effetti termici
Inviato: 26/06/2009, 2:12
http://www.acquerra.com.au/astro/cooling/ballarat/
Questo e' un astrofotografo e giustamente pretende un gradiente inferiore a 0.25C (e' uno che sa il fatto suo, ha uno strumento custom e guardate le sue immagini - non e' uno dei tanti con lo strumento brutalmente scollimato, situazione in cui le problematiche termiche quasi non si notano...) Forse se lavoriamo in visuale possiamo essere un pochino meno stringenti, ma... quanto meno stringenti? scaricate i video e giudicate. Mi raccomando non dimentichiamo che nel secondo filmato la differenza fra T_specchio e T_aria e' di 1C. Non dimentichiamo di controllare in ascissa la scala dei tempi e degli orari in cui si stabilizza - con active cooling, non alla "speriamoinbene" e neanche limitandosi alle ventole. La progettazione dello strumento poi - ai fini degli effetti termici, se posso pensare che abbia margini di miglioramento, non credo proprio sia inferiore a quella dello strumento commerciale medio o anche di fascia alta.
Limitiamoci a considerare la nostra modesta ma non nulla esperienza in particolare per quanto riguarda i "minuscoli" che poi sono quelli che, di fatto, hanno qualche chances di essere messi in equilibrio termico, con pazienza ma senza raffreddamento attivo e altri accorgimenti tecnologici che l'utente finale non puo' implementare con facilita'. FSQ106, un doppietto, fra le sue molte virtu' non c'e' l'apertura.... sentiamo cosa ne dice il produttore - non io - e andiamo a leggere il manuale takahashi - c'e' scritto, googlate e scaricatevi il manuale se non mi credete, che ci vogliono almeno 30 minuti per acclimatarlo. Anzi chi ha scritto il manuale commenta che cio' avviene anche per ogni altro telescopio (sic... e takahashi ha prodotto i minitelescopi FC50). Ah se pensate che si riferisca a 20-30 gradi di escursione termica, questo e' severamente vietato in quanto la pregiata fluorite rischia di andarsene in mille frantumi (ecco uno dei rari casi in cui, se si vuole portarlo da +20C a -15C, l'acromatico con vetri crown-flint vecchia maniera e senza supervetri ED e' insostituibile). Prendiamo un altro piccoletto, l'etx90, Mike Weasner il mago degli etx dice, controllate sul suo sito se non mi credete, che per un uso visuale (sic) ci vogliono 30min per pollice di apertura, che quindi per l'etx90 di 3.5" sono 1h e 45 (la daniela dissente e consiglia per i matsukov un acclimatamento di 45min per pollice, mentre 30min per pollice li considera adeguati per un SC). Vogliamo parlare dei tripletti, si' quelli piccoli, da 80 o 90 mm? Meglio di no :) i tipici strumenti che danno il meglio quando il cielo inizia a schiarirsi. Certamente e' fuori discussione che un Newton ha meno rogne in quel senso, ma solitamente non si utilizzano newton da 10cm ... E da quanto vedo personalmente - e leggo in giro - resto dell'idea che lo strato limite - una variabile importantissima e ignorata dai piu' - e' comunque al secondo posto nella lista delle problematiche ignorate, e che al primo posto ci stanno quei pochi decimi di mm (per superfici lisce!) di interfaccia con lo strato limite, e al terzo ci sta la scollimazione talvolta brutale e gli errori di messa a fuoco (anche al variare della temperatura ecc. perche' anche gli strumenti in acciaio subiscono questo effetto seppure in misura limitata), e al quarto ci sta l'atmosfera sopra lo strato limite che qui in italia - visto anche che non e' praticabile lasciare decine di migliaia di K di strumentazione in qualche posto isolato per quanto possa eventualmente essere meraviglioso il suo seeing - ha effettivamente per quanto posso vedere qui in italia delle celle sui 25cm o piu piccole quando il cielo e' sereno e salvo 1-2 notti all'anno se va bene (questo naturalmente non vuole dire che e' assurdo comprare strumenti di 30cm e oltre, ma per esempio vuol dire che si valutano accoppiate sensore-strumento che non sono le stesse che uno prenderebbe su in cima alle canarie), e poi - siamo arrivati al quinto posto - c'e' naturalmente la qualita' ottica e meccanica dello strumento e non c'e' bisogno di insistere su questo punto a cui gran parte del sito NortheK e' dedicata, ma se non mettiamo a posto i punti 1-4 e' inutile stare a parlare piu' di tanto del punto 5 perche' in quelle condizioni si puo' forse (ho detto forse) distinguere una ciofeca da una meraviglia ma non si va molto oltre - a meno di non limitarsi ai minimicrobi o forse dovrei chiamarli "cercatori" cioe' i doppietti da 50-60-70mm che effettivamente vanno benissimo come spotting scope (quindi utilizzati di giorno e per osservazioni terrestri) proprio per questo.
Daniela
"L'essenza della liberta' e' la matematica"
Questo e' un astrofotografo e giustamente pretende un gradiente inferiore a 0.25C (e' uno che sa il fatto suo, ha uno strumento custom e guardate le sue immagini - non e' uno dei tanti con lo strumento brutalmente scollimato, situazione in cui le problematiche termiche quasi non si notano...) Forse se lavoriamo in visuale possiamo essere un pochino meno stringenti, ma... quanto meno stringenti? scaricate i video e giudicate. Mi raccomando non dimentichiamo che nel secondo filmato la differenza fra T_specchio e T_aria e' di 1C. Non dimentichiamo di controllare in ascissa la scala dei tempi e degli orari in cui si stabilizza - con active cooling, non alla "speriamoinbene" e neanche limitandosi alle ventole. La progettazione dello strumento poi - ai fini degli effetti termici, se posso pensare che abbia margini di miglioramento, non credo proprio sia inferiore a quella dello strumento commerciale medio o anche di fascia alta.
Limitiamoci a considerare la nostra modesta ma non nulla esperienza in particolare per quanto riguarda i "minuscoli" che poi sono quelli che, di fatto, hanno qualche chances di essere messi in equilibrio termico, con pazienza ma senza raffreddamento attivo e altri accorgimenti tecnologici che l'utente finale non puo' implementare con facilita'. FSQ106, un doppietto, fra le sue molte virtu' non c'e' l'apertura.... sentiamo cosa ne dice il produttore - non io - e andiamo a leggere il manuale takahashi - c'e' scritto, googlate e scaricatevi il manuale se non mi credete, che ci vogliono almeno 30 minuti per acclimatarlo. Anzi chi ha scritto il manuale commenta che cio' avviene anche per ogni altro telescopio (sic... e takahashi ha prodotto i minitelescopi FC50). Ah se pensate che si riferisca a 20-30 gradi di escursione termica, questo e' severamente vietato in quanto la pregiata fluorite rischia di andarsene in mille frantumi (ecco uno dei rari casi in cui, se si vuole portarlo da +20C a -15C, l'acromatico con vetri crown-flint vecchia maniera e senza supervetri ED e' insostituibile). Prendiamo un altro piccoletto, l'etx90, Mike Weasner il mago degli etx dice, controllate sul suo sito se non mi credete, che per un uso visuale (sic) ci vogliono 30min per pollice di apertura, che quindi per l'etx90 di 3.5" sono 1h e 45 (la daniela dissente e consiglia per i matsukov un acclimatamento di 45min per pollice, mentre 30min per pollice li considera adeguati per un SC). Vogliamo parlare dei tripletti, si' quelli piccoli, da 80 o 90 mm? Meglio di no :) i tipici strumenti che danno il meglio quando il cielo inizia a schiarirsi. Certamente e' fuori discussione che un Newton ha meno rogne in quel senso, ma solitamente non si utilizzano newton da 10cm ... E da quanto vedo personalmente - e leggo in giro - resto dell'idea che lo strato limite - una variabile importantissima e ignorata dai piu' - e' comunque al secondo posto nella lista delle problematiche ignorate, e che al primo posto ci stanno quei pochi decimi di mm (per superfici lisce!) di interfaccia con lo strato limite, e al terzo ci sta la scollimazione talvolta brutale e gli errori di messa a fuoco (anche al variare della temperatura ecc. perche' anche gli strumenti in acciaio subiscono questo effetto seppure in misura limitata), e al quarto ci sta l'atmosfera sopra lo strato limite che qui in italia - visto anche che non e' praticabile lasciare decine di migliaia di K di strumentazione in qualche posto isolato per quanto possa eventualmente essere meraviglioso il suo seeing - ha effettivamente per quanto posso vedere qui in italia delle celle sui 25cm o piu piccole quando il cielo e' sereno e salvo 1-2 notti all'anno se va bene (questo naturalmente non vuole dire che e' assurdo comprare strumenti di 30cm e oltre, ma per esempio vuol dire che si valutano accoppiate sensore-strumento che non sono le stesse che uno prenderebbe su in cima alle canarie), e poi - siamo arrivati al quinto posto - c'e' naturalmente la qualita' ottica e meccanica dello strumento e non c'e' bisogno di insistere su questo punto a cui gran parte del sito NortheK e' dedicata, ma se non mettiamo a posto i punti 1-4 e' inutile stare a parlare piu' di tanto del punto 5 perche' in quelle condizioni si puo' forse (ho detto forse) distinguere una ciofeca da una meraviglia ma non si va molto oltre - a meno di non limitarsi ai minimicrobi o forse dovrei chiamarli "cercatori" cioe' i doppietti da 50-60-70mm che effettivamente vanno benissimo come spotting scope (quindi utilizzati di giorno e per osservazioni terrestri) proprio per questo.
Daniela
"L'essenza della liberta' e' la matematica"