effetti termici

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daniela
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Messaggio da daniela »

su giove nulla di fatto nemmeno stanotte, prima era coperto e adesso a sprazzi ma chissa' qual era la longitudine del "buco", il seeing e' peraltro pessimo e comunque sono gia passate tante (forse troppe) ore. Spero che qualcuno di voi si sia goduto lo spettacolo. Congratulazioni ad Anthony Wesley che col suo newton da 14.5" ha per primo individuato l'eccezionale fenomeno e allertato la comunita' astronomica (amatoriale e professionistica). Visto che siamo in argomento, ci si domanda se le celle peltier e il raffreddamento attivo e il mantenimento dello specchio entro un massimo di 0.25C di delta termico rispetto all'atmosfera, non abbiano proprio nulla a che vedere con questo risultato, visto che oggigiorno avere uno strumento da 14" o anche aperture maggiori e' diventato relativamente comune fra gli astronomi amatoriali. Purtroppo se lo strumento non e' in temperatura, non soltanto le sue prestazioni sono quelle che sono (al di la' del valore obiettivo delle ottiche e delle meccaniche e dei loro limiti; perche' anche uno strumento eccezionale, non mi stanchero' mai di ripeterlo, se non adeguatamente acclimatato performera' in maniera mediocre, a meno che non sia uno spotting scope da 50mm, concepito e progettato per lavorare nella turbolenza del pomeriggio e su oggetti terrestri) ma anche - o forse soprattutto - diventa molto difficile (o del tutto impossibile) per l'operatore umano, che nel nostro caso effettua l'interpretazione delle immagini e le "vede" attribuendo loro un significato, discriminare tra feature e artefatto. Non so se e quanti, soprattutto tra i non professionisti, diano "in pasto" immagini planetarie a sistemi automatizzati, a dire il vero non so neanche se ne esistono per features planetarie (forse mira? che e' un package di trattamento / ricostruzione / interpretazione immagini orientato anche ad applicazioni mediche e di scienza dei materiali? non lo conosco a fondo, forse qualche lettore puo' commentare?) sta di fatto che fra i molti che, sono certa, hanno osservato in visuale e/o hanno acquisito (e magari preprocessato in diretta) immagini del fenomeno, che cosa ha fatto la differenza e permesso a uno fra i tanti di riconoscere la feature come tale? E quindi di assumersi la responsabilita' di scrivere in prima persona l'osservazione? Noi riteniamo che l'utente deve, e sottolineiamo deve, essere profondamente e pienamente consapevole del suo strumento, dei possibili artefatti a cui e' soggetto (che l'utente deve conoscere a fondo, siano causati da termiche, da scollimazione, o dalle wavelet) fatto salvo naturalmente che si deve porre in atto tutto quanto e' possibile per eliminarli, deve avere la possibilita' di effettuare sempre un crosscheck in condizioni che non sono soggette all'artefatto da escludere (anche se magari possono portare ad altri differenti artefatti) per avere una ulteriore linea di protezione dalla - si' diciamolo - figuraccia di fare una telefonata fuori posto. E finire nella lista nera degli inaffidabili (o come dicono in america, dei quack, dei cialtroni). Dopodiche' pero' l'utente che ha fatto quanto sopra - in collaborazione con chi gli costruisce lo strumento, se non lo ha fatto lui - deve avere piena confidenza nel suo strumento e nelle proprie capacita', e non deve esitare a fare quella certa telefonata e mandare email. Nessuno puo' garantire al 100% che ci sia il risultato scientifico - anche i professionisti, con ben altra strumentazione e preparazione e con gruppi di ricerca di decine o centinaia di persone, a volte prendono dei granchi - ma se uno ha lavorato bene, anche in questo caso sfortunato, non si finisce nella lista nera, anzi si ricevono messaggi di simpatia per la mancata scoperta, e si riceve la gratitudine di tutti per aver evidenziato un nuovo possibile artefatto a cui finora nessuno aveva pensato e a cui prestare attenzione in futuro. E il risultato scientifico probabilmente non tardera' ad arrivare alla prossima occasione. A tutti auguriamo buon lavoro e buon divertimento e tante soddisfazioni.

Daniela

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Fede67
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Messaggio da Fede67 »

Quote: Beh Daniela evidentemente il target clienti di questo costruttore di telescopi è potenzialmente di quelli che osservano attraverso la finestra per non prendere freddo, o da dentro casa per non spostare il telescopio..........che .......accidenti non so perchè non va mai in temperatura.
Maxproject

--- Original message by maxproject on Jun 28, 2009 01:02 AM
Mi vergogno un pochino, ma voglio dirverlo lo stesso...
questa primavera c'è stata una notte di eccezionale trasparenza in città...
si vedevano miliardoni di stelle anche dal balcone...
purtroppo c'era un vento che portava via anche i Baobab...
allora, a notte fonda, ho aperto le tende del soggiorno, ho piazzato il rifrattore al centro della sala, ho spento tutte le luci per evitare riflessi...
e....
mi son messo comodo a guardare fuori gli ammassi nell'Auriga...
e si vedevano benissimo, addirittura doppi!
Quella sera ho scoperto i Doppi Ammassi dell'Auriga...

Edited by Fede67 on Jul 22, 2009 at 04:46 PM

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Secondo me, e mi sbagliero', stavi bevendo un litro di birra e ruminando un mega panino col salame, in canottiera e mutande............cosi ti immagino amico mio (scherzo non volermene, ma ti immagino cosi ahahha)
max

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Messaggio da Fede67 »

Hehehe.. tu mi immagini...
ma pensa mia moglie che si alza nel cuore della notte e mi vede proprio...

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Messaggio da daniela »

Fede, sei proprio forte! ma non c'e' mica il divieto di osservare attraverso la finestra, se per esempio si deve allineare il cercatore, perche' prendere freddo? pero' insomma da qui a lamentarsi delle prestazioni ottiche di uno strumento che si e' provato attraverso la finestra, ce ne corre. Se poi si porta il proprio "piccolo calibro" in ospedale o alla casa di riposo a far vedere saturno, la luna e le pleiadi da dietro la finestra ai nostri parenti o amici che purtroppo hanno avuto bisogno di essere ricoverati e che non possono andare sotto cieli bui e seeing ottimale.... siamo tutti d'accordo che si fa benissimo.

Ho comunque il piacere di segnalarvi che un prestigioso costruttore giapponese, nel manuale di istruzioni di un suo strumento che non e' per neofiti o per ragazzini ancora meno di quanto lo siano quelli gia' citati (parliamo nella fattispecie del BRC250) ritiene opportuno ricordare al fortunato acquirente che il telescopio non va utilizzato in giornate piovose e che non e' impermeabile ne' resistente all'acqua; e che in ogni caso, qualora dovesse accidentalmente bagnarsi, va lasciato asciugare perfettamente prima di dare tensione ai contatti elettrici.

Daniela

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Messaggio da maxproject »

In relazione a questo argomento, è di questi giorni la stesura del progetto relativo alla termostatazione degli specchi (primari e secondari) nei modelli da 350 mm.
Sarà come di norma un sistema innovativo non affidato alle semplici ventole posteriori, e realizzato con cura maniacale, come si richiede in strumenti di elevata qualità.
Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Restando in tema, dobbiamo anche far notare che il rivestimento interno di un tubo con la pellicola floccata, porta ad una ulteriore schermatura per le termiche. Non a caso i telescopi chiusi (SC) che vengono poi retrofittati con la carta floccata mettono ancor più tempo a raggiungere l'equilibrio termico.
I NortheK anche questo tema è stato affrontato, ed ecco perchè abbiamo lavorato molto sul disegno della cella e della intubazione.
Attualmente stiamo sperimentando nuovi sistemi di carta floccata con basi diverse in grado di garantire una durata nel tempo e all'umidità per lunghissimi periodi. Inoltre anche il comportamento termico di questo rivestimento viene preso in considerazione, si tratterà di una innovazione assoluta a livello mondiale.
Maxproject

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