Sul tema della complessità di progetto.

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maxproject
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Sul tema della complessità di progetto.

Messaggio da maxproject »

Abbiamo avuto in questi giorni una lunga chiaccherata telefonica con un nostro amico astrofilo esperto, su alcune questioni di ordine commerciale e tecnico. Tra le tante cose dette, ne sono emerse alcune di interessanti, che ci danno un "polso" abbastanza realistico delle impressioni che clienti "potenzialmente NortheK" possono avere.

Parliamo dunque di utenti già esperti e con una buona conoscenza di quanto offre il mercato, giacchè a tutti gli altri è possibile per chiunque propinare informazioni abbastanza fuorvianti.

Il primo appunto (ci scusi l'interessato se modifichiamo le parole esatte, ma è per farci comprendere meglio), che è emerso è che pochi hanno compreso bene di quanto andiamo proponendo e perchè lo stiamo proponendo, questo lo diciamo perchè - ad esempio - la questione dei micrometri non è stata compresa. L'utente ci dice "perchè non avete messo una semplice vite di precisione con una molla come xyz?" questa domanda è stata fatta a ragion veduta in quanto un altro astrofilo ha dovuto bloccare con tre viti il sistema di collimazione di un telescopio perchè non si riusciva a tenerla a posto, la paura è che i micrometri si mettano a girare per loro conto o che qualche incauto li sposti (in-avvertitamente). E' una osservazione corretta e che ci rendiamo conto di non aver spiegato. Lo facciamo ora.

La funzione dei micrometri è molto chiara: regolare con assoluta facilità e precisione la collimazione del primario o il back focus dello strumento sul secondario. Facciamo un esempio: esistono telescopi che usano viti di precisione su filetto in bronzo con invito conico per restare centrate e - dopo - una molla di precaricamento (e non è vero manco questo, è una molla e basta se no la vite non funzionerebbe). Questi viti hanno dato ad un utente alcuni problemi perchè si muovevano dalla loro sede e quindi sono state bloccate da altre tre viti in modo da contrapporre una forza maggiore.

Da questo processo meccanico prevedibile, abbiamo optato per il sistema micrometrico.

Nelle celle da 250 mm. non ci sono molle di precaricamento semplicemente perchè non sono necessarie: il micrometro è molto preciso e mantiene in modo rigoroso la posizione in cui viene settato con una tolleranza di 0,02 mm. Il micrometro agisce su di un albero in acciaio rettificato h7 che va ad incastrarsi in uno snodo sferico. Agendo sul micrometro si inclina il piatto dello specchio e NON si scarica nessuna forza sul disco vetroso. Ora se pensiamo ad un RC per esempio, la possibilità di regolare il piano del primario con 0,02 mm di precisione ci rendiamo conto di quanto sia preziosa questa risorsa. Per assurdo potremmo regolare i settaggi anche nel corso di tutta la sessione osservativa.

I micrometri sono in acciaio e agiscono dentro dei cuscinetti in polimero che rendono lo scorrimento assiale preciso ma....un po' duro. Questo non è un difetto di fabbricazione ma una scelta precisa: strozzando un po il cuscinetto in polimero impediamo che anche toccando o appoggiando lo strumento da qualche parte il micrometro si possa spostare accidentalmente. Poi è utile una volta collimato segnare con una matita sul micrometro il punto preciso e se *** per caso *** qualcuno tocca, ci si riporta facilmente nella posizione precedente.

La vite con la molla dietro è molto semplice da realizzare ma ha i suoi problemi, primo fra tutti è la compressione e decompressione non controllabile della medesima, il suo variare nel tempo e con le termiche, il carico "sparato" in direzione del vetro.

Il costo del micrometro non è molto più alto di una vite fatta a regola d'arte. Riteniamo di aver raggiunto il miglior risultato con poca spesa in più. I test ci stanno dando ragione.

Un altro appunto: nella serie 250 l'ingombro dei micrometri non consente l'impiego di ruote portafiltri ecc. Abbiamo installato ruote da 200 mm. senza problemi.

Spider: ci è stato chiesto perchè non abbiamo messo supporti secondario a 4 razze anzichè a 3. Giustamente ci viene fatto notare che regolare 3 spider è più complesso che regolarne 4, rispondiamo che la bibliografia tecnica ci ha consigliato questa scelta e che non riscontriamo grossi problemi di regolazione (pero' se non lo si vede diventa un po' difficile pensarlo), possiamo a richiesta inserire 4 spider anche se non ne vediamo l'utilità se non su immagini di stelle molto luminose in foto a lunga posa......dove l'effetto 3 o 4 si nota e può piacere o meno.

Messa a fuoco: ci viene fatto notare che in telescopi come gli RC da 250 mm. la FT da 2" non è il massimo. Vero, noi montiamo questo accessorio di serie perchè è sufficiente ad utilizzare lo strumento in determinati ambiti e possiamo così contenere i costi pur dando una grande fruibilità del telescopio. Naturalmente a richiesta si possono modificare gli strumenti, purchè il cliente sappia bene cosa cerca e cosa desidera. Stesso discorso per eventuali correttori-riduttori o spianatori: si possono fare ma vanno costruiti su specifica del cliente ......anche i rapporti focale si possono variare.......

Questo per chiarire aspetti che magari sono sfuggiti e che sono sicuramente utili per i nostri clienti.
Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Giusto per proseguire in queste spiegazioni, senza dire più di tanto perchè siamo costantemente monitorati e copiati, diremo le differenze della serie 350 che sta prendendo forma in queste settimane.

Primo punto: il vetro standard passa dal Suprax al Supremax 33 di Schott;
Secondo punto: le tolleranze geometriche del disco di vetro vengono drasticamente ridotte in modo da sposare con più accuratezza la meccanica di alta precisione ai parametri fisici del disco;
Terzo punto: il sistema dei micrometri viene maggiorato con perni da 17 mm in acciaio ad alta resistenza per sostenere la piastra del disco, i micrometri sono di taglia superiore, lo snodo sferico è in acciao inox e bronzo sinterizzato e a gioco zero precaricando LO SNODO e non la piastra con molle a decompressione controllata.........

Gli strumenti sono preparati per accogliere qualunque messa a fuoco di alta gamma sul mercato, per quelli ad alta risoluzione di standard monteremo la FT da 2,5" che essendo pignone cremagliera porta ben 4 kg.

Una sorpresa sul supporto secondario, che è una variante di AxyS, ma non diciamo nulla per ora.

Maxproject

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marios
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Messaggio da marios »

Quote: Giusto per proseguire in queste spiegazioni, senza dire più di tanto perchè siamo costantemente monitorati e copiati, diremo le differenze della serie 350 che sta prendendo forma in queste settimane.

Primo punto: il vetro standard passa dal Suprax al Supremax 33 di Schott;
Secondo punto: le tolleranze geometriche del disco di vetro vengono drasticamente ridotte in modo da sposare con più accuratezza la meccanica di alta precisione ai parametri fisici del disco;
Terzo punto: il sistema dei micrometri viene maggiorato con perni da 17 mm in acciaio ad alta resistenza per sostenere la piastra del disco, i micrometri sono di taglia superiore, lo snodo sferico è in acciao inox e bronzo sinterizzato e a gioco zero precaricando LO SNODO e non la piastra con molle a decompressione controllata.........

Gli strumenti sono preparati per accogliere qualunque messa a fuoco di alta gamma sul mercato, per quelli ad alta risoluzione di standard monteremo la FT da 2,5" che essendo pignone cremagliera porta ben 4 kg.

Una sorpresa sul supporto secondario, che è una variante di AxyS, ma non diciamo nulla per ora.

Maxproject

--- Original message by maxproject on Apr 17, 2010 04:16 PM
PORCO.......!!

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Mariossss

Il Saggio coltiva Linux, tanto Windows si pianta da solo.


"E' inutile discutere con un cretino, prima ti abbassi al suo livello, poi lui ti batte in esperienza!"

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Marios mica ti verranno le lacrime agli occhi spero............

Forse è importante specificare che la serie 350 (355 per la precisione), nasce per montature con portata fotografica di 50 kg. esclusi i contrappesi. Sistemi più leggeri non li consigliamo, nemmeno per l'alta risoluzione (forse pochi si ricordano delle microvibrazioni indotte, che disintegrano molto dettaglio che poi si vanno a cercare con l'elaborazione).

UnitorK è stato ovviamente modificato e irrobustito come tutta la struttura del sistema, fulcro del progetto è la caccia sistematica ai fuori asse e alle deformazioni strutturali durante le sedute osservative. Uno strumento così si deve spremere al massimo in ogni occasione.

Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Ieri, anche se era domenica, ci telefona un caro amico e si discorre di varie cose anche non astronomiche, e tra i vari argomenti affrontati c'è quello relativo alla utenza potenzialmente interessata ai telescopi NortheK.

Non ne facciamo una questione economica, quanto una questione di capacità nel comprenderne le valenze tecniche e apprendere la normale usabilità del prodotto.

Non ci sono dubbi che chi è alle prime armi o chi ha una naturale impedenza alla schematizzazione di un sistema tecnicamente avanzato, è un utente non ottimale per i nostri strumenti. Potenzialmente portatore di falsi problemi e questioni. Ma proprio per questo Northek insiste continuamente sulle questioni tecniche e sulla propria filosofia strettamente tecnica. Diamo continua assistenza ai nostri clienti, purchè siano disponibili a seguire quanto viene di volta in volta indicato, e non lascino prevalere una eventuale pigrizia mentale.

Imparare ad usare bene il proprio telescopio, NortheK o no, è un minimo passo che qualunque astrofilo deve fare, se no è come pretendere di andare in bici a 30 anni con le rotelline nella ruota posteriore....... Molti problemi strumentali vengono erroneamente definiti problemi strumentali, nella realtà sono incomprensioni tecniche dell'utenza.

Alla luce di questo ragionamento, che speriamo sbagliato ma....non ci sembra, diamo un supporto sia iniziale che anche di installazione e sistemazione dello strumento presso il proprio domicilio se richiesto, questo è particolarmente importante per chi si avvicina per la prima volta a strumenti sofisticati arrivando dai mass market, e forse anche per qualche utente che vuole fare il grande passo dei 355 mm.

Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Oggi, mentre si studiava il tema del controllo delle termiche dentro la cella, abbiamo potuto constatare come un errato posizionamento di pochi mm di alcuni componenti, riusciva a scompaginare completamente il regolare smaltimento dell'aria calda dentro la cella e dal disco vetroso. E' sintomatico pensare come piccole cose, difficili da scoprire, facili da correggere, di costo nullo, possono compromettere il funzionamento ottimale di uno strumento. Abbiamo anche definito il back focus esatto della versione DK e Cassegrain Classico, vincolato dal tipo di messa a fuoco scelta come standard (sostituibile a richiesta con altre ovviamente), mentre ci teniamo liberi sul RC perchè qua subentrano altri tipi di problematiche che affrontiamo in modo più specifico.
Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Vorremmo richiamare l'attenzione dei nostri lettori su di un dettaglio abbastanza rivelatore, già che in questi giorni abbiamo visto un nuovo produttore europeo che ha fatto copia incolla dei famosi RC RCOS.
Anche questo costruttore, tra le altre copiature, ha costruito la culatta del telescopio con un struttura alveolare in alluminio (una piastra molto spessa che viene fresata o nervata per avere quella forma). Questa soluzione si giustifica perchè tutta la leva del carico posteriore : messa a fuoco, accessori fotografici o visuali talvolta molto pesanti, si va a scaricare su questa piastra che non deve avere assolutamente flessioni o deformazioni.
Tralasciamo il problema del centraggio ma nei nostri strumenti abbiamo bypassato questo ostacolo realizzando una piastra indipendente che sostiene lo specchio e sulla quale si va ad agganciare il sistema autocentrante. Questo sposta anche più internamente la leva, annullando una parte dei problemi di carichi spostati molto indietro rispetto all'ottica.
Ma questo significa anche che tutti gli altri hanno eliminato un pezzo (la piastra) e lavorano con un cannotto che sostiene specchio e supporti laterali (quando ci sono) e talvolta - con dei braccetti laterali - anche i triangoli flottanti.
Questa estrema semplificazione dei progetti, copiati e replicati dai vari costruttori, si portano dietro anche in automatico anche gli errori concettuali. RCOS che produce telescopi di assoluta eccellenza ovvia a questo con alti livelli di precisione meccanica, e gli altri?

Maxproject

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maxproject
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Messaggio da maxproject »

Certamente diventa una condizione inderogabile, quando si superano certe soglie di spese, fermarsi un attimo a ragionare. Perchè dobbiamo comperare un bene solo per il marchio che lo contraddistingue e non per la sua concezione tecnica? Qua si distinguono i due fronti degli astrofili, quelli che scelgono di apparire e/o sperano di avere in mano un prodotto tecnicamente all'avanguardia, e quelli "rompiscatole" che vogliono capire perchè lo hai fatto così e non in un altro modo.
Ci sono strumenti che esteticamente sono veramente belli! Ma che un occhio non esperto ma accorto manifestano la loro incompetenza progettuale. NortheK pensa di realizzare buoni progetti, forse esteticamente poco accattivanti, ma la nostra prerogativa è la tecnica e non il fashion.
Se osserviamo telescopi, magari dotati pure di un sistema di correzione lungo il cono di luce, che hanno una concezione meccanica ridotta all'osso e una struttura della medesima che già di per se non può garantire determinate resistenze, come possiamo pensare di fare un buon acquisto? Eppure se noi diciamo che un 350 mm pesa 35 kg. e un nostro collega ne fa uno a 25 kg., scommettiamo che il cliente giudica migliore il 25 kg? Ma è importante comprendere che determinati accorgimenti meccanici (e di riflesso il buon funzionamento del complesso ottico) sono vincolati anche e soprattutto al peso finale dello strumento, questo non piace al dilettante, ma è una dura realtà cui tutti cozzano loro malgrado. Non ci sono scappatoie ed è per questo che sosteniamo che oltre i 250 mm. un telescopio non può essere considerato trasportabile, almeno se si è soli e non organizzati in un certo modo. Ed è per questo che tanta cura abbiamo messo anche nei modelli più piccoli!
Maxproject

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