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massimoboe
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Messaggio da massimoboe »

Agosto 2014 –

Nell’editoriale precedente abbiamo cercato di delineare quale modus operandi viene applicato dal marketing , sia intangibile che coreografico, per spingere la vendita di prodotti (non solo telescopi, ovviamente, i metodi sono ben conosciuti e collaudati).

Ma ci sono sistemi più o meno eleganti per promuovere la propria od altrui attività. Chi è nel commercio dovrebbe conoscere bene ogni approccio e ne dovrebbe saper valutare il peso sostanziale e la possibile ricaduta sul mercato. Chi non è del mestiere non può ovviamente sapere, non conoscendo a priori persone, fatti, accordi, competenze (gli astrofili dimenticano che molti concorrenti sono amici e collaborano tra di loro).

Classico il metodo della normale esposizione di proprie opinioni, possibilmente ammantate da molto tecnicismo alla portata di pochi (così non si può essere contraddetti, o più semplicemente nessuno si vuole prendere la briga di contraddire, visto che costerebbe ore di lavoro non retribuito alla tastiera, in cambio di nulla), in modo da acquisire nel tempo una autorità (discutibile?), ma di peso verso i lettori meno attenti. Chi ha le giuste esperienze, taglia corto e non si fa indottrinare ad uso e consumo di altri.

Vi siete mai domandati perché astrofili non operatori commerciali perdono centinaia di ore a scrivere nelle varie piattaforme? Vi siete mai domandati perché l’esposizione di un argomento è attentamente calibrata verso altri assunti, sostenuti da aziende che evidentemente possono dar fastidio? Vi siete mai chiesti perché si devono sostenere posizioni che sembrano avulse da un qualunque senso commerciale? Sembrano.

Chi è più furbo si apre il sito discreto ed elegante, con le pagine degli strumenti in vendita che casualmente non si esauriscono mai, e ovviamente trova da ridire se NortheK ha il suo forum privato (una puntina da disegno sulla sedia, da sempre e comunque fastidio), quasi fosse necessario avere un “imprimatur” da un amatore qualsiasi. Accreditandosi come esperto, cerca di portare in modo molto velato la propria “pensata”, giusto che serva a vendere gli strumenti del primo giro.

Per inciso, praticamente tutti i costruttori hanno la loro lista di discussione. Di norma occultata e chiusa, per evitare che logorroici perditempo generino confusione e colgano pretesti per scrivere cretinate.

Non puntiamo il dito contro nessuno ovviamente, è lapalissiano che dietro ci siano tentativi (pure maldestri) di produrre strumenti e proporli al mercato, è una nostra supposizione (e supporre è ancora possibile…) fondata su qualche elemento. La procedura standard è cosi schematizzabile:

1) Suscitare discussioni indirizzate con metodo verso aspetti tecnici che toccano sempre un determinato prodotto;
2) Diffondere il più possibile argomentazioni più o meno tecniche in modo da acquisire una gratuita esperienza e qualificazione tecnologica;
3) Partecipare il più possibile alla vita della comunità, cercando di indottrinare gli astanti e di compiacere gli amiconi (che poi ci serviranno successivamente per validare il prodotto);
4) Costruire uno o più strumenti decantandone le magnificenze e le prestazioni, possibilmente il tutto condito da tecnicismo e professionalità (meglio se in inglese);
5) Proporre la novità al mercato sperando in un qualche interesse.

Non dimentichiamo che fintanto che i prodotti non giungono al mercato sono solo chiacchere. Nessuno è li di presenza a verificare la correttezza di una affermazione. I retroscena da noi conosciuti sono degni di un romanzo d’appendice, potremmo perdere giornate a raccontare e a far divertire i nostri lettori. Tuttavia non lo possiamo ovviamente fare essendo noi medesimi in conflitto d’interessi…..ma un giorno chi lo sa. Cadrebbero miti, alcuni dovrebbero scomparire dal web, altri scusarsi, più di uno evitare di farsi trovare agli star party.

Ogni azienda commette errori di costruzione o gestione (anche noi), mentre – sembra – che alcuni astrofili conoscano e possiedano il dono dell’infallibilità che vendono come oro colato al pubblico intontito. Purtroppo non è così: non c’è nulla che possa sostituire investimenti importanti, anni di esperienza, capacità imprenditoriale. E chi acquista da “Lesperti” di turno se ne è dovuto rendere conto a proprie spese. Il punto è che oggi qualunque astrofilo più o meno astroimager/ visualista pensa di aver la competenza tecnica per progettare un telescopio…….

Non va dimenticata la suscettibilità del mercato. Un cliente consumer a cui si fa sommessamente notare il limite della propria scelta (astraendo dalla parte economica ovviamente), nel 90% dei casi si inalbera e offende, sostenendo – sapendo di mentire a se stesso – posizioni che suscitano ilarità e sorriso. In altre parole si parte dal presupposto che chi ti dice che il telescopio (tuo) XYX ha errori di costruzione dovuti al budget limitato, è invidioso, permaloso, pieno di livore…….verso il povero amatore sfruttato dalle grandi major dei beni di lusso strapagati ed inutili. Questo nasconde ovviamente una profonda insicurezza tecnica e la ricerca esasperata di una motivazione che tenga in piedi la propria scelta. Non è più onesto dire: ho ritenuto opportuno spendere questa cifra, con tutti i limiti del caso, e così mi va bene?

Ma questo è il gioco del mercato, ed è il motivo per cui esiste il forum NortheK, dove chi vuole entra e legge e chi non vuole gira al largo. Anche questa è serietà commerciale.

Massimo Boetto

Agli ingegneri piace risolvere i problemi. Se non ci sono problemi sottomano, gli ingegneri li creeranno.
Scott Adams, Il Principio di Dilbert, 1996

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