investendo tra accessori e supporti per la montatura 2,5/3 Keuro (focheggiatore , barra maggiorata)
diciamo che prende un telescopio a riflessione , prima di poterlo effettivamente sfruttare conoscendone a fondo le peculiarità e i difetti possono passare anche 6/12 mesi considerando anche il tempo che puo' dedicare all'astronomia. diciamo che e' sveglio e si rende quasi subito conto che ci sarebbero da far degli aggiustamenti per riuscire a renderlo piu performante aumentandone anche l'affidabilità e la continuità della resa prestazionale ipotizzando che deve anche trasportarlo frequentemente per le sedute osservative. Allora passati diciamo 6 mesi inizia a sostituire eventuali molle della cella per la collimazione , a inserire del materiale nel tubo (sempre prove empiriche) per aumentare il contrasto ad effettuare dei rinforzi di fortuna o fatti con un certo criterio da amici meccanici per eliminare quella fastidiosa flessione sul focheggiatore , poi arriva la motorizzazione dello stesso per avere un fuoco maggiormente controllabile etc etc . A parte il discoro economico che va ad incidere sul costo iniziale ma che si vanifica se poi si vuole rivendere tale strumento modificato ma il reale problema è l'astrofilo sfrutterà il poco tempo che può dedicare alla sua passione per testare le modifiche ed evidenziarne l'eventuale successo o insuccesso e intanto il tempo passa , e la parte di sua competenza che ha acquisito negli anni che potrebbe essere lo studio di determinati fenomeni oppure la fotografia , vengono messe quasi da parte perchè lo strumento che ha acquistato in realtà risulta (dico sembra perchè ci sono molti astrofili che si accontentano della resa del telescopio commerciale ed alcune anche in possesso di strumenti semiprofessionali non indugiano tanto sulle reali prestazioni del telescopio pagato dall'associazione svariate decine di migliaia di euro ma che per esempio e' stato messo in postazione male perchè frettolosamente montato dal fornitore , oppure viene tralasciata la collimazione castrandone di fatto le reali potenzialità ma questo e un altro discorso che andrebbe affrontato in un post relativo agli osservatori pubblici gestiti da astrofili) non essere piu' effettivamente lo strumento che l'acquirente aveva idea di ottenere con l'investimento iniziale. Secondo il mio punto di vista la strada che incosciamente si prende e' sbagliata perchè la perdita di tempo e i costi aggiuntivi fanno si che un accurata ricerca di uno strumento diciamo di nicchia fin quasi da subito risolverebbe molte magagne all'astrofilo che potrebbe da subito sfruttarlo il problema e che la scelta di prodotti non molto conosciuti è difficile e nasconde molte insidie fra le tante quella di acquistare uno strumento anche peggiore di quello "mass market" e in seconda battuta di acquistare poi un prodoto non richiesto nel mercato dell'usato. Questo e uno die maggiori scogli che frenano l'astrofilo su questa ipotesi di investimento. E a parte il web che costa ma costa molto meno di un contato diretto tra costruttore e possibile acquirente (mi riferisco a fiere e star party) non si riesce a percepire realmente se il prootto di nicchia raccoglie e risolve le problematiche un astrofilo trova in un prodotto commerciale industriale.
saluti
Astrofilo1

Astrofilo da sempre......
marcon newton-cassegrain 0,6m fork mount , meade lx200 0,3 m eq mount g53f , vixen binoview 102 ed.
Questo astrofilo si appoggia ad una nota casa produttrice e diciamo che prende un ottica a catologo di medio pregio investendo tra accessori e supporti per la montatura 2,5/3 Keuro (focheggiatore , barra maggiorata)
diciamo che prende un telescopio a riflessione , prima di poterlo effettivamente sfruttare conoscendone a fondo le peculiarità e i difetti possono passare anche 6/12 mesi considerando anche il tempo che puo' dedicare all'astronomia. diciamo che e' sveglio e si rende quasi subito conto che ci sarebbero da far degli aggiustamenti per riuscire a renderlo piu performante aumentandone anche l'affidabilità e la continuità della resa prestazionale ipotizzando che deve anche trasportarlo frequentemente per le sedute osservative. Allora passati diciamo 6 mesi inizia a sostituire eventuali molle della cella per la collimazione , a inserire del materiale nel tubo (sempre prove empiriche) per aumentare il contrasto ad effettuare dei rinforzi di fortuna o fatti con un certo criterio da amici meccanici per eliminare quella fastidiosa flessione sul focheggiatore , poi arriva la motorizzazione dello stesso per avere un fuoco maggiormente controllabile etc etc . A parte il discoro economico che va ad incidere sul costo iniziale ma che si vanifica se poi si vuole rivendere tale strumento modificato ma il reale problema è l'astrofilo sfrutterà il poco tempo che può dedicare alla sua passione per testare le modifiche ed evidenziarne l'eventuale successo o insuccesso e intanto il tempo passa , e la parte di sua competenza che ha acquisito negli anni che potrebbe essere lo studio di determinati fenomeni oppure la fotografia , vengono messe quasi da parte perchè lo strumento che ha acquistato in realtà risulta (dico sembra perchè ci sono molti astrofili che si accontentano della resa del telescopio commerciale ed alcune anche in possesso di strumenti semiprofessionali non indugiano tanto sulle reali prestazioni del telescopio pagato dall'associazione svariate decine di migliaia di euro ma che per esempio e' stato messo in postazione male perchè frettolosamente montato dal fornitore , oppure viene tralasciata la collimazione castrandone di fatto le reali potenzialità ma questo e un altro discorso che andrebbe affrontato in un post relativo agli osservatori pubblici gestiti da astrofili) non essere piu' effettivamente lo strumento che l'acquirente aveva idea di ottenere con l'investimento iniziale. Secondo il mio punto di vista la strada che incosciamente si prende e' sbagliata perchè la perdita di tempo e i costi aggiuntivi fanno si che un accurata ricerca di uno strumento diciamo di nicchia fin quasi da subito risolverebbe molte magagne all'astrofilo che potrebbe da subito sfruttarlo il problema e che la scelta di prodotti non molto conosciuti è difficile e nasconde molte insidie fra le tante quella di acquistare uno strumento anche peggiore di quello "mass market" e in seconda battuta di acquistare poi un prodoto non richiesto nel mercato dell'usato. Questo e uno die maggiori scogli che frenano l'astrofilo su questa ipotesi di investimento. E a parte il web che costa ma costa molto meno di un contato diretto tra costruttore e possibile acquirente (mi riferisco a fiere e star party) non si riesce a percepire realmente se il prootto di nicchia raccoglie e risolve le problematiche un astrofilo trova in un prodotto commerciale industriale.
saluti
Astrofilo1

Astrofilo da sempre......