Fiere astronomiche.
Inviato: 08/12/2011, 16:50
Abbiamo partecipato con grande piacere all'evento fieristico di Erba, il nostro target è stato raggiunto in quanto chi ha visitato il nostro stand non cercava il telescopio da 300 euro, ma è venuto già con le idee ben chiare sul cosa e sul come chiedere. Utenza qualificata o quantomeno con un obiettivo ben preciso.
Leggiamo nelle varie piattaforme le opinioni degli astrofili relativamente alla organizzazione e disposizione temporale delle fiere astronomiche italiane.
Noi - da operatori del settore - abbiamo le nostre idee, capiamo benissimo che l'utenza fatica a comprendere certe scelte non conoscendo tutti i retroscena.
Alcuni nostri pensieri in libertà, che forse possono aiutare a capire.
A parte il grave errore di fare due eventi poco distanti tra di loro e geograficamente molto vicini, bisogna comprendere BENE che il bacino di utenza dell'astrofilia italiana è miserrimo. Se è vero che ci sono un po' di astrofili che vanno alle fiere è anche vero che molti di questi ci vanno in uno stato di confusione. Si va più per trovare gli amici e comperare l'oculare (e infatti chi vende alla bancarella ha sempre un buon successo), che non per discutere nel dettaglio un progetto o un prodotto e poi deciderne l'acquisto (e qui noi siamo soddisfatti perchè siamo sempre impegnatissimi a spiegare), un discorso sui generis dunque.
Una fiera ha costi non proprio popolari, per cui o ci rinchiude nel pollario 3x3 - 3x4 o altrimenti bisogna staccare assegni di qualche migliaio di euro. Pochissimi gli operatori del settore che se lo possono permettere per due motivi ben precisi:
a) il ritorno economico non giustifica la spesa, lo si fa solo per l'immagine;
b) non c'è prodotto da esporre in quanto gran parte del realizzato dorme sonni tranquilli nel sito web e non negli scaffali.
Alcuni operatori dicono la classica frase "ma io sono conosciuto", che è la classica frase di chi è fondamentalmente pidocchio (o meglio: eccessivamente parsimonioso), e non ha capito che OGGI non si può più vendere come 10 anni fa. Conta la presenza sul mercato, conta mostrare i propri prodotti, conta "esserci". Per questi colleghi è iniziata da tempo una parabola discendente che non si arresterà più, perchè questo pensiero commerciale si riflette anche sul prodotto: poca innovazione, risparmio esasperato, nessun progetto all'avanguardia, gelosia del proprio marchio che spesso non esce dai confini italiani.
Gli astrofili, che passano il tempo a lamentarsi, non hanno capito ancora che per una azienda organizzare un evento fieristico è un impegno che richiede almeno un paio di mesi di preparazione, costi elevati, tre o quattro giorni di impegno per più persone. E non c'è nulla di più desolante che vedere passare astrofili che non fanno nemmeno domande per conoscere come è stato fatto un telescopio, diciamo un pochino di apatia per la massa che ci dice chiaramente come questa massa sia appunto "avulsa" dai concetti base delle tecnica e non sia nemmeno interessata conoscerli. Salvo poi restare estasiati di fronte ai multicolori prodotti pensando a chissà quali magiche macchine sono contenute nei medesimi.
Per quanto riguarda la localizzazione, giusto chi ne chiede una posizione a mezzavia perchè così si possono far convergere più appassionati (poi è da dimostrare, perchè siamo pronti a scommettere che molti non si sposteranno lo stesso), occorre però ragionare sul fatto che i clienti sono molto polarizzati. Al nord mediamente buone possibilità di spesa e buona conoscenza di base, al sud idem però molto estremizzata (cioè o pochissima possibilità di spesa e bassissima conoscenza di base, o moltissima possibilità di spesa e molta conoscenza di base, mancherebbe un pochino l'intermedio).
Noi pensiamo che visto il basso numero di visitatori, i problemi di logistica, il fatto che in Italia una fiera DEVE essere un evento a cui un astrofilo non deve mancare, si potrebbero far contente le aziende e le utenze facendone una sola, in primavera, in centro Italia e BIENNALE, taglieremmo così molti eventi da bancherella, permetteremmo agli operatori pigri di fare uno sforzo e magari di spendere un pochino di più, impegneremmo meglio l'ente fieristico che avrebbe maggiori introiti, invoglieremmo gli appassionati ad organizzarsi anche per un viaggio magari lungo ma sfrutterebbero un evento ricco (anche con conferenze ecc) e importante.
Quanto alla idea di organizzare osservazioni con gli strumenti, questa è ovviamente bocciata. Chi si prende la bega di spostare migliaia di euro di strumentazione in un prato senza essere poi sicuro che chi partecipa ha il minimo di conoscenza per dare un giudizio? Basta un neofita convinto di essere esperto per far propagare voci incontrollate....... Oltre al fatto che un operatore non può lavorare dalle 8 del mattino fino alle 5 del mattino successivo, almeno i più piccoli (una o due persone). Poi ci sarebbe altro da aggiungere.......
Maxproject
Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
(G. Schiaparelli)
Leggiamo nelle varie piattaforme le opinioni degli astrofili relativamente alla organizzazione e disposizione temporale delle fiere astronomiche italiane.
Noi - da operatori del settore - abbiamo le nostre idee, capiamo benissimo che l'utenza fatica a comprendere certe scelte non conoscendo tutti i retroscena.
Alcuni nostri pensieri in libertà, che forse possono aiutare a capire.
A parte il grave errore di fare due eventi poco distanti tra di loro e geograficamente molto vicini, bisogna comprendere BENE che il bacino di utenza dell'astrofilia italiana è miserrimo. Se è vero che ci sono un po' di astrofili che vanno alle fiere è anche vero che molti di questi ci vanno in uno stato di confusione. Si va più per trovare gli amici e comperare l'oculare (e infatti chi vende alla bancarella ha sempre un buon successo), che non per discutere nel dettaglio un progetto o un prodotto e poi deciderne l'acquisto (e qui noi siamo soddisfatti perchè siamo sempre impegnatissimi a spiegare), un discorso sui generis dunque.
Una fiera ha costi non proprio popolari, per cui o ci rinchiude nel pollario 3x3 - 3x4 o altrimenti bisogna staccare assegni di qualche migliaio di euro. Pochissimi gli operatori del settore che se lo possono permettere per due motivi ben precisi:
a) il ritorno economico non giustifica la spesa, lo si fa solo per l'immagine;
b) non c'è prodotto da esporre in quanto gran parte del realizzato dorme sonni tranquilli nel sito web e non negli scaffali.
Alcuni operatori dicono la classica frase "ma io sono conosciuto", che è la classica frase di chi è fondamentalmente pidocchio (o meglio: eccessivamente parsimonioso), e non ha capito che OGGI non si può più vendere come 10 anni fa. Conta la presenza sul mercato, conta mostrare i propri prodotti, conta "esserci". Per questi colleghi è iniziata da tempo una parabola discendente che non si arresterà più, perchè questo pensiero commerciale si riflette anche sul prodotto: poca innovazione, risparmio esasperato, nessun progetto all'avanguardia, gelosia del proprio marchio che spesso non esce dai confini italiani.
Gli astrofili, che passano il tempo a lamentarsi, non hanno capito ancora che per una azienda organizzare un evento fieristico è un impegno che richiede almeno un paio di mesi di preparazione, costi elevati, tre o quattro giorni di impegno per più persone. E non c'è nulla di più desolante che vedere passare astrofili che non fanno nemmeno domande per conoscere come è stato fatto un telescopio, diciamo un pochino di apatia per la massa che ci dice chiaramente come questa massa sia appunto "avulsa" dai concetti base delle tecnica e non sia nemmeno interessata conoscerli. Salvo poi restare estasiati di fronte ai multicolori prodotti pensando a chissà quali magiche macchine sono contenute nei medesimi.
Per quanto riguarda la localizzazione, giusto chi ne chiede una posizione a mezzavia perchè così si possono far convergere più appassionati (poi è da dimostrare, perchè siamo pronti a scommettere che molti non si sposteranno lo stesso), occorre però ragionare sul fatto che i clienti sono molto polarizzati. Al nord mediamente buone possibilità di spesa e buona conoscenza di base, al sud idem però molto estremizzata (cioè o pochissima possibilità di spesa e bassissima conoscenza di base, o moltissima possibilità di spesa e molta conoscenza di base, mancherebbe un pochino l'intermedio).
Noi pensiamo che visto il basso numero di visitatori, i problemi di logistica, il fatto che in Italia una fiera DEVE essere un evento a cui un astrofilo non deve mancare, si potrebbero far contente le aziende e le utenze facendone una sola, in primavera, in centro Italia e BIENNALE, taglieremmo così molti eventi da bancherella, permetteremmo agli operatori pigri di fare uno sforzo e magari di spendere un pochino di più, impegneremmo meglio l'ente fieristico che avrebbe maggiori introiti, invoglieremmo gli appassionati ad organizzarsi anche per un viaggio magari lungo ma sfrutterebbero un evento ricco (anche con conferenze ecc) e importante.
Quanto alla idea di organizzare osservazioni con gli strumenti, questa è ovviamente bocciata. Chi si prende la bega di spostare migliaia di euro di strumentazione in un prato senza essere poi sicuro che chi partecipa ha il minimo di conoscenza per dare un giudizio? Basta un neofita convinto di essere esperto per far propagare voci incontrollate....... Oltre al fatto che un operatore non può lavorare dalle 8 del mattino fino alle 5 del mattino successivo, almeno i più piccoli (una o due persone). Poi ci sarebbe altro da aggiungere.......
Maxproject
Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
(G. Schiaparelli)