Sulle elaborazioni delle immagini planetarie tanti metodi ma quale verita' ?

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Andrea Maniero
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Sulle elaborazioni delle immagini planetarie tanti metodi ma quale verita' ?

Messaggio da Andrea Maniero »

Difficile ammetterlo ma piu' facile scoprirlo quando una immagine "pseudo dettagliata " "elaborata " da alcuni imagers planetari , contiene "tecniche" elaborative che esaltano una una "pseudo potenzialita' strumentale " .
Il gioco a " io lo faccio piu' bello " pero' non e' apprezzato in ambito professionale il quale pur riconoscendo all'ambito amatoriale notevole lavoro anche di buon livello , richiede invece un modus operandi un po' diverso .

Riporto uno stralcio con le richieste da parte J.H Rogers che collabora con Alpo Japan :




About Jupiter images John H. Rogers 2011/10/23 20:04(UT)

Hi all,

First, many thanks to everyone who has been sending images of Jupiter, whether directly to me or through various forums. I regret not being able to acknowledge them individually but they are all valued. It is amazing to see how many observers are producing excellent images now the planet has moved into the northern sky, and you are creating an excellent record of the planet. There is widespread professional recognition of the high quality of your work. Earlier this month I attended the big European/American planetary science conference (EPSC/DPS) in Nantes, France, and was able to present our amateur analysis of your images to an appreciative professional audience.
May I make a few comments about some aspects of the images, as processing techniques are becoming ever more advanced, and more new observers are joining in. To summarise:

1) If you produce LRGB images, it is essential to state what 'L' is. For natural appearance, use L = White.
2) If you produce rotation movies, please also provide some original images, and possibly the map if you have made one. 3) Please write the essential data on the image, and use a filename that includes the date (year-month-day) and your name or initials.
We are amateurs so we can do what we like, but we must not allow creative manipulations to be mistaken for real data, so if you do any unusual image-processing for artistic purposes, please state what it was on the image.

1) LRGB images:
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These are images in which the luminosity (dark-to-bright) scale is produced separately from the colour (R,G,B) channels. Many European observers last year produced LRGB images with L = Red or IR, because these wavebands tend to have higher resolution. With the low altitude of the planet, this was the only way that many observers could produce an image with reasonable resolution and some colour information. It was good to have these images, but hopefully they are not needed now. By mixing colour from one waveband with intensities from another, they produce unrealistic colour and unrealistic intensities: thus belts that should be dark brown come out luminous pink, and there is no info about the true appearance of red ovals like the GRS. If you do produce LRGB images, you must always state (on each image) what L is, and I strongly prefer L = White. If a red or IR image has much better resolution than the RGB image, then please provide both.
Some observers routinely provide all the separate colour channels as well as the RGB image. I don't generally need these for descriptive reports, which are mostly derived from RGB images. (I sometimes use an IR image as well, for higher resolution and to highlight specific features.) However if the JUPOS team are measuring your images, they may well prefer the highest-quality monochrome image as the limb will be better-defined.

2) Rotation animations and maps:
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Several observers are now producing beautiful rotation movies of the planet. Although these are impressive to look at, we cannot measure them, so please also provide some of the original images. Also, if you make a movie by reprojecting images via a hi-res map covering more than half the planet, perhaps you could post the map itself, which might be a useful reference.
Please do not rotate images before combining them into a RGB image that will be used for measurement; this can cause errors due to difficulty defining the limb.

Filenames and labelling:
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Most observers submit images to several different organisations, which have slightly different preferences for format, so it's understandable if you don't use our exact format. However, two points are specially important:
i) Write all the information on the image itself (date, time, observer, location, telescope, filters if any, and preferably CM longitudes).
ii) Use a filename which includes the date in the standard astronomical order (year-month-day), and your name or initials. This makes it much quicker to download and file your images. Our preferred format is given on our web site (URL below), but I'm happy to receive images in similar formats, such as the one used by PVOL: J_yyyy-mm-dd_hh-mm_filter_observer.jpg.

(It is very confusing when people use 6-digit abbreviations for date where year, month and day can be in any order. I am looking forward to 2011 Nov.11, which will be the one day this year when these filenames are unambiguous.)
It is also easier to handle all the files if you group all images from one night into a single image file.

Best wishes to all,

John



Come recita il titolo di una canzone " Tutto il resto e' noia " e quindi passare ore e ore a massacrare con "pseudo luminanze " una povera immagine per farne sputare chissa' quali dettagli e' non solo inutile ma anche se vogliamo dire , poco professionale .


Ciao Andy

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Da questo punto di vista, non essendo io un astroimager (anche se questa notte mi sono fatto 3 ore di alta risoluzione con un po' di filmati), con gioia e divertimento di alcuni che ritengono di conoscere tutto lo scibile e quindi anche di capire come funziona un telescopio, ritengo che Andrea fa bene a riportare un pochino di ordine sulla questione delle riprese planetarie.

Ciascuno fa come meglio crede. Nessuno è esente dal dire cosa ha fatto e dallo specificare chiaramente se la ripresa è una sua opera "artistica" o una sintesi tecnica. Troppi pavoni fanno la ruota anche se potrebbero evitarlo.

Andrea dunque ti consiglio di continuare su questo tema.

Max

Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
(G. Schiaparelli)

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Andrea Maniero
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Sulle elaborazioni delle immagini planetarie tanti metodi ma quale verita' ?

Messaggio da Andrea Maniero »

Infatti l'intenzione e' quella di porre l'attenzione su come ed il perche' si elaborano le immagini planetarie .

Alcuni astrofili da lunga data ma non esperti in Astrofotografia planetaria e molti neofiti , sono "ammaliati" spesso da immagini pubblicate sui foum o siti che "raramente " sono accompagnate da una descrizione anche basilare del processing seguito per ottenere l'immagine finale a colori .

Come avete potuto leggere nel post iniziale e nelle parole di Mr. Rogers , seguire un determinato standard seppur minimo , fa' la differenza e distingue l'astroimager serio , metodico , e se vogliamo pure con intenti semiprofessionali per avvicinarsi piu' scientificamente allo studio dei pianeti apportando anche validi contributi al mondo astronomico professionale , dall'astrofilo "D' Arte " , colui che ricerca la bellezza , il cromatismo , il "dettaglio a tutti i costi " per sparare nell'Olimpo dell'Astro Hi-res se stesso e il suo strumento .
Sebbene accettate anche questo tipo di immagini pero' gli esperti quelli veri , come abbiamo letto sopra , richiedono invece , che per lo studio delle atmosfere planetarie si segua in caso di compositazioni in tricromia o quadricromia uno standard , intanto "DICHIARANDO" la presenza di eventuali luminanze che dovrebbero abbracciare l'intero spettro del sensore CCD utilizzato , quindi in cosidetta luce bianca e non una singola fetta di spettro come comunemente si usa fare con l'IR-pass , in questo caso pero' si dichiari almeno la presenza di tale filtro ( molti barano presentando un'immagine dettagliata ma proveniente dal solo R-IR o IRpass ) , e poi se possibile si indichi la tipologia di filtri impiegati per realizzare la tricromia . Spesso si legge in una scheda immagine la semplice scritta RGB che va bene ci mancherebbe , ma esistendo filtri molto diversi e con una lunghezza d'onda centrata diversamente uno dall'altro , dall'ampiezza diversa a seconda se band-pass o long-pass , e variabile in base alla marca o tipologia di filtro sarebbe piu' oppurtuno , se il nostro intento e' anche quello di contribuire scientificamente , di riportare tali dati come ad esempio R= 635nm B=470nm ecc .

Andrea
Edited by Andrea Maniero on Nov 25, 2011 at 04:10 PM
Edited by Andrea Maniero on Nov 25, 2011 at 10:33 PM

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Bene. Questo è un argomento fondamentale. Cominciamo a parlare di tecnica approfondendo fino a dove possiamo gli argomenti. Ciascuno porti i propri contributi o le proprie questioni e insieme cercheremo di stabilire dei percorsi adeguati.

La medesima operazione è stata fatta sulla questione dei certificati interferometrici che ha dato qualche risultato, non solo in Italia.

Ci piacerebbe che il forum NortheK diventasse un momento di approfondimento di buon spessore per gli utenti dei nostri e altrui telescopi (che poi devono funzionare).

Si tratta qui di argomentare o discutere un protocollo applicativo standard minimo sul quale, in linea molto teorica, ci si dovrebbe attenere prima di pubblicare una immagine......la discussione o il ragionamento aiuterà ad affinare i metodi, poi in futuro faremo qualche sopresa ai nostri lettori.

Maxproject

Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
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Andrea Maniero
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Messaggio da Andrea Maniero »

Ovviamente questo tipo di problema non si pone a chi acquisisce con sensori a colori i quali possiedono gia' installata davanti all'elemento fotosensibile una griglia di filtri detta
griglia di Bayer




E' pero' possibile risalire alla sensibilita' spettrale del sensore utilizzato e se proprio si vuole
completare la scheda immagine in modo un po' piu' professionale aggiungere i dati singolarmente :



I motivi per cui "a molti " riescono solamente buone immagini con il filtro R-IR o IRpass e la usano piu' o meno "legalmente" per creare una luminanza , oltre che per un'ottica malperformante , e' che la banda spettrale risente poco dell'influenza del seeing ma ............... c'e' il rovescio della medaglia , 1 e' utilizzabile con buon profitto solo a partire da un certo diametro e nell'infrarosso vicino ,
2 all'aumentare della lunghezza d'onda diminuisce la risoluzione :




Andrea
Edited by Andrea Maniero on Nov 25, 2011 at 05:51 PM

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Andrea Maniero
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Messaggio da Andrea Maniero »

Ovviamente bisogna optare per dei compromessi e sciegliere il filtro anche in funzione della
massima sensibilita' spettrale del sensore utilizzato , ecco perche' nella maggior parte dei casi, specie nei sensori di ultima realizzazione molto spesso con una spiccata sensibilita'
al rosso ed infrarosso vicino , vengono accoppiati filtri R-IR o IRpass. Questo ovviamente e' un vantaggio per i tempi di integrazione ma cio' non deve fornire un motivo "legale" per "taroccare " una tricromia , eventualmente si puo' presentare l'immagine
con a fianco l'immagine RGB .

Andrea
Edited by Andrea Maniero on Nov 25, 2011 at 06:06 PM

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Andrea Maniero
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Messaggio da Andrea Maniero »

Tuttavia e importante far notare che quanto esposto si limita al campo amatoriale e quanto
discusso restera' in tale ambito .
Ad ogni modo , nella misura e nei metodi di come si opera si distingue l'astrofilo con la A maiuscola dall'astrofilo "intinerante " non dei luoghi ma nella moda del momento .

Andrea

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Andrea Maniero
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Messaggio da Andrea Maniero »

Un'altro discorso in ambito amatoriale riguarda i cosidetti " canali sintetici " , anch'essi compaiono molte volte nello scenario dell'astrofotografia planetaria . Si tratta di "fondere" tra nella maggior parte dei casi il canale R rosso ed il canale B blu nella misura del 50% , questo permette di ottenere il famoso G " verde sintetico " che ha due vantaggi : nel caso di pianeti con veloce rotazione permette l'abbattimento dei tempi di acquisizione perche' in pratica basta acquisire due soli canali a tutto vantaggio del numero di frames finali , poi la resa del G sintetico nel caso di seeing mediocre e' quasi e dico quasi pari alla resa di un G puro in termini di dettaglio , ovviamente in caso di ottimo seeing non ha senso un G sintetico .
Il rovescio della medaglia e' che nelle immagini planetarie specie di Giove si nota la mancanza del verde , ottenendo un rosso quasi " ferrugginoso " , mancano poi le molteplici
tonalita' e sfumature che questo pianeta possiede . Altro pianeta che si presta al "sintetico " e' Marte , il pianeta non presentando aree di colore verde potrebbe essere ripreso solamente in luce R e B , sintetizzando il verde G come descritto , e questo sembrerebbe un vantaggio in quanto non si spreca tempo nell'acquisizione e nell'elaborazione di un ulteriore immagine . Con una certa cura le immagini R (G) B possono produrre risultati esteticamente gradevoli e il tono di colore globale può essere piacevole, ma non c'è dubbio che una vera immagine g contiene informazioni che semplicemente non sono riproducibili sintetizzando un immagine verde dal rosso/blu e per questo motivo dobbiamo concludere che il vero RGB è l'approccio preferito se vogliamo rendere i colori dei pianeti con precisione.
Esistono in pratica varie formule per rendere "dettagliato" un pianeta alcune sono :


IR+RGB
RIR+RGB
R(G)B
R+R(G)B
IR+R(G=IR/B)B ecc.

le lettere che precedono la + si intendono come canali di luminanza e come si vede le varianti sono molteplici .
A questo punto , e lecito chiedersi , in mancanza di dati descrittivi cosa ci sia dietro una immagine ben riuscita oltre al solo seeing .

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Andrea Maniero
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Messaggio da Andrea Maniero »

Ecco alcuni esempi di quanto sopra esposto :



A destra un'immagine RGB pura , a sinistra abbiamo una tricromia realizzata con il canale verde G sintetico , l'immagine in questo caso soffre di un canale B piuttosto malconcio , tuttavia non e' un problema quando questa composizione si utilizza come crominanza cioe' si associa ad una luminanza , in questo caso in luce "White" cioe' in luce bianca full spectrum del sensore di ripresa ,



Una corretta realizzazione con L= white + RGB dovrebbe dare il seguente risultato :





Come si vede si ha un'incremento del dettaglio seppur minimo , in piu' i particolari della luminanza con il colore, acquisiscono una fedelta' tonale molto piu' reale .

Di seguito un'immagine realizzata con la tecnica L+R(G)B dove si utilizza la stessa luminanza ma con una crominanza sintetica :





L'immagine subito sembra avere un piu' forte impatto visivo ma in realta' come sopra menzionato la fedelta' cromatica viene a mancare , ( si notino le tonalita' ferruginose) e comunque si tratta di una tecnica , una delle tante che ha il solo scopo di "risaltare" o "esaltare" il dettaglio ( volendo lo strumento e la bravura ! ) nonche' "l'elaboratore " .


Andrea

*All images are made through Northek Dall-Kirkham 230 f/12

Edited by Andrea Maniero on Nov 30, 2011 at 06:28 PM

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Messaggio da Andrea Maniero »

Esistono poi ...........le luminanze sintetiche ! , ma questo lo spieghero' al prossimo post !


Andrea