Maggio 2014 -

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massimoboe
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Maggio 2014 -

Messaggio da massimoboe »

Quando si parla di tecnologia, anche nei telescopi, si intende la realizzazione di un prodotto con tecniche di calcolo e costruzione avanzati. Nell’accezione del termine non è prevista la specifica di “prodotto avanzato”, ma nel pensare comune si.

Parlando di telescopi dobbiamo domandarci quando un prodotto è “tecnologicamente avanzato”, “tecnicamente maturo” o “tecnicamente obsoleto”. Sono infatti questi tre pilastri che ne classificano il valore sul mercato, la corrispondenza alle esigenze attuali o meno, la sua “usabilità” tecnica anche con altri prodotti collegati (per esempio: sistemi di ripresa).

Per poter applicare l’opportuna etichetta ad un prodotto, bisogna prima spazzare via tutta la melma di inconsistenza che pervade i mezzi di comunicazione (web e stampa). Troppi prodotti vengono osannati senza ragione, sia per la pigrizia mentale di chi legge, sia per l’incompetenza di chi li analizza, sia per le normali motivazioni commerciali legittime di ciascun produttore. Chi è operatore del sistema sa molto bene che chi legge ha pochissima dimestichezza (almeno nei grandi numeri), per poter discernere tra le varie affermazioni; sa benissimo che occorre percorrere con cura un metodo espositivo che non obblighi al ragionamento ma dia immediate certezze e sicurezze, anche se intangibili.

Quando si intende dunque promuovere il prodotto occorre domandarsi se il mercato di sbocco ha o non ha determinate capacità, esperienze e mentalità per afferrarne i contenuti. Ogni prodotto, e di conseguenza ogni allocazione del brand, ha un preciso bersaglio nella platea dei consumatori. A questi ultimi si guarda per costruire le infomercials e la tangibilità visiva del bene, non ultimo il prezzo.

In questo forum è stato presentato da un lettore uno strumento blasonato che – dalle fotografie e per quel singolo esemplare – denuncia approssimazione, scarsa padronanza tecnica, incapacità di risolvere in modo semplice i problemi. NortheK non entra in questa questione, perché non ha prodotti concorrenti e perché non lo può ovviamente fare, tuttavia l’esempio è molto esplicativo di quanto si intende e di quanto si è scritto sopra.

Per prodotto tecnologicamente obsoleto possiamo intendere telescopi realizzati in modo molto economico, che ricorrono a metodi vecchi di almeno 40 anni, ben collaudati e che garantiscono un basso costo di produzione. L’utilizzo di materiali non performanti e inferiori alla qualità ottica moderna (mediamente sempre alta).

Per prodotto tecnicamente maturo intendiamo telescopi ben realizzati, sempre con poca o nulla innovazione, ma che garantiscono un buon funzionamento ad un prezzo elevato.

Per prodotto tecnologicamente avanzato, si intende l’applicazione di alcune innovazioni in un prodotto standard, tanto da riformularne i concetti e l’usabilità da parte dell’utente. Le innovazioni di questi prodotti sono poi destinate a diventare uno standard nel futuro.

NortheK lavora con il concetto del tecnologicamente avanzato. Non è un caso se per esempio i micrometri di collimazione vengono scopiazzati in modo maldestro (per via dei costi): più di un produttore ha inserito manopoline colorate al posto della testa a brugola e i più “avanzati” manopoline graduate (si ma dietro rimane sempre la vite con la molla, come 40 anni fa). Qualcuno ha cercato di innovare il supporto specchi secondario, ma dovendo restare nella fascia “tecnologicamente obsoleto” che imprigiona il brand ad un prezzo basso, ha solo complicato un pezzo meccanico senza nessun effettivo vantaggio tecnico. Anche l’uso degli specchi sottili, è oramai diffuso, peccato che i supporti dei primari siano rimasti quelli di antica concezione.

D’altro canto, soprattutto dagli States, che non brillano per capacità tecnica e corrispondente qualità esecutiva, in qualunque settore (salvo poche punte di eccellenza ma molto ben definite), arrivano sempre nuovi marchi che seguono passo passo la trafila della presentazione standard:
- Sito web fantastico/avveniristico, che da l’impressione di un costruttore molto ben strutturato e organizzato;
- Dimensioni strumentali consistenti;
- Marketing d’immagine con belle foto (del cielo) e degli strumenti;
- Nessun dettaglio tecnico importante e verificabile;
- Grossolane approssimazioni progettuali, che un occhio esperto nota subito.

L’est Europa sta cercando di diventare protagonista, ma l’inesperienza sia commerciale che progettuale porta a creare prodotti “un po’ più avanzati” rispetto ai brand orientali, ma di costo decisamente sproporzionato. In altre parole si paga molto per avere poco di più e con ben poche garanzie di sopravvivenza del costruttore.

E’ prassi conosciuta da qualunque imprenditore con due o tre decenni di esperienza sulle spalle, che l’unico modo per poter tenere una posizione sul mercato è quello di innovare. Sperare di vendere a 10.000 euro quello che un orientale vende a 4.000 euro – perché poi la tecnologia è la medesima se si tolgono i logo e i colori – è come iniziare a scolpire la propria lapide. La fine è solo una questione di tempo perché in assenza di identificazione tecnica, il mercato “tecnologicamente avanzato” cioè quello che si rende conto che ad un certo esborso deve corrispondere un ritorno tecnico, rifiuta il mercato “tecnicamente obsoleto”.

Domandiamoci e osserviamo come stanno andando i produttori “tecnicamente obsoleti” in Europa e negli States, quale sia la loro capacità innovativa e quale sia la solidità finanziaria. Molti costruttori si sono improvvisati da astrofili ad esperti, con poche risorse finanziarie e ancor meno capacità tecniche, vivacchiando sugli amici che richiedono interventi sui propri telescopi difettosi. Se questi sono i presupposti per creare un marchio durevole………..

E’ un compito estremamente difficile trasmettere al cliente la propria collocazione di brand, se non lo si fa solo col prezzo (tecnicamente obsoleto), pochi infatti capiscono più per pigrizia che per effettiva incapacità tecnica, la proposta di un bene tecnicamente avanzato, e di questo ce ne rendiamo ben conto quando parlandoci di persona le nuvole si sciolgono, e l’interlocutore realizza bene e a fondo i concetti tecnici espressi.

Massimo Boetto


Agli ingegneri piace risolvere i problemi. Se non ci sono problemi sottomano, gli ingegneri li creeranno.
Scott Adams, Il Principio di Dilbert, 1996

Edited by massimoboe on Apr 29, 2014 at 11:51 AM

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