Non a caso, grazie alla fotografia e alle sue varianti/applicazioni, la scienza è stata in grado di esplorare i confini dello spazio e del tempo.
Ma la tua stessa riflessione è applicabile, con risultati diversi, anche alla pura osservazione visuale, proprio perchè lo stesso unico e irripetibile evento non lascerà traccia se non nel ricordo dell'osservatore, il quale non è ne oggettivo ne misurabile.
Succede allora che questa consapevolezza di unicità e irripetibilità di un evento vissuto in prima persona, in "diretta" dal cosmo, diventa coinvolgente di tutta la nostra sfera emotiva, non importa se non ricorderò in modo definito quello che ho osservato , ne conserverò l'emozione , indelebile, quella viva sensazione di meraviglia ma nello stesso tempo di appartenenza, che nasce dal perenne confronto dell'uomo con l'universo, ed è un attimo breve, percepibile solamente nel tempo del contatto di quei pochi fotoni con i nostri occhi.
Con questo non voglio dire che una cosa sia meglio dell'altra, ci mancherebbe, sono due approcci diversi e due modalità di utilizzo di un telescopio, che portano ogni appassionato a fare la sua scelta a seconda delle proprie affinità, non vedo contrapposizioni in tutto questo, vedo due percorsi di conoscenza , due modi di interpretare una stessa passione, il fatto che io preferisca il visuale non significa, come avrai notato, che non possa entusiasmarmi davanti ad una immagine o che non mi renda conto dell'importanza e delle enormi potenzialità dell'astrofotografia.
mhm... mi sa che sono andato di nuovo OT ... comunque quel Marte è eccezionale !
