I micrometri.

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maxproject
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Iscritto il: 25/09/2008, 11:57

I micrometri.

Messaggio da maxproject »

Una piccola deviazione dalla spiegazione data in questo thread.
In molti schemi ottici (cAssegrain, Dall Kirkham segnatamente, meno RC), la distanza tra primario e secondario va stabilita in modo corretto, cioè dati i valori del progettista ottico, con un ben preciso back focus (dalla superficie del primario al punto di fuoco) e un CPL (campo totalmente illuminato) di XX mm, si setta lo strumento singolarmente fino ad avere il back focus come da tabella.

Trovato questo, se tutto è stato fatto per bene, la collimazione è precisa e gli elementi sono ben stabili, avremo il piano focale con un CPL come calcolato (più o meno c'è una certa tolleranza....).

Ma ci sono alcuni aspetti interessanti:

1) spostamento del tubo ottico dal riparo al luogo di osservazione,
2) pesanti sbalzi termici stagionali,
3) esigenza di allungare leggermente il Back Focus per inserire accessori nel treno ottico.

In questi tre casi il micrometro sul secondario ci viene in aiuto. Ricordiamo una regola spannometrica: spostare verso il primario lo specchio secondario, equivale alla norma che un mm di spostamento corrisponde a x mm di back focus, in rapporto al /f.

Così in un F 15 spostare verso il primario un secondario di un mm, provoca un aumento del BF di 15 mm circa.

Se questi spostamenti sono contenuti (2% della focale) in schemi a campo ridotto non sorgono problemi sul piano focale. Ecco dunque un'altra utilità del micrometro.

Provate a farlo con una vite sbilenca e un dado.

Maxproject

Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata.
(G. Schiaparelli)