Sulla usabilità di un telescopio (realtà, fatti nascosti, esigenze dell'astrofilo).

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maxproject
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Sulla usabilità di un telescopio (realtà, fatti nascosti, esigenze dell'astrofilo).

Messaggio da maxproject »

Nel termine "fruibilità" rientrano parametri facilmente individuabili:

a) lo strumento, tolta la variabile logistica del seeing e delle condizioni atmosferiche, deve performare al massimo che il suo diametro/rapporto focale/schema consente. Se in una serata perfetta lo strumento non riesce a raggiungere risultati molto vicini al suo limite, vuol dire che non sta performando al massimo. Ne consegue che nelle serate standard/medio(praticamente quasi tutte) darà risultati sempre molto al di sotto di quanto ci si aspetta dalla normale teoria di progettazione di un telescopio;

b) il buon funzionamento deve essere costante, SEMPRE RIPETITIVO, e richiedere pochi e rari aggiustamenti (esempio ai cambi di stagione, o in occasione di manutenzione, o in caso di lunghi spostamenti su strade disagiate, ecc.);

c) il telescopio, una volta settato in modo definitivo, deve essere operativo in pochissimi minuti se in postazione mobile, e immediatamente operativo in pochi secondi se in postazione fissa;

d) il telescopio deve poter lavorare al meglio in qualsiasi regime termico, avendo come uniche variabili incognite il seeing e la trasparenza;

e) nel tempo lo strumento deve subire un livello di deterioramento molto limitato, per deterioramento si intende qui una qualsiasi variazione meccanica od ottica che ne riduce la qualità prestazionale;

f) lo strumento deve lavorare dal primo minuto della sessione osservativa nello stesso modo che lavorerà molte ore dopo nella stessa notte.

Attenzione che ogni strumento ha i suoi lati positivi e negativi legati allo schema e ai limiti strutturali della costruzione. Inutile pretendere che un telescopio da 15 kg supporti sistemi di ripresa da 8 kg.....è un azzardo che inficierà molte notti osservative.

Maxproject



Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
(G. Schiaparelli)

Edited by maxproject on Mar 7, 2013 at 10:51 PM
Edited by maxproject on Mar 8, 2013 at 01:43 PM

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Sulla usabilità di un telescopio (realtà, fatti nascosti, esigenze dell'astrofilo).

Messaggio da maxproject »

Per raggiungere i punti elencati sopra, con gran dispiacere per chi dice di no, dichiariamo che il manufatto va costruito con RIGOROSE applicazioni della tecnica. In NortheK (noi parliamo di noi, gli altri se vorranno lo diranno) spendiamo molti soldi e molto tempo per testare i singoli componenti: dallo snodo sferico del supporto basculante, alle colle per il carbonio, al funzionamento dei micrometri, ecc. ecc . ecc.

Questo capitale viene disperso per essere sicuri di arrivare alla fruibilità del telescopio, così come la intendiamo noi, e questo spiega anche perchè ci dilunghiamo molto in ogni progetto.

Non si creda che questo modo di affrontare la tecnica sia una fobia o una mania. Per chi come noi ha una grande esperienza manifatturiera, sta semplicemente a significare che il prodotto deve uscire dalla fabbrica e - possibilmente - non rappresentare più una questione per NortheK. La ricaduta economica in termini di risparmio al supporto clienti e di buone referenze sul mercato, arriva in tempi più lunghi, ma arriva.

E' un approccio non condivisibile da tutti, ad esempio da quel costruttore di ottiche che ha pubblicamente dichiarato che "se anche lo specchio dopo un po' da dei problemi, non è rilevante, l'astrofilo deve cambiare le ottiche ogni tanto". Un modo di pensare che non è dato da un progetto tecnico ma dal semplice mercanteggio.

Maxproject

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Sulla usabilità di un telescopio (realtà, fatti nascosti, esigenze dell'astrofilo).

Messaggio da maxproject »

Per completare il post di cui sopra, aggiungiamo - ma non siamo fuori tema, anzi ... - il fatto importante che moltissimi operatori del settore presentano modelli di telescopi realizzati solo con il rendering su CAD o programmi similari, molte volte indistinguibili da una fotografia reale.

In questi giorni monitoriamo un collega non italiano che visita settimanalmente il nostro sito da alcuni mesi e sta proponendo la medesima impostazione di NortheK (ma è un negozio......quindi parte con una "tara" che presto gli costerà cara) a livello di concezione industriale: modularità, schemi consueti, e una certa scopiazzatura zotica del nostro (e di un altro operatore italiano) progetto.

Questo negozio presenta UN telescopio, due rendering e dichiara di produrre strumenti fino a 600 mm circa di apertura. Stiamo scherzando vero? E chi sarebbe quel genio che dall'esperienza di un 250 mm puo' produrre un 600 mm magari fotografico per deep? Si vedono errori di concetto e di costruzione sia nelle foto che nei rendering, ma come si può spiegarlo agli astrofili i quali - spesso e volentiri - si rifiutano di accettare dissertazioni di tipo tecnico?

Un'altro rinnova il proprio sito internet, sembra di essere in casa RCOS, peccato che già comperare le viti o la lamiera da lavorare diventa un costo insopportabile, e la storia degli anni precedenti non è molto lusinghiera anche nei comportamenti.

Cosa c'entra questo con l'usabilità? E' facile scoprirlo: basta acquistare un telescopio da uno dei due colleghi e provare ad usarlo..........Non ci si lamenti e non si cerchi poi di piazzare la SOLA ad un'altro.........

Maxproject

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Messaggio da maxproject »

Per poter rispettare o raggiungere ottimi parametri di usabilità, chi è più addentro alle costruzioni ottiche e meccaniche deve considerare un progetto nel suo insieme.

Così come è sciocco affermare che quel che non c'è non si rompe, e direzionarsi al minimalismo che più si addice ad un movimento estetico che non a una costruzione meccanica, è altrettanto sciocco posizionarsi nella complicazione assoluta.

Ogni pezzo costituente un telescopio deve avere una motivazione tecnica ben precisa, non solo per ridurre i costi (che è quello che interessa a noi costruttori), ma anche per non interferire con l'usabilità del prodotto da parte del Cliente.

A volte basta osservare una fotografia di un manufatto per capire se chi lo ha progettato aveva ben stampato in testa il processo di costruzione, messa a punto, uso e consumo del medesimo.

Se da un lato abbiamo prodotti di alto lignaggio (escludiamo i mass market che vivono di vita propria) che sono ridotti all'osso, più di un problemino lo hanno, ma i prezzi sono notevolmente ingiustificati, dall'altra abbiamo prodotti di grandissima valenza ESTETICA, ma ad un occhio ben allenato non sfuggono problemi che si riverbano sull'uso del Cliente, per esempio sistemi truss in carbonio duplicati e infilati uno dentro l'altro.....,esistono programmi di calcolo piuttosto sempliciotti per evitare questo lavoro titanico di mettere poi tutto in asse e sperare che non ci siano poi problemi d'uso, perchè non si smonta più.

Quello che vogliamo dire è che l'usabilità e fruibilità di un telescopio è figlia di una progettazione adeguata (schiava dei costi e del target price...) al segmento di clientela che si vuole servire.

Maxproject

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Messaggio da maxproject »

Pertanto l'usabilità e la costanza delle performances di un telescopio sono i due pilastri su cui si fonda il progetto NortheK. A noi non interessa se con 100 euro spesi in NortheK si compera uno strumento grande il doppio, perchè - modestamente - conosciamo bene i motivi per cui si è pagato a metà prezzo e capiamo anche perchè i clienti di questi prodotti non amano ammettere le difficoltà in cui incorrono: si è comperato il massimo che si poteva con il massimo del sacrificio. E' normale e umano dunque cercare di mantenere anche inconsciamente il presupposto che si è comperato il "massimo".

Quante volte leggiamo di neofiti che al limite di quanto possono hanno comperato il dobson "mostro" da 600 euro? Per loro, a ragione, lo è. Poi col tempo impareranno, se la passione perdura, che sono ben altri gli orizzonti oltre cui traguardare. Più difficile è comprendere chi si da un gran da fare per confutare i nostri assunti. Legittimo non essere d'accordo, stupido cercare di dimostrare che un lavoro ben fatto è un lavoro sbagliato(chi se lo può permettere non si pone certo la questione....). A questi ultimi astrofili che raccontano quello che ritengono di dover raccontare (peccato che la realtà sia un pochino diversa, almeno così ci raccontano i loro compagni di avventura), ricordiamo in tutta onestà che poi il tempo smaschera i teatrini e chi si trova ,solo e disperso , a dover recitare tutto il rosario per tenere inquadrato un oggetto stellare, o per poter lavorare due o quattro ore senza problemi, verrà poi a memoria chi gli ha fatto da cantastorie.

Una volta si acquistavano con ENORMI sacrifici dei prodotti mediamente molto buoni e che duravano tantissimi anni, erano prodotti (di norma, non tutti) ben realizzati e che rispettavano i requisiti che la tecnologia di allora richiedeva, in termini di usabilità ottica e meccanica. Oggi c'è molta offerta, ma in questo bailamme è diventato praticamente quasi impossibile fare una scrematura tra l'utile e il futile, tra il funzionante e il traballero, tra la moda e la situazione di emergenza del produttore. Onestamente il cliente si può trovare in difficoltà.

Ecco perchè spingiamo molto nelle spiegazioni tecniche NECESSARIE all'utente. Utente che riteniamo non abbia esigenza di conoscere i calcoli strutturali, se li capisce se li può fare da solo, ma sicuramente ha esigenza di avere il massimo per i soldi richiesti, e questo in termini di durata, prestazioni connesse al diametro/schema, fruibilità logistica.

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Messaggio da maxproject »

La fruibiità dello strumento è data dall'insieme del medesimo.

Questa regoletta , che sfugge a chi vive di pura teoria, è ben conosciuta ed applicata da chiunque si occupa di impianti industriali complessi.

Così viene da domandarsi: ha senso perdere le notti a calcolare le deformazioni di un supporto laterale in uno specchio e poi non curarsi del comportamento del blocco secondario?

Fino a che punto ci si può spingere? Poco lontano, perchè disquisire su di un supporto laterale costa niente, realizzare tutto secondo i canoni rigorosi costa molto, ma nessuno può negare che tutti gli elementi di uno strumento sono indissolubilmente legati fra di loro. Lo si nega pubblicamente e lo si ammette privatamente......questa è la prassi.

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Andrea Maniero
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Sulla usabilità di un telescopio (realtà, fatti nascosti, esigenze dell'astrofilo).

Messaggio da Andrea Maniero »

E intanto anche il Cassegrain da 250mm oramai quatto quatto continua sempre a macinare le sue immagini , in sordina , senza plateali annunci da araldo medioevale come prassi acquisita da lesperti di conferenze paesane .




"Per farsi dei nemici non e' necessario dichiarare guerra. Basta dire cio' che si pensa (M.L.King)
" MI SO' RESPONSABIE DE QUEO CHE DIGO ..NO DE QUEO CHE TE CAPISI !"
" quando non riescono ad attaccare il ragionamento allora attaccano il ragionatore "
" L'invidia e' quel sentimento che nasce nell'istante in cui si assume la consapevolezza
di essere dei falliti " ( O. Wilde ) "

" La frustrazione fa pensare di essere sempre perseguitati e insultati " . ( Anonimo )

Edited by Andrea Maniero on Jul 7, 2017 at 08:19 PM

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Messaggio da Andrea Maniero »

e gia' ....sono passati quasi 5 mesi da quando ho utilizzato l'ultima volta il CS250 f/15 , cosi'
ieri sera stanco del "fermo pesca" mi sono deciso a piazzare in giardino il Cassegrain .

Tra me e me ho pensato che dovevo prepararmi per tempo per piazzare il tutto e diventare operativo
quindi una volta piazzato il treppiedi e porvi sopra la montatura il pensiero maggiore sarebbe stato
rendere operativo il tele , dopo averlo "esumato" dalla copertura .

Dopo aver tolto le ragnatele dal primario che comunque in 5 mesi nonostante la copertura si erano formate
l'ho messo sulla montatura e avevo gia' preso le chiavette per la collimazione , considerando il seeing poco clemente e il soggetto ostico da riprendere almeno dal punto di vista della collimazione e delle termiche volevo essere tranquillo . Tuttavia ho pensato che prima era meglio fare un discreto allineamento polare per cui ho
prima lavorato in tal senso connettendo la montatura al PC ed al software Cartes du Ciel per beccare il pianeta .
Diciamo che tra una cosa e l'altra ho impiegato 15 minuti tra montaggio cavetteria ma al momento dell'allineamento polare sono rimasto sbalordito !

Visto che si devono portare al centro dell'oculare le stelle di riferimento sulla piu' luminosa ho sfocato per vedere a che punto era la collimazione ...............

Beh devo dire che era cosi' come l'avevo lasciata quando realizzai la foto lunare qui sopra , dire perfetta era dir poco , c'era solo la presenza di alcune piume di calore ma per il resto l'immagine era quasi da manuale , quasi perche' il seeing mediocre non mi permetteva una valutazione certa ma comunque nessun svarione come altri telescopi commerciali che ho avuto .

Il tempo di fare l'allineamento a 3 stelle via SW ed ero gia' operativo , fatti i conti tra montaggio ed allineamento se ne saranno andati max 15min quindi se il tele fosse stato in una postazione fissa , bastava attaccare la spina e via!

Qualcuno potra' obiettare " va' bene comunque a me perdere 5 minuti per la collimazione non cambia la vita" , ma la domanda vien spontanea . " se il tuo tele perde la collimazione ad ogni spostamento , come sara' il comportamento generale del resto ? Intendo struttura e ottica? Che affidabilita' possono avere ? Sicuro che dopo aver collimato tutto il resto avra' un comportamento affidabile ? Durera' per tutta sessione operativa ?

Da luglio a novembre le condizioni climatiche sono notevolmente cambiate e a parte la termostatazione dell'ottica , doverosa perche' usciva dal garage , tutta la meccanica e' rimasta per cosi' dire "ibernata " ed e' risultata performante e funzionale come 5 mesi prima .

Questo per dire che si fa' presto ad affermare che tanto i telescopi fatti in garage funzionano lo stesso , si funzionano ma riservano o possono riservare sempre sorprese al momento dell'utilizzo !

Comunque spendere bene i propri soldi e' un investimento , magari a rate , ma vale la pena di acquistare
strumenti meccanicamente ed otticamente affidabili .
Pero' se non siete in grado di usarli , non avete le competenze per gestire specchi e metallo lasciate stare , acquistate pure un commerciale che trovera' sempre uno spazio nei mercatini dell'usato .

Tutto questo pippone che ho scritto giusto per confermare i punti evidenziati da Max riguardanti le
caratteristiche che deve avere un telescopio di qualita' e che riporto di seguito :

b) il buon funzionamento deve essere costante, SEMPRE RIPETITIVO, e richiedere pochi e rari aggiustamenti (esempio ai cambi di stagione, o in occasione di manutenzione, o in caso di lunghi spostamenti su strade disagiate, ecc.);

c) il telescopio, una volta settato in modo definitivo, deve essere operativo in pochissimi minuti se in postazione mobile, e immediatamente operativo in pochi secondi se in postazione fissa;

d) il telescopio deve poter lavorare al meglio in qualsiasi regime termico, avendo come uniche variabili incognite il seeing e la trasparenza;

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A conferma di cio' segue un'immagine tutto sommato ottima in relazione al solo seeing mediocre , e stiamo parlando del pianeta Urano , qualcosa come solo 3,7" arcosecondi di diametro apparente , ripreso con telescopio
settato 5 mesi or sono !

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Andrea Maniero
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Messaggio da Andrea Maniero »



"Per farsi dei nemici non e' necessario dichiarare guerra. Basta dire cio' che si pensa (M.L.King)
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Messaggio da maxproject »

Naturalmente, a differenza di chi parla e sparla, contano i risultati finali.

La filosofia NortheK è dimostrata e validata non solo in questa occasione, ma anche in altre che non vengono riportate nel forum.

Resta il dilemma dell'astrofilo: spendere poco e male lavorando poco e male, o SCEGLIERE (non è detto che si deve spendere molto di più) il prodotto tecnico e tornare a fare l'astrofilo?

Non è un mistero che gran parte dei telescopi amatoriali, pure blasonati, sono una specie di calvario a pagamento per chi li usa, ma questo viene dato per inevitabile quando inevitabile non lo è.

Un Cassegrain da 250 è il compromesso ideale per l'astrofilo medio italiano. Andrea lo ha dimostrato, poi - ovviamente - ci sono infinite possibilità calzate su misura.......

Maxproject

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