Maxtar 300 uno strumento per il deep sky.

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maxproject
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Maxtar 300 uno strumento per il deep sky.

Messaggio da maxproject »

In questi giorni abbiamo discusso un pochino con un amico astrofilo, analizzando il suo lavoro fotografico, realizzato con uno strumento fotografico a specchi (scusate se siamo criptici, ma vogliamo mantenere la giusta riservatezza), costruito da una maison italiana.

Il treno di ripresa è un signor sistema con sensore di grandi dimensioni (40 mm), guida fuori asse di qualità ineccepibile e una buona esperienza dell'operatore.

Ebbene le premesse per lavorare bene ci sono tutte. Purtroppo lo strumento arranca con grande fatica ad ottenere risultati qualitativi costanti nel tempo.

Osservando il progetto si nota che è la copiatura di sistemi già esistenti e ben collaudati. Osservando ed analizzando i RAW si nota che in un punto preciso (presumiamo il cannotto centrale) si manifestano delle flessioni quando il tubo è in una posizione precisa.

Questo è un vero peccato, ma è uno "standard" per molti strumenti, anche italiani.

Maxproject

Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
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Maxtar 300 uno strumento per il deep sky.

Messaggio da maxproject »

Maxtar 300 si inserisce in una logica proposta commerciale:

Scout 230 f 3,8 campo corretto e spianato da 20 mm
RC 250 F 8,5 campo corretto e spianato da 30 mm
Short 250 f 7 campo corretto e spianato da 40 mm
Maxtar 300 f 5 campo corretto e spianato da 50>60 mm

Resta poi ancora da mettere a punto, per ultimo, il 250 NW EVO con f 4,4 e correttore da 3"

E con questa gamma, fino a 300 mm di diametro, copriamo per il deep sky ogni esigenza e possibilità di spesa. Le meccaniche sono progettate e predisposte per i sensori di conseguenza (cioè la meccanica, per esempio, dello Scout 230 non è adeguata a sensori da 40 mm di diametro...).

Messi a punto tutti questi modelli, passeremo ai diametri superiori, e in particolare i 350 mm per quanto riguarda il newton f 4,1 ecc.

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Edited by maxproject on Jan 21, 2013 at 02:14 PM

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Maxtar 300 uno strumento per il deep sky.

Messaggio da maxproject »

Maxtar deve risolvere una serie di problematiche che sono praticamente lo standard negli strumenti amatoriali. Intendiamo dire che si presentano sistematicamente in gran parte dei telescopi per deep sky amatoriali: flessioni del sistema ottico e meccanico.

Si sta facendo un gran lavoro su questo versante, perchè siamo pressati dalla esigenza di contenere i pesi (non si può vendere un tubo da 40 kg) e di controllare al massimo le flessioni e i giochi con treni di ripresa molto massicci (5-7 kg).

Resta dunque di prioritaria importanza non lesinare sul progetto: il mercato riconoscerà subito un buon progetto e ne saprà apprezzare le prerogative. Nulla come i sensori di dimensioni generose smaschererà eventuali difetti del prodotto.

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Messaggio da maxproject »

Maxtar è praticamente in dirittura di arrivo, come progetto, e poi inizieremo a produrre i singoli componenti.

Gemello di Maxtar 300 ci sarà il Cassegrain Classico da 300 mm f 15, questa scelta è dovuta alle pressanti richieste in questo senso, ma il Cassegrain puro sarà l'alter ego in alta risoluzione del Maxtar. Non sono previste altre configurazioni nel diametro 300 mm. Questa scelta è data dalla necessità di rispondere ad alcune richieste ma anche per ridurre la produzione seriale di molti componenti, così da rendere più abbordabili tutti e due i modelli. Sfrutteremo al massimo i componenti in comune e ne ricaveremo due splendidi telescopi.

In definizione se truss tube o monolitico, comunque sempre in composito.

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Messaggio da maxproject »

Non possiamo parlarne in anteprima, ma siamo orientati - per questa classe di telescopi - ad una cella innovativa, innovativa nei metodi di costruzione e di progettazione. Questo perchè vorremmo ottenere il massimo della rigidità e della precisione in ogni componente (per tacciare chi poi parlerà un tot al chilo, ricordiamo che con un correttore da 100 mm e un campo da 60 mm circa la precisione è un pilastro portante, altrimenti tanto vale ridurre il campo corretto e spianato...........).

La medesima, per ragioni di costo industriale, sarà adattata al Cassegrain puro 300 f 15.

Si tratta comunque di strumenti intermedi rispetto ai 350 mm, ma definitivi per la maggior parte degli astrofili italiani.

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Messaggio da maxproject »

Tanto per dare una tara al ragionamento, stiamo osservando da inizio anno un costruttore (poco esperto in questioni astronomiche...) che sta già vendendo un simil Maxtar lavorando solo sul rendering. Naturalmente i complimenti sono tanti, poi magari funzionerà anche bene, ma da quando si vendono prodotti solo a disegno? Allora anche noi possiamo fare altrettanto?

Sono questi gli elementi che inquinano il mercato, prosciugando le risorse di molti improvvidi che poi "sconteranno" un allontanamento dal mercato, forzato causa mancanza risorse.

E sono questi gli elementi con cui si giudicano i costruttori, poi non ci si lamenti se lo strumento non funziona.

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Messaggio da maxproject »

Collegando questa info al discorso in altro thread in cui parliamo di assi ottici e meccanici, il gruppo correttore e riduttore del Maxtar 300 viene montato in un sistema meccanico di cospicua resistenza che consente la collimazione e il centraggio del medesimo.

Ma c'è anche una ragione: proteggere il gruppo di correzione da forze che ne possano deteriorare il corretto posizionamento. Ci si spieghi, cosi lo impariamo pure noi, come si possono garantire immagini stellari di X micron ai bordi, con tutta la massa e il treno posteriore che va ad interagire con un correttore/riduttore.

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Una preview del Maxtar 300 - pulita da alcuni elementi riservati:



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Messaggio da maxproject »

La serie da 300 mm è già predisposta e/o completa a seconda del modello di:

MCS mirror cooling system
Apertura in remoto del tubo ottico
Gestione remota dei vari settaggi
Varie opzioni per la messa a fuoco (ESCLUSA quella del movimento secondario da noi non ritenuta idonea).

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Messaggio da maxproject »

Per quanto riguarda questa serie di strumenti, l'approccio commerciale è leggermente diverso. Se nella serie 250 lo strumento è fornito praticamente testato e pronto all'uso "al meglio" delle sue possibilità, in questa produzione lasceremo, ad esempio una più vasta scelta di modifica (non strutturale) nella fornitura.

Per esempio, se vogliamo citare il Maxtar 300, è lampante che il punto delicato è anche la messa a fuoco. Qualunque astroimager degno di questo nome sa che i prezzi di fuocheggiatori validi sono molto alti e molto variegati.

Daremo dunque una settaggio di base con un prodotto da noi ritenuto valido, lasciando la possibilità di sostituirlo (con i giusti riequilibri economici) con altri di preferenza.

Al contrario nel modello Cassegrain monteremo già quanto da noi ritenuto ottimale non pensando ad una sostituzione (sempre e COMUNQUE possibile).

In tal modo sarà possibile contenere i costi in funzione del modello e del sensore utilizzato.

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