I micrometri.

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Questa importante innovazione per telescopi, comincia ad essere capita ed apprezzata. Noi ce ne siamo resi subito conto dal primo telescopio montato, i clienti stanno iniziando ora a capire le peculiarità di questo sistema.

Per prima cosa parliamo di un sistema a GIOCO ZERO , niente molle stranite dentro il telescopio e niente giochi allegri dei movimenti. Regolate il primario e il back del secondario con precsione di 0,02 mm. senza dipendere da dilatazioni termiche, da viti più o meno ossidate e/o ben costruite.

Tanto per darvi un esempio (e chi usa telescopi fotografici capisce molto bene quanto stiamo dicendo), se regolate il primario con una vite, diciamo una M4 avremo circa 0,7 mm di corsa ogni giro, noi spesso parliamo di regolare il secondario con 1/20 o 1/30 di giro, ma qui abbiamo messo delle viti con microfiletto in modo da ridurre del 50% questi valori.

Il micrometro NortheK standard ha una corsa totale di 10 mm (eccessiva per il primario) e un GIRO COMPLETO del micrometro corrisponde a 1 mm., il che sta a significare che con spostamenti di 1 mm avremo............, la precisione è di 2 centesimi di mm, pensate di non poter collimare cosi?

Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Provate ad ottenere la stessa precisione con le viti tira spingi e magari davanti un bel mollone, pensate cosi' di collimare finemente un RC o un DK con 5 mt di focale? Ovvio: non bastano i micrometri, ci vuole tutto il resto, ma questo sistema è veramente una innovazione di alto livello tecnico che stiamo esplorando in ulteriori evoluzioni.
Maxproject

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Vittorio
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Messaggio da Vittorio »

Sono perfettamente d'accordo con te. Il micrometro, a parte l'assoluta mancanza di giochi meccanici, rende la collimazione molto più semplice perchè è molto meno sensibile ai movimenti che gli imprimiamo. Un giro completo della manopola imprime uno spostamento minimo e, quindi, puoi muovere gli assi ottici con movimenti quasi impercettibili . Tutti elogiano ed apprezzano la demoltiplica applicata ai fuocheggiatori (sembra che nessuno ne voglia più fare a meno ) ma quando si tratta delle viti di collimazione nessuno pensa che con gli attuali sistemi si procede in modo grossolano! A volte le vere innovazioni non vengono apprezzate e capite!

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Sai quando lo capiranno Vittorio? Quando un mass market ci copierà, o magari un marchio famoso, e poi la copiatura sarà ovviamente maldestra ma se la fa il sig. xxx sarà il massimo della tecnologia........

Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Naturalmente il compito dei micrometri (la perfetta collimazione), è anche aiutato dal treno meccanico che li segue. Innanzitutto ogni singolo pezzo è realizzato con alti standard meccanici, con alberti rettificati e cromati, con cuscinetti assiali di apposita struttura e con snodi di movimento appositamente scelti.
Nella serie 350 i micrometri sono più grandi e robusti , con assi in acciaio da 17 mm (ci possiamo permettere che la piastra dello specchio dondoli in funzione di dove giriamo il telescopio?), mentre gli snodi sono molto più complessi e montati con un sistema di azzeramento dei giochi (centesimali) sui medesimi.
Questo spiega a grandi linee l'idea costruttiva, ovviamente non diciamo il vero concetto meccanico e i valori delle tolleranze o delle dilatazioni, gia' che sarebbe preparare la pappa pronta ai concorrenti, che li invitiamo volentieri a sperimentare : saranno solo copiature sgangherate sbandierate ai 4 venti come innovazione assoluta.
Per i 450-600 mm pensiamo a qualcosa di più evoluto.
Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Un buon sistema micrometrico - riduttore deve comunque essere applicato a tutto un sistema meccanico che gli consenta di funzionare in modo ottimale. Non potremmo ottenere precisioni come dichiarate dal costruttore del micrometro se non lavorassimo già nel progetto, prevedendo le possibili deformazioni della struttura e soprattutto se non facessimo in modo che ogni singolo pezzo si accoppi in modo ottimale. All'inizio del progetto "micrometro" abbiamo riscontrato non pochi problemini che abbiamo risolto a mano a mano che si presentavano, certamente non si tratta di un lavoro adeguato alla autocostruzione o a chi non ha una buona padronanza della meccanica di precisione, tuttavia ribadiamo ancora che l'uso di questo sistema è assolutamente versatile e importante, spenderemmo qualche parola sul fatto che i clienti non devono temere movimenti inopportuni delle manopole, i serraggi e le forze di blocco sono studiati in misura adeguata, ne devono temere in deterioramenti del sistema che è previsto per lavorare in ambienti industriali fortemente inquinati e sporchi, sottolineiamo che tutto è facilmente riparabile (in NortheK) a costi modesti ed in tempi velocissimi qualora accadessero fatti imprevisti.
I micrometri non si spostano se vengono sfiorati o toccati, anzi presentano una certa resistenza, non si ossidano, non si rompono, funzionano nei regimi con temperature da -30 a + 60°, sono ermetici ed in ogni caso sostituibili o riparabili.
Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

La differenza tra l'avere o non avere i micrometri, partendo dalla STESSA qualità costruttiva, la si intuisce nei modelli "entry level" di NortheK dove - per ragioni di costo - non li abbiamo messi.
Beninteso i telescopi funzionano bene ugualmente, perchè ci siamo preoccupati di ovviare alla grossolanità dei mass market con una buona progettazione, l'uso di passi adeguati, di lamierati spianati ecc.
Ma resta che chi prova uno e poi l'altro, capisce l'evoluzione che NortheK ha proposto al mercato (che non ha ancora capito.......), poi nei modelli più grandi ci saranno novità importanti, ma li siamo legati ad esigenze di massa e peso che nelle serie piccoline (230-250-350 mm) ci lega un pochino le mani.

Vale sempre la regola che l'applicazione tecnologica deve essere corrispondente alle massime prestazioni del telescopio.

Maxproject

Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
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Andrea Maniero
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I micrometri.

Messaggio da Andrea Maniero »

Mai come ora sto' verificando l'utilita' dei micrometri , che dove non ci sono fanno sentire la loro mancanza , al contrario delle dicerie da piazza che li vogliono far apparire come innovazione superflua ho constatato come questi concorrono ad una precisissima collimazione e messa in asse delle ottiche riuscendo a spremere all'inverosimile ogni immagine planetaria in fatto di dettagli la' dove prima con altre ottiche ci si doveva accontentare di quel che passava il convento , se tanto mi da' tanto ................


Ciao

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enrico
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Messaggio da enrico »

Lo confermo Andrea..........del resto chi ne dice male sono quelli che non li hanno mai usati, questo da il metro di quanto sono preparati.

Ciao
Enrico

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Diamo ora un esempio pratico della comodità dei micrometri. I lettori ci scuseranno se saremo discontinui e lenti, ma stiamo recuperando un vecchio lavoro d'archivio con dati sparsi ovunque, per questo lo faremo un po' alla volta.

Lo strumento è un RC NortheK 250 f 8,5 al primo fuoco, la ripresa è con una Canon 350 D, senza l'interposizione di correttori o riduttori.

Le pose sono brevi su oggetti significativi fatte per ottimizzare lo strumento, unico neo che abbiamo usato degli ammassi stellari che falsano la lettura del FWHM, ma questo non era utile ai nostri scopi.

Come noterete il telescopio aveva le distanze tra primario e secondario non a norma, in effetti il tubo viene montato come da certificato ottico, ma il costruttore Oldham ci avverte che è poi l'osservatore che deve ottimizzare queste distanze in funzione dell'uso che intende fare dello strumento.

Nel nostro caso ci interessava il campo piano e la collimazione, demandando poi ad altri test la derivazione del FWHM migliore e della puntiformità ai bordi del campo.

Maxproject

Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
(G. Schiaparelli)