Aprile 2014 -

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massimoboe
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Aprile 2014 -

Messaggio da massimoboe »

Nei precedenti editoriali abbiamo discusso e accennato alla impostazione commerciale di NortheK, puntualmente derisa in altri luoghi da alcuni dilettanti con molto tempo da perdere , che evidentemente pensano di essere anche ottimi imprenditori , insomma: tutto lo scibile è in mano loro e il volgo vive nella melma dell’ignoranza più gretta.

Non è producente per un marchio abbassarsi a contendere con alcune citazioni, che da sole mostrano il presunto scarso spessore di chi le enuncia. Basta un pochino di buon senso per soppesare posizioni, sempre legittime sia ben inteso, espresse in modo costante e continuo, unidirezionali e sintomatiche. E chi legge non è stupido come qualcuno pensa, anzi……. Tuttavia l’azione di “grimaldello” svolta negli anni, è servita a contenere il diffondersi di bizzarrie che germogliavano facilmente in un terreno poco curato come quello dell’astrofilia italiana. All’estero certi semi non sono mai attecchiti.

A tutti scivolano le dita sulla tastiera, noi compresi, ma occorre avere il buon senso di frenare i propri impulsi e saper stare in un recinto ben preciso, recinto che suddivide l’esposizione di un pensiero da una stupidata enunciata in modo pretestuoso su argomenti in cui si piegano i fatti al proprio comodo. Quando poi i risultati fattuali dimostrano esattamente la correttezza del nostro orientamento, bisogna decidere se siamo noi fortunati, o l’impostazione di alcune teorie amatoriali è un po’ stranita.

Torniamo a parlare di telescopi, ma si tenga ben presente quanto abbiamo scritto sopra, perché in modo diretto ne argomenta i contenuti.

Si sostiene che nell’osservazione di qualità (e/o ripresa) non sia necessaria la tecnologia NortheK (naturalmente con tutto il corollario di dubbi sulla effettiva funzionalità, sull’effettivo costo ecc.), basta ridurre al minimo indispensabile e il gioco è fatto. Tutto il resto è seeing e diametro. Poi spulciando qua e la si leggono queste frasi, scritte da chi con tutta onestà chiede consigli e opinioni. Frasi che sovvertono tonnellate di ragionamenti logorroici sui tubi che flettono e sulle costruzioni modello “consumer” (ma potremmo iniziare una lunga esposizione, annoiando i lettori, vi risparmiamo il rimando e i link, perché comunque chi li scrive sono sempre due persone):

“come avrete capito dai miei post, non passa giorno in cui il mio XYZ non dia qualche genere di problema:( capisco che dato il prezzo non si poteva pretendere chissà cosa, ma qui non si tratta di qualità di lavorazione delle ottiche, bensi di cattivissime regolazioni in sede di costruzione. Mi sono accorto per esempio, oltre a tutti i problemi di cui già soffre, che la sezione del tubo in uscita risulta abbastanza ovalizzata. Questo perché le viti degli spiders erano state tirate 'a morte' con conseguente deformazione del tubo; e questo comporta una modifica della corretta ortogonalità del focheggiatore che va ad influenzare tutto il sistema (ad esempio, per arrivare ad una buona collimazione devo ruotare fino a fondo corsa una sola vite del primario); io sinceramente spero che questo problema parta dalla posizione errata del fok, anche perché non saprei più a cosa pensare dato che ho esaminato il tele smontando qualsialsi parte ottica senza trovare nulla di strano! Ora, come posso fare per rendere circolare il tubo? le viti delle razze sono state allentate ma purtroppo non ritorna spontaneamente alla forma originaria …..” (http://dobsoniani.forumfree.it/?t=68425707) E’ questo un caso limite, ma non infrequente, e possiamo farne una buona raccolta.


Prescindendo dal seeing che ciascuno ha e si tiene……, il diametro ha la sua importanza fintanto che lo riesci ad usare. Chi di noi non ha mai desiderato un grande telescopio e ben funzionante? Tutti ! Quanti hanno spazio/tempo e capacità per gestirlo? Quasi nessuno. A parole è tutto facile e funzionale, nei fatti non è così, ma scriverlo non costa niente anche perché nessuno – se non è di presenza – può dimostrare il contrario, e questo è un buon metro per valutare le persone. Qui tralasciamo l’argomentazione economica perché è personale di ciascun astrofilo.

Puntualmente alcuni improvvidi si lanciano in enunciazioni enciclopediche. L’attesa di pochi mesi li smentisce su tutta la linea. Questa incapacità di “globalizzare” la propria visione e il proprio intendimento è la causa dei continui inciampi. Anche il fatto che si è inascoltati ed emarginati ha un valore puramente indicativo ma sintomatico. La prassi è che il punto A va al punto B, esplodono i clamori e le meraviglie, il punto B crolla e si torna al punto A. Basta monitorare con cura le varie piattaforme e col tempo escono le affermazioni che si è cercato con cura di non far uscire.

A parte le discussioni che portano a niente, per la loro ovvietà che non deve essere spiegata, il web è oramai un canale di scolo per qualunque battaglia sull’inutile che, riteniamo noi, viene condotta più per motivi personali (e su questo ci si può documentare) che non per un preciso amore della chiarezza tecnica e dell’esposizione. Una gara rivolta alla prevaricazione che avrebbe anche un senso commerciale di per se, ma che viene svolta da chi in teoria non ha intenti economici: la conclusione da trarre è abbastanza facile.

Noi che siamo imprenditori inesperti abbiamo pensato che l’offerta NortheK vada predisposta per diventare globale. Un mass market (o un consumer come si ama dire) è per sua natura basato su grandi numeri e utilizzi il più possibile sparpagliati. Questo spiega perché, per esempio, i noti SC hanno ancora un loro grande mercato nel settore generico. Chi li ha progettati lo sapeva e lo sa bene, conosce i mercati di sbocco ed è cosciente dei limiti del progetto, e tutto il resto dello strumento viene di conseguenza semplicemente perché avrebbe poco senso spendere cifre importanti in parti meccaniche per uno schema generico: alla fine per raggiungere un target specifico il prezzo di vendita sarebbe esorbitante negli up grade. Ne è la prova che chi ha cercato di produrli ad un livello superiore, li ha poi tolti dal catalogo, parimenti i medesimi produttori mass market che hanno lanciato modelli un pochino più sofisticati, non hanno ottenuto alcun risultato di rilievo commerciale (considerando che hanno una diffusione mondiale e capillare), sintomo che il target arriva solo fino ad un certo punto di spesa, poi passa ad altro.

La nostra idea dunque è esattamente al contrario: meccaniche fatte decorosamente e intercambiabili per i vari schemi, questo consente di poter costruire telescopi specifici, dando per scontato che il generico è nel mercato consumer e chi lo acquista o non ha i mezzi per accedere ad altro o non ha capacità tecniche per distinguerne le differenze (abbiamo semplificato, il discorso dovrebbe essere più articolato).

La diretta conseguenza è che la meccanica del Dall Kirkham 250 è la stessa del Cassegrain 250 o del Newton 250 , e via discorrendo. Questo è l’unico modo per produrre beni così complessi ai prezzi che noi proponiamo. Fate una accurata analisi delle proposte concorrenti e valutate soluzioni tecniche/prezzo.

Il riscontro è che si riesce a fornire una qualità costante in ogni modello, un abbassamento dei prezzi che altrimenti dovrebbero essere superiori di circa un 30%, il rovescio della medaglia è che si hanno non poche difficoltà a modificare il prodotto (es: sostituire lo spessore dei vetri). La standardizzazione porta ad una rigidità nella progettazione.

Non ci risulta che un lavoro eseguito bene sia disprezzato dal Cliente che se lo può permettere. Pertanto è abbastanza ridicolo (o pretestuoso?) insistere su concetti che cercano di dimostrare che invece di XX bastava YY. E’ ridicolo perché così facendo si pensa che il costo si ridurrebbe di molto (si? E di quanto?) e tutto sommato il telescopio funzionerebbe. Così non è perché un telescopio va considerato nel suo insieme e chi si ferma a fare ragionamenti su un dettaglio (ma rileggete bene sopra…….) dimostra che ha capito poco. Giudica sulla base delle proprie opinioni, severamente convinto di avere sempre e comunque ragione. Ugualmente per il ragionamento sui tubi storti, dove la teoria della trave (e le altre simulazioni, che non sono ad uso e consumo di pochi eletti) ci dice che non sono storti, pero’ poi non si capisce perché non si è mai in asse…..Delle due una o l’altra: o la teoria della trave è sbagliata (non ci sembra) o il telescopio si comporta in modo diverso da quanto è stato previsto nel magico mondo del software. E anche qui i dati fattuali sono la prova provata, il resto è chiacchera.

NortheK ha sempre fatto scelte avanzate. I primi a progettare un sistema di collimazione ad alta efficienza, i primi a progettare un supporto per secondari realmente funzionante, i primi a progettare un insieme ottico/meccanico autocentrante, i primi ad elaborare la realizzazione della parte in carbonio con specifici progetti di impiego, tra i primi ad usare in modo esteso ottiche sempre e solo sottili, i primi a proporre il patto di riacquisto, i primi a fornire descrizioni dettagliate e complete dei propri prodotti, i primi a creare sistemi di progettazione modulare…………e saremo sempre i primi anche nei prossimi progetti. Oggi dopo 5 anni di lavoro vediamo che altri ci seguono come possono (si perché copiare la medesima tecnologia ti obbliga a vendere al medesimo prezzo…..quindi qualche rinuncia la devi fare), e questo per noi è importante. Se cercano di emularti è perché hanno intuito il valore del progetto, se nessuno ti considera fatti qualche domanda, basta vedere i vari scimmiottamenti che si presentano al mercato, senza entrare in dettagli che ne demolirebbero i contenuti……

Si puo’ fare astronomia con telescopi molto economici e realizzati con un po’ di tolleranza? Si, e con soddisfazione, è invece abbastanza discutibile, per chi può, rinunciare ad un prodotto migliore sotto ogni punto di vista, solo per seguire teorie minimaliste che servono ad appuntare medaglie a chi le enuncia (e forse non del tutto avulse da operazioni commerciali).

Massimo Boetto

Agli ingegneri piace risolvere i problemi. Se non ci sono problemi sottomano, gli ingegneri li creeranno.
Scott Adams, Il Principio di Dilbert, 1996

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carlo
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Aprile 2014 -

Messaggio da carlo »

Avete in mente anche la creazione di esemplari di apertura più modesta o il gioco non vale la candela? Vedo ad esempio che il piccolo Scout Newton non compare più tra i vostri prodotti.

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