Autocostruzione: ovvero padronanza della tecnica.

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maxproject
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Autocostruzione: ovvero padronanza della tecnica.

Messaggio da maxproject »

Domani posteremo la parte finale del testo , che poi riordinato graficamente andra' anche in Argomenti Tecnici.

Vorremmo far notare la cura che è stata applicata nel dettaglio e la qualità delle esecuzioni. Non si pensi che questo è un capriccio o un lusso. Chi lavora con disordine e in modo sgangherato avrà un risultato corrispondente.

Un bene di qualità e a cui si chiedono prestazioni vicine ai limiti teorici va eseguito in un certo modo, ed è appunto osservandolo nel suo insieme che ci indica il metodo e la mentalità di chi lo ha progettato. Metodo e mentalità secondo i canoni di una esecuzione corretta indicano un progettista attento e accorto e di larga esperienza. Ben diverso da chi pensa di poter fare raffazzonando idee alla carlona, e soprattutto pensando che chi non accetta compromessi sia un cretino. I fatti poi smentiscono sempre e su larga scala.

Un telescopio non è un palo del telefono.

Maxproject

Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
(G. Schiaparelli)

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maxproject
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Autocostruzione: ovvero padronanza della tecnica.

Messaggio da maxproject »

Per trasportare il Dall Kirkham con estrema facilità, anche su superfici sconnesse, ho realizzato un dolly. La struttura ha una base con dimensioni 110 X 90 centimetri, ed è formata da un profilato UPN 65 X 42 mm in acciaio Fe 430. I due pneumatici posteriori hanno un diametro di 40 centimetri, mentre le ruote girevoli anteriori hanno un diametro di 125 mm. Il sistema può essere trainato su quattro ruote, oppure, in caso di pavimentazione sconnessa, sulle ruote posteriori. Per alzare la parte anteriore della struttura vengono utilizzati due bracci meccanici che ruotano attorno ad un fulcro formato da un accoppiamento albero – boccola integrato con una coppia di cuscinetti assiali a rullini precaricati.

La colonna portante, costruita in acciaio C40, è formata da una struttura a traliccio realizzata con quattro tubolari di 60 mm di diametro, spessi 6 mm e da due flange di 280 e 300 mm di diametro, spesse rispettivamente 20 e 22 mm. Durante il trasporto gli assi della montatura vengono bloccati con due bracci meccanici a fulcro (con le frizioni completamente allentate le sollecitazioni non si riflettono sull’accoppiamento ruota dentata – vite senza fine). Lo strumento, a riposo, è ubicato all’interno di un prefabbricato in metallo con pareti isolate e ben ancorato sul cemento armato. Per trasportare e posizionare la struttura all’osservazione vengono impiegati in tutto 15 minuti.



Il dolly trasportato sulle ruote posteriori. La struttura, di oltre 300 kg di peso, può essere sollevata con facilità da una persona.

Per stabilizzare la struttura durante l’osservazione sono stati inseriti quattro crick a pantografo con caratteristiche meccaniche standard. La vite orizzontale M14 X 2 in acciaio AISI 316, che viene movimentata per mezzo di un volantino a stella ergonomico in materiale termoplastico, costituisce una precisa demoltiplica incomparabilmente più graduale e precisa di una vite calante. Il moto, fluido e senza gioco, viene conseguito per mezzo di un accoppiamento vite – madrevite integrato con un cuscinetto assiale a sfera e due rondelle in ottone contrapposte fra loro. Il dolly è predisposto (opzione) per essere stabilizzato con tre viti calanti M30 X 3,5 in acciaio AISI 316, integrate di volantino e piedino di appoggio in alluminio nero anodizzato. Quest’ultimo è libero di ruotare per mezzo di due cuscinetti assiali a rullini precaricati. In questo modo, quando il piedino viene a contatto con il terreno sottostante, l’accoppiamento vite – madrevite può ruotare liberamente senza attrito. Per stabilizzare la struttura con le viti calanti vengono comunque impiegati i crick a pantografo, poiché, anche utilizzando un volantino di leva consistente, con i 3,5 mm di passo e l’assenza di un riduttore sul movimento, alzare la pesante struttura per sollevare le ruote dal punto di appoggio è un’impresa titanica. Per quanto possa far storcere il naso, il sistema di stabilizzazione a quattro punti di appoggio con i crick a pantografo si è rivelato efficace e di facile utilizzo. Al contrario di quanto si potrebbe supporre, per la messa in bolla della struttura con un carico ben ripartito sui quattro punti di appoggio, vengono impiegati solamente due minuti.



La struttura stabilizzata con i crick a pantografo.

Infine, una breve considerazione: per un osservatore lunare e planetario, a prescindere dalle difficoltà oggettive e dal diametro dell’ottica, sono necessarie molte ore all’oculare prima di percepire i particolari prossimi al limite di risoluzione. Un riflettore di medio – grande apertura e a lunga focale equivalente potrebbe essere lo strumento ideale, ma deve essere costruito con pochi compromessi e non deve avere problematiche di utilizzo. D’altro canto, che senso avrebbe impiegare tempo prezioso per mettere a punto lo strumento ogni qualvolta dobbiamo osservare?



Roberto Milan
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Edited by maxproject on Jun 17, 2014 at 02:32 PM

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Frank
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Autocostruzione: ovvero padronanza della tecnica.

Messaggio da Frank »

Che dire......... una realizzazzione "Quasi" maniacale , oltre ad una lezione a chi pensa ( IO) di essere un buon meccanico.

Qualche dubbio mi rimane sull'uso di or e teflon. Il Viton se non ricordo male serve x estendere il range di temperature verso l'alto e comuunque l'or e fatto x deformarsi le posizioni in cui sono stati usati non mi lasciano tranquillo. Fossero in teflon tutti forse forzando un poco starebbero fermi.
Anche il teflon se puro é troppo morbido e si deformera velocemente dalla parte dove subisce maggiormente la gravita. Sostituirlo con un caricato vetro almeno al 20 % dovrebbe bastare . Mentre per gli or meglio puro.

Non ho afferrato se la colonna é in 4 tubi x questioni di peso o altro.

Rinnovo i complimenti lavorone eccellente.

Se possibile vorrei leggere un'analisi dei tempi di realizzazzione e magari dei costi.
Thanks
Franco

salvatorelovecchio
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Autocostruzione: ovvero padronanza della tecnica.

Messaggio da salvatorelovecchio »

Io toglierei il quasi, è nell'insieme una costruzione perfetta.
I costi di realizzazione sono certamente elevati, e altrettanto
il numero di ore impiegati per realizzare il tutto.
Complimenti sinceri.

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roby2008
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Autocostruzione: ovvero padronanza della tecnica.

Messaggio da roby2008 »

Ciao Frank,
le o-ring vengono sostitute anno per anno, durante la fase di pulizia dell'ottica.

La colonna è stata realizzata a traliccio per problemi di peso. (Avevo la disponibilità di una colonna di 260 mm di diametro in acciaio C40, spessa 10 mm. Al netto delle due flange, pesava ben 60 chilogrammi.)

Purtroppo non ho quantificato costi e tempi di realizzazione, ma forse è meglio cosi! Se lo facevo mi sarei sicuramente fermato a riflettere.

Ciao Salvatorelovecchio, grazie per i complimenti.

Roberto


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Frank
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Autocostruzione: ovvero padronanza della tecnica.

Messaggio da Frank »

Ciao Roberto, dalla tua risposta capisco di essermi spiegato male.
Quello che mi lascia perplesso è che utilizzando gli or per mantenere centrato lo specchio nel foro mi pare impossibile che rimanga fermo appoggiando su gomma fatta per deformarsi in funzione del carico. Per questo dicevo che, forse, se fossero in teflon sarebbero abbastanza rigidi da mantenere fermo lo specchio.
Il foro del primario che precisione e finitura ha ?
Stesso discorso per l'anello di teflon su cui appoggia. Il teflon puro è troppo morbido e finirà per schiacciarsi da una parte.
Naturalmente il discorso or/gomma vale anche x il secondario.

Il tutto sempre che non abbia frainteso il disegno.

Peccato x i tempi/costi, ma capisco a volte è meglio non sapere.

Regards
Franco

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roby2008
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Autocostruzione: ovvero padronanza della tecnica.

Messaggio da roby2008 »

Ciao Frank,
le o-ring in Viton non si deformano con il peso del primario, poiché la superficie di contatto, con il foro del primario (che ha una buona precisione e rifinitura), è su tutta la circonferenza del medesimo. Vengono sostituite una volta l' anno per prevenzione, ma non sarebbe necessario.

L 'anello di teflon non si deforma con il peso del primario. L' FTFE caricato non ha problemi di compressione.

Ciao.
Roberto



Edited by roby2008 on Jun 18, 2014 at 05:07 PM

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maxproject
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Autocostruzione: ovvero padronanza della tecnica.

Messaggio da maxproject »

Mi inserisco su questo ragionamento per indicare come la soluzione del cannotto autoportante, realizzato molto bene come ha fatto Roberto e non alla meno peggio come nel 99% dei casi, generi alcune questioni.

Quelle che mi vengono in mente, e che ovviamente il costruttore conosce e ha risolto o ha tentato di risolvere, sono:

1) la qualità del foro centrale, intesa come ortogonalità ottenuta all'utensile per forare. Di norma si hanno precisioni abbastanza basse;
2) il centro geometrico perfetto del foro. Non avendo supporti laterali non si può lavorare molto, quindi non sono ammessi scentramenti;
3) l'obbligo di una struttura molto pesante per non indurre al classico flop del cannotto centrale che ammorba la maggior parte dei telescopi amatoriali di diametro consistente. Questo fuori asse non lo regoli nemmeno con la collimazione.

A questo punto si dimostra come - SUL VERSANTE DEI COSTI - le due soluzioni (punti flottanti o cannotto) hanno costi uguali e pesi di conseguenza. Diffidate di celle alveolate con cannotto, punti flottanti e senza supporti laterali , si esistono anche queste scoperte scientifiche.......

Max

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Andrea Maniero
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Autocostruzione: ovvero padronanza della tecnica.

Messaggio da Andrea Maniero »

Questo mi sembra un esempio :



fonte astrosell


" quando non riescono ad attaccare il ragionamento allora attaccano il ragionatore "

" L'invidia e' quel sentimento che nasce nell'istante in cui si assume la consapevolezza
di essere dei falliti " ( O. Wilde ) "

" La frustrazione fa pensare di essere sempre perseguitati e insultati " . ( Anonimo )

Edited by Andrea Maniero on Jun 18, 2014 at 07:33 PM

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Andrea Maniero
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Autocostruzione: ovvero padronanza della tecnica.

Messaggio da Andrea Maniero »

Ho potuto visionare di persona la realizzazione di Roberto , da vicino fa' brillare gli occhi
si puo' notare la padronanza della materia e la logica di come sono stati costruiti tutti i pezzi , sono sicuro che a Roberto non e' minimamente passato per la mente di trovare dei compromessi tecnici per crumirare su qualche pezzo e risparmiare qualche centinaio di euro . Oltre tutto l'uso in equatoriale di tutta la struttura obbliga ad una certa meccanica che se non rispettata poi finisce per dare la colpa magari , all'aria calda circostante che impasta le immagini .


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Edited by Andrea Maniero on Jun 18, 2014 at 07:29 PM